Tomaso Buzzi alla Venini
Dal 14 Settembre 2014 al 11 Gennaio 2015
Venezia
Luogo: Le Stanze del Vetro
Indirizzo: Isola di San Giorgio Maggiore
Orari: 10-19; chiuso mercoledì
Curatori: Marino Barovier
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 041 5229138
E-Mail info: info@lestanzedelvetro.it
Sito ufficiale: http://www.lestanzedelvetro.it
Il 14 settembre 2014 apre al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia la mostra Tomaso Buzzi alla Venini a cura di Marino Barovier. La mostra è la terza del ciclo espositivo dedicato alla storia della vetreria Venini e organizzato da
Le Stanze del Vetro, progetto culturale pluriennale avviato da Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung per lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria del ventesimo e ventunesimo secolo.
L’architetto lombardo Tomaso Buzzi (1900-1981) è stato un esponente di spicco del cosiddetto “Neoclassicismo Milanese”.
Fu amico e collaboratore di Gio Ponti e membro dell’associazione “Il Labirinto”. Proprio insieme a Ponti, Tomaso Buzzi è stato uno dei più importanti creatori del gusto italiano degli anni ‘30, per l’eleganza e la raffinatezza che ha saputo portare nelle arti applicate.
Tra il 1932 e il 1933 Tomaso Buzzi avvia un’attiva collaborazione con la vetreria Venini, che prosegue episodicamente anche durante gli anni successivi. Il contributo creativo di Buzzi si caratterizza per il suo approccio sperimentale alla forma e ai materiali. La sua ampia ricerca riguarda anche l’illuminazione, dando così inizio a una nuova veste a questo tradizionale settore del vetro di Murano.
Quando nel 1932 arriva a Murano alla Venini, Buzzi porta il suo notevole bagaglio culturale e la sua profonda conoscenza dell’arte antica, in particolare di quella etrusca, verso la quale l’architetto ha una particolare attenzione: è qui che Buzzi cerca motivi di ispirazione, con la volontà di creare manufatti nuovi e originali che se da un lato non negano la loro ispirazione storica, dall’altro esaltano le caratteristiche plastiche e materiche del vetro. Ciò avviene attraverso la sperimentazione con un nuovo tessuto vitreo, il vetro incamiciato a più strati di colore e applicazioni di foglia d’oro.
La nuova tecnica, inventata da Buzzi, trasforma radicalmente l’aspetto dei vetri prodotti fino ad allora dalla Venini, contribuendo all’esigenza di rinnovamento dell’azienda muranese e affermandone la sua vocazione alla produzione di vetri eleganti e raffinati. È noto, grazie all’analisi e allo studio dei disegni conservati nell’archivio Venini, che Buzzi studiò 14 ricette diverse per la produzione dei vetri incamiciati a più strati, una tecnica che potrebbe essere assimilata a quella della velatura ad olio nella pittura.
La mostra Tomaso Buzzi alla Venini, a cura di Marino Barovier, ripercorre questa breve ma fruttuosa collaborazione, documentata non solo attraverso leopere selezionate (circa 200), i disegni originali catalogati nell’archivio Venini, ma anche attraverso progetti inediti conservati alla Scarzuola a Montegabbione (Terni), la città-teatro (originariamente un convento con annessa una chiesa del Duecento) che Buzzi costruì a partire dalla fine degli anni sessanta e che continuò a modificare fino all’anno della sua morte avvenuta nel 1981.
In occasione della mostra, verrà pubblicato il primo catalogo ragionato dell’opera su vetro di Tomaso Buzzi, pubblicato da Skira per Le Stanze del Vetro e curato da Marino Barovier con Carla Sonego.
Le Stanze del Vetro, progetto culturale pluriennale avviato da Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung per lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria del ventesimo e ventunesimo secolo.
L’architetto lombardo Tomaso Buzzi (1900-1981) è stato un esponente di spicco del cosiddetto “Neoclassicismo Milanese”.
Fu amico e collaboratore di Gio Ponti e membro dell’associazione “Il Labirinto”. Proprio insieme a Ponti, Tomaso Buzzi è stato uno dei più importanti creatori del gusto italiano degli anni ‘30, per l’eleganza e la raffinatezza che ha saputo portare nelle arti applicate.
Tra il 1932 e il 1933 Tomaso Buzzi avvia un’attiva collaborazione con la vetreria Venini, che prosegue episodicamente anche durante gli anni successivi. Il contributo creativo di Buzzi si caratterizza per il suo approccio sperimentale alla forma e ai materiali. La sua ampia ricerca riguarda anche l’illuminazione, dando così inizio a una nuova veste a questo tradizionale settore del vetro di Murano.
Quando nel 1932 arriva a Murano alla Venini, Buzzi porta il suo notevole bagaglio culturale e la sua profonda conoscenza dell’arte antica, in particolare di quella etrusca, verso la quale l’architetto ha una particolare attenzione: è qui che Buzzi cerca motivi di ispirazione, con la volontà di creare manufatti nuovi e originali che se da un lato non negano la loro ispirazione storica, dall’altro esaltano le caratteristiche plastiche e materiche del vetro. Ciò avviene attraverso la sperimentazione con un nuovo tessuto vitreo, il vetro incamiciato a più strati di colore e applicazioni di foglia d’oro.
La nuova tecnica, inventata da Buzzi, trasforma radicalmente l’aspetto dei vetri prodotti fino ad allora dalla Venini, contribuendo all’esigenza di rinnovamento dell’azienda muranese e affermandone la sua vocazione alla produzione di vetri eleganti e raffinati. È noto, grazie all’analisi e allo studio dei disegni conservati nell’archivio Venini, che Buzzi studiò 14 ricette diverse per la produzione dei vetri incamiciati a più strati, una tecnica che potrebbe essere assimilata a quella della velatura ad olio nella pittura.
La mostra Tomaso Buzzi alla Venini, a cura di Marino Barovier, ripercorre questa breve ma fruttuosa collaborazione, documentata non solo attraverso leopere selezionate (circa 200), i disegni originali catalogati nell’archivio Venini, ma anche attraverso progetti inediti conservati alla Scarzuola a Montegabbione (Terni), la città-teatro (originariamente un convento con annessa una chiesa del Duecento) che Buzzi costruì a partire dalla fine degli anni sessanta e che continuò a modificare fino all’anno della sua morte avvenuta nel 1981.
In occasione della mostra, verrà pubblicato il primo catalogo ragionato dell’opera su vetro di Tomaso Buzzi, pubblicato da Skira per Le Stanze del Vetro e curato da Marino Barovier con Carla Sonego.
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