The Bridges of Graffiti
![Doze Green, Luminous Series B, 2012 Doze Green, Luminous Series B, 2012](http://www.arte.it/foto/600x450/fe/31211-2_Doze_Green_Luminous_Series_B_2012.jpg)
Dal 09 Maggio 2015 al 22 Novembre 2015
Venezia
Luogo: Arterminal c/o Terminal S. Basilio
Indirizzo: Fondamenta Zattere Al Ponte Lungo
Orari: tutti i giorni dalle 10.10 alle 20.20
Curatori: Francesca Alinovi, Fondazione de Mitri, Mode2
Enti promotori:
- Autorità Portuale di Venezia
Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 8 per studenti / under 26 e su presentazione di un biglietto della 56. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Ingresso gratuito per bambini fino a 10 anni e per i membri di Associazione Inossidabile (tessera € 8)
E-Mail info: press@thebridgesofgraffiti.com
Sito ufficiale: http://www.thebridgesofgraffiti.com
"The Bridges of Graffiti" si posiziona trent’anni dopo “Arte di Frontiera. New York Graffiti”, la mostra curata da Francesca Alinovi che nel 1984 portò in Italia i principali esponenti del graffitismo newyorchese.
L’arte dei graffiti nasce infatti lungo le aree situate ai margini geografici di Manhattan, una zona di frontiera, ma anche “uno spazio intermedio tra cultura e natura, massa ed élite, bianco e nero, aggressività e ironia, immondizie e raffinatezze squisite”.
Dieci gli artisti in mostra - Boris Tellegen, Doze Green, Eron, Futura, Mode2, SKKI ©, Jayone, Todd James, Teach, Zero-T - che lavoreranno per la prima volta insieme per realizzare una singola opera collaborativa, una sorta di Hall of Fame sui muri dello spazio Arterminal, alla quale si aggiungeranno una serie di opere site specific create appositamente per l’evento.
“The Bridges of Graffiti” approderà in una frontiera vera e propria, il terminal passeggeri di San Basilio, costruendo un ponte ideale così che i più importanti contributi alla cultura del graffiti writing ad opera delle generazioni passate possano finalmente essere riconosciuti e contestualizzati. Un ponte tangibile oltre che teorico, con il tentativo di storicizzare le influenze e gli scambi culturali di artisti e opere che hanno attraversato l’oceano; la mostra è focalizzata su quegli esponenti del graffitismo che hanno in seguito sviluppato - o che già utilizzavano - uno stile figurativo e che hanno saputo evolversi e reinventarsi.
Il nome Arterminal (ovvero Terminal dell’Arte) vuole richiamare alla mente uno dei grandi contributi del porto alla Città: la dimensione internazionale, lo scambio e l'incontro tra diverse culture e quindi anche diverse forme artistiche. Come ieri il rapporto tra la Serenissima e l'Oriente ha portato a Venezia l'arte Bizantina, anche oggi l'apertura del water front veneziano all'arte e alla cultura può dar voce a realtà espressive differenti, tutte quelle che possiamo conoscere e raggiungere attraverso i viaggi e gli scambi commerciali.
È per questo che fin dall'inizio l'Autorità Portuale di Venezia ha collaborato per la realizzazione di questo progetto per riqualificare ulteriormente l'area portuale già aperta alla città e che Venezia Terminal Passeggeri, concessionaria del Terminal, ha investito per produrre l'allestimento architettonico.
Arterminal è quindi una metafora pertinente e che racconta, nel caso di questo primo esperimento una forma d'arte non convenzionale che viene messa in relazione con l'illustre tradizione della Biennale di Venezia.
Questi dialoghi verranno espressi attraverso un duplice percorso espositivo: i muri di San Basilio diventeranno una vera e propria tela dedicata alle espressioni più figurative, mentre gli spazi interni verranno allestiti al fine di documentare questa sfaccettata forma artistica con le immagini fotografiche di Henry Chalfant e Martha Cooper, contrapposte alle opere di quegli artisti che sono in seguito approdati nei principali musei internazionali e che sono stati supportati da committenti che hanno proiettato i loro valori nella cultura mainstream e nel mondo dell’arte.
L’allestimento sarà completato dalla creazione di uno spazio caffetteria e di BookShelves dedicati all’esposizione di libri e fanzine sulla storia dei graffiti, spazi realizzati su progetto di Boris Tellegen, artista che da sempre sperimenta con la tridimensionalità e con forme architettoniche grazie anche ai suoi studi in Industrial Design Engineering presso la TU Delft.
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