Modernikon
Modernikon - Arte contemporanea dalla Russia - Venezia
Dal 01 Giugno 2011 al 25 Settembre 2011
Venezia
Luogo: Casa dei Tre Oci
Indirizzo: Dorsoduro, Giudecca 43
Orari: Martedì-Domenica dalle 10 alle 18
Telefono per informazioni: +39 335 68 24 675
E-Mail info: info@treoci.org
Sito ufficiale: http://www.fsrr.org
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino e la Fondazione Victoria - The Art of being Contemporary di Mosca presentano a Venezia, durante la 54. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia, Modernikon . Arte contemporanea dalla Russia, a cura di Francesco Bonami e Irene Calderoni.
La mostra, realizzata con il Patrocinio del Ministero per gli Affari Esteri
e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, affianca il programma 2011 delle iniziative organizzate in occasione dell’Anno della Cultura e della Lingua italiana in Russia e della Cultura e della Lingua russa in Italia.
La mostra Modernikon, dopo essere stata presentata a Torino alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, giunge a Venezia in un riallestimento completamente nuovo, realizzato appositamente per gli spazi della Casa dei Tre Oci, futuro Centro Internazionale di Fotografia veneziano. Il palazzo, situato nell'Isola di Giudecca, riapre al pubblico completamente restaurato in questa occasione. All'interno della Casa dei Tre Oci, edificio realizzato all'inizio del '900 in stile neogotico, il percorso si snoda su tre piani attraverso le sale di quella che fu l'abitazione del pittore Mario De Maria.
La mostra esplora una scena giovane e in divenire, presentando al pubblico le più nuove
ed interessanti ricerche artistiche di un Paese che solo di recente si è proposto sulla scena
internazionale. Il sistema dell’arte contemporanea in Russia si è formato negli anni Novanta,
in concomitanza con gli estremi rivolgimenti politici e sociali seguiti alla caduta dell’Unione
Sovietica. In quel periodo molti artisti hanno considerato l’arte uno strumento d’intervento
sociale, un mezzo per agire direttamente sulla realtà, nella grande tradizione dell’avanguardia
storica. La nuova arte aveva connotazioni politiche e un’estetica radicale, caratterizzata dal
gusto per la provocazione e lo scandalo.
Oggi l’arte contemporanea russa è entrata in una nuova fase della sua evoluzione, come ha
dichiarato Anatoly Osmolovsky, uno tra i più interessanti e influenti artisti russi.
L’idea della pratica artistica come forma di azione diretta ha lasciato spazio a un approccio
più riflessivo che mette al centro l’opera d’arte, riconsiderando l’eredità modernista
e le sue ambizioni di rinnovamento sociale ed estetico. Il titolo della mostra, Modernikon,
fonde il riferimento al moderno con la più classica delle forme artistiche russe, è una parola
sospesa tra presente e passato, tra l’idea di un’immagine che vuol essere nuova e attuale e,
al contrario, la mitologia di un progetto culturale superato.
Gli artisti in mostra puntano lo sguardo su questo luogo sospeso, creando immagini caratte-
rizzate da una forte impronta autoriflessiva. Alcuni, tra cui lo stesso Osmolovsky, Dmitry Gutov, Victor Alimpiev, Vladimir Logutov, Stas Shuripa rivendicano lo spazio di un discorso
artistico autonomo, di un’opera d’arte indipendente dalla rappresentazione della realtà,
esplorando le potenzialità di ogni mezzo espressivo e di ogni genere artistico, da quelli
più tradizionali quali pittura e scultura a quelli contemporanei come il video e l’installazione.
Altri artisti percorrono una strada differente, recuperando immagini passate e ricaricandole
di dinamismo e materialità. Alexandra Galkina, Yakov Kazhdan, Anna Parkina, David
Ter-Oganyan si appropriano di un immaginario artistico riconoscibile, dal Suprematismo
e Costruttivismo alla cinematografia sovietica d’avanguardia, per crearne uno del tutto
nuovo, che parla del proprio tempo, di pressanti questioni politiche e sociali.
Queste emergono più direttamente nel lavoro di artisti quali Olga Chernysheva, Sergey
Bratkov, Alina Gutkina, che pur con linguaggi molto differenti esprimono un’urgenza
di racconto della realtà, dall’umanità post-sovietica alla giovane scena underground
alla poesia della vita quotidiana, immagini-documento che interrogano se stesse e il
proprio statuto di verità.
Un’opera in mostra, realizzata da Arseny Zhilyaev, riassume simbolicamente questo percorso.
Creando un monumento-archivio dell’avanguardia radicale degli anni Novanta, Zhilyaev
crea una mitologia dell’artista di ieri e, allo stesso tempo, apre il discorso ad un nuovo
spazio di creazione rivoluzionaria. L’esposizione include 20 artisti, alcuni dei quali
già conosciuti sulla scena internazionale e altri emergenti, che lavorano in una molteplicità
di mezzi espressivi, dalla pittura alla scultura, al video alla fotografia all’installazione.
Oltre ad opere già esistenti sono incluse numerose nuove produzioni commissionate
per l’esposizione.
La mostra è accompagnata da un ampio catalogo, pubblicato da SRR Press, che contiene la documentazione delle opere e saggi di critici italiani e russi.
La mostra, realizzata con il Patrocinio del Ministero per gli Affari Esteri
e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, affianca il programma 2011 delle iniziative organizzate in occasione dell’Anno della Cultura e della Lingua italiana in Russia e della Cultura e della Lingua russa in Italia.
La mostra Modernikon, dopo essere stata presentata a Torino alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, giunge a Venezia in un riallestimento completamente nuovo, realizzato appositamente per gli spazi della Casa dei Tre Oci, futuro Centro Internazionale di Fotografia veneziano. Il palazzo, situato nell'Isola di Giudecca, riapre al pubblico completamente restaurato in questa occasione. All'interno della Casa dei Tre Oci, edificio realizzato all'inizio del '900 in stile neogotico, il percorso si snoda su tre piani attraverso le sale di quella che fu l'abitazione del pittore Mario De Maria.
La mostra esplora una scena giovane e in divenire, presentando al pubblico le più nuove
ed interessanti ricerche artistiche di un Paese che solo di recente si è proposto sulla scena
internazionale. Il sistema dell’arte contemporanea in Russia si è formato negli anni Novanta,
in concomitanza con gli estremi rivolgimenti politici e sociali seguiti alla caduta dell’Unione
Sovietica. In quel periodo molti artisti hanno considerato l’arte uno strumento d’intervento
sociale, un mezzo per agire direttamente sulla realtà, nella grande tradizione dell’avanguardia
storica. La nuova arte aveva connotazioni politiche e un’estetica radicale, caratterizzata dal
gusto per la provocazione e lo scandalo.
Oggi l’arte contemporanea russa è entrata in una nuova fase della sua evoluzione, come ha
dichiarato Anatoly Osmolovsky, uno tra i più interessanti e influenti artisti russi.
L’idea della pratica artistica come forma di azione diretta ha lasciato spazio a un approccio
più riflessivo che mette al centro l’opera d’arte, riconsiderando l’eredità modernista
e le sue ambizioni di rinnovamento sociale ed estetico. Il titolo della mostra, Modernikon,
fonde il riferimento al moderno con la più classica delle forme artistiche russe, è una parola
sospesa tra presente e passato, tra l’idea di un’immagine che vuol essere nuova e attuale e,
al contrario, la mitologia di un progetto culturale superato.
Gli artisti in mostra puntano lo sguardo su questo luogo sospeso, creando immagini caratte-
rizzate da una forte impronta autoriflessiva. Alcuni, tra cui lo stesso Osmolovsky, Dmitry Gutov, Victor Alimpiev, Vladimir Logutov, Stas Shuripa rivendicano lo spazio di un discorso
artistico autonomo, di un’opera d’arte indipendente dalla rappresentazione della realtà,
esplorando le potenzialità di ogni mezzo espressivo e di ogni genere artistico, da quelli
più tradizionali quali pittura e scultura a quelli contemporanei come il video e l’installazione.
Altri artisti percorrono una strada differente, recuperando immagini passate e ricaricandole
di dinamismo e materialità. Alexandra Galkina, Yakov Kazhdan, Anna Parkina, David
Ter-Oganyan si appropriano di un immaginario artistico riconoscibile, dal Suprematismo
e Costruttivismo alla cinematografia sovietica d’avanguardia, per crearne uno del tutto
nuovo, che parla del proprio tempo, di pressanti questioni politiche e sociali.
Queste emergono più direttamente nel lavoro di artisti quali Olga Chernysheva, Sergey
Bratkov, Alina Gutkina, che pur con linguaggi molto differenti esprimono un’urgenza
di racconto della realtà, dall’umanità post-sovietica alla giovane scena underground
alla poesia della vita quotidiana, immagini-documento che interrogano se stesse e il
proprio statuto di verità.
Un’opera in mostra, realizzata da Arseny Zhilyaev, riassume simbolicamente questo percorso.
Creando un monumento-archivio dell’avanguardia radicale degli anni Novanta, Zhilyaev
crea una mitologia dell’artista di ieri e, allo stesso tempo, apre il discorso ad un nuovo
spazio di creazione rivoluzionaria. L’esposizione include 20 artisti, alcuni dei quali
già conosciuti sulla scena internazionale e altri emergenti, che lavorano in una molteplicità
di mezzi espressivi, dalla pittura alla scultura, al video alla fotografia all’installazione.
Oltre ad opere già esistenti sono incluse numerose nuove produzioni commissionate
per l’esposizione.
La mostra è accompagnata da un ampio catalogo, pubblicato da SRR Press, che contiene la documentazione delle opere e saggi di critici italiani e russi.
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