Massimo Mion. Sindoni - Fabric Portraits
Dal 12 Settembre 2014 al 28 Settembre 2014
Venezia
Luogo: Spazio Kanz
Indirizzo: Santa Croce 1592
Orari: da lunedì a venerdì 10-18
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 041 4763826
E-Mail info: info@kanzarchitetti.com
Sito ufficiale: http://www.kanzarchitetti.com/
Undici ritratti su stoffa emergono dalla superficie attraverso la luce.
Sindoni - Fabric Portraits è il titolo dell'installazione ideata da Massimo Mion che si inaugura venerdì 12 settembre (ore 18) allo Spazio Kanz a Venezia. Interamente dedicato all'universo femminile contemporaneo, il progetto parte dalle storie di donne, attinge al loro vissuto personale e restituisce un’ampia visionedell'essere femminile dentro trame di segni, forme e colori.
Street artist veneziano impegnato nella ricerca e applicazione dello stencil, Mion apre il suo urban style a uno dei temi più interpretati nella storia dell'arte e sperimenta un nuovo percorso di composizione. Vernici, bozzetti, cartoncini ritagliati a mano, sagome, colori spray vengono declinati su strati di stoffa pazientemente tagliata e retro-illuminata. I volti di donne che si incontrano ogni giorno, amiche, ma anche icone dello spettacolo e del cinema e perfino pornostar, accesi in successione, secondo una durata di illuminazione variabile, creano coreografie inaspettate e sempre diverse.
Luce, tempo e superficie
Allestita fino al 28 settembre tra le nude pareti di mattoni dello Spazio Kanz,a pochi passi dal Campo San Giacomo dall'Orio,Sindoni si compone di undici ritratti, ognuno dalle dimensioni di 30 x 40 cm, eseguiti esclusivamente attraverso le sfumature del bianco e nero che la luce lascia trasparire attraverso la stoffa.
Proposta con il patrocinio della Provincia di Venezia e realizzata nell'arco di un anno, l'installazione si ispira al significato dei tessuti impiegati per avvolgere i defunti nell'antichità, con l'obiettivo di dare una nuova identità al processo creativo dello stencil. “L'idea è di capovolgere il concetto stesso di stencil – racconta Massimo Mion- tecnica che utilizzo da qualche anno per produrre la maggior parte dei miei lavori. Nello stencil quello che si vede è la vernice che viene lasciata passare attraverso il foro inciso sulla superficie del cartoncino. In questo caso, invece, ciò che resta è la luce che passa attraverso la superficie stratificata della stoffa”.
Sono sottovesti vintage degli anni Cinquanta, una tovaglia di un corredo di matrimonio, un paio di lenzuola provenienti da un ospedale, i supporti alternativi impiegati in questa installazione. Tessuti usati e consunti, appartenuti a donne, che l'autore ha cercato e scelto per destinarli ad accogliere storie di altre donne. Il percorso spazia da volti malinconici a espressioni più assorte e contemplative, oppure fiere e sicure per approdare ad atteggiamenti provocanti, a raccontare emozioni e sentimenti innati nell'identità femminile. Un crescendo di espressioni e fisionomie catturate a partire da uno scatto fotografico, destrutturate e successivamente ricomposte, secondo gradazioni e contrasti cromatici che vivono in virtù della luce. Un sistema di retro illuminazione a led simula il bagliore di una candela e svela il volto raffigurato in una sequenza non prevedibile, instaurando un dialogo sempre nuovo con lo spettatore, rendendo unica la sua esperienza di visita.
Massimo Mion - Stencilism is a humanism
Il percorso di Massimo Mion nell'ambito della street art e in particolare dello stencil, ruota attorno al tema Stencilism is a Humanism, un gioco di parole ispirato all’opera L'existentialisme est un humanisme di Jean-PaulSartre che è anche un tributo a Banksy, uno dei più grandi artisti viventi, e alla sua prima mostra personale, a Los Angeles, dal titolo Existencilism.
A partire dalla sua terra d'origine, il Veneto, Mion è conosciuto in tutta Italia. Tre suoi murales si trovano a Milano, alla stazione di Porta Garibaldi. Sono Big Bad Wolf, ispirato a Cappuccetto rosso, The Garden, dove i bambini giocano in armonia in un parco e To The Canyon, dedicato alla scena finale del film Tempi moderni, mentre Colora il viaggio si trova alla stazione Greco Pirelli. Tra i protagonisti dell'Urban contest di Roma 2012, è stato selezionato in 2 edizioni del concorso indetto dall’Inail Dipingere la sicurezza sul lavoro. Per la Venetonight (2012) promossa da Ca' Foscari ha realizzato 4 icone di Philippe Daverio ispirandosi a Andy Warhol. E' vincitore del 6° concorso Murales a Lasino (Trento) e del concorso d’arte What’s the sound of your (he)art? organizzato lo scorso anno a Malcesine per il BluesFestival.
Sindoni - Fabric Portraits è il titolo dell'installazione ideata da Massimo Mion che si inaugura venerdì 12 settembre (ore 18) allo Spazio Kanz a Venezia. Interamente dedicato all'universo femminile contemporaneo, il progetto parte dalle storie di donne, attinge al loro vissuto personale e restituisce un’ampia visionedell'essere femminile dentro trame di segni, forme e colori.
Street artist veneziano impegnato nella ricerca e applicazione dello stencil, Mion apre il suo urban style a uno dei temi più interpretati nella storia dell'arte e sperimenta un nuovo percorso di composizione. Vernici, bozzetti, cartoncini ritagliati a mano, sagome, colori spray vengono declinati su strati di stoffa pazientemente tagliata e retro-illuminata. I volti di donne che si incontrano ogni giorno, amiche, ma anche icone dello spettacolo e del cinema e perfino pornostar, accesi in successione, secondo una durata di illuminazione variabile, creano coreografie inaspettate e sempre diverse.
Luce, tempo e superficie
Allestita fino al 28 settembre tra le nude pareti di mattoni dello Spazio Kanz,a pochi passi dal Campo San Giacomo dall'Orio,Sindoni si compone di undici ritratti, ognuno dalle dimensioni di 30 x 40 cm, eseguiti esclusivamente attraverso le sfumature del bianco e nero che la luce lascia trasparire attraverso la stoffa.
Proposta con il patrocinio della Provincia di Venezia e realizzata nell'arco di un anno, l'installazione si ispira al significato dei tessuti impiegati per avvolgere i defunti nell'antichità, con l'obiettivo di dare una nuova identità al processo creativo dello stencil. “L'idea è di capovolgere il concetto stesso di stencil – racconta Massimo Mion- tecnica che utilizzo da qualche anno per produrre la maggior parte dei miei lavori. Nello stencil quello che si vede è la vernice che viene lasciata passare attraverso il foro inciso sulla superficie del cartoncino. In questo caso, invece, ciò che resta è la luce che passa attraverso la superficie stratificata della stoffa”.
Sono sottovesti vintage degli anni Cinquanta, una tovaglia di un corredo di matrimonio, un paio di lenzuola provenienti da un ospedale, i supporti alternativi impiegati in questa installazione. Tessuti usati e consunti, appartenuti a donne, che l'autore ha cercato e scelto per destinarli ad accogliere storie di altre donne. Il percorso spazia da volti malinconici a espressioni più assorte e contemplative, oppure fiere e sicure per approdare ad atteggiamenti provocanti, a raccontare emozioni e sentimenti innati nell'identità femminile. Un crescendo di espressioni e fisionomie catturate a partire da uno scatto fotografico, destrutturate e successivamente ricomposte, secondo gradazioni e contrasti cromatici che vivono in virtù della luce. Un sistema di retro illuminazione a led simula il bagliore di una candela e svela il volto raffigurato in una sequenza non prevedibile, instaurando un dialogo sempre nuovo con lo spettatore, rendendo unica la sua esperienza di visita.
Massimo Mion - Stencilism is a humanism
Il percorso di Massimo Mion nell'ambito della street art e in particolare dello stencil, ruota attorno al tema Stencilism is a Humanism, un gioco di parole ispirato all’opera L'existentialisme est un humanisme di Jean-PaulSartre che è anche un tributo a Banksy, uno dei più grandi artisti viventi, e alla sua prima mostra personale, a Los Angeles, dal titolo Existencilism.
A partire dalla sua terra d'origine, il Veneto, Mion è conosciuto in tutta Italia. Tre suoi murales si trovano a Milano, alla stazione di Porta Garibaldi. Sono Big Bad Wolf, ispirato a Cappuccetto rosso, The Garden, dove i bambini giocano in armonia in un parco e To The Canyon, dedicato alla scena finale del film Tempi moderni, mentre Colora il viaggio si trova alla stazione Greco Pirelli. Tra i protagonisti dell'Urban contest di Roma 2012, è stato selezionato in 2 edizioni del concorso indetto dall’Inail Dipingere la sicurezza sul lavoro. Per la Venetonight (2012) promossa da Ca' Foscari ha realizzato 4 icone di Philippe Daverio ispirandosi a Andy Warhol. E' vincitore del 6° concorso Murales a Lasino (Trento) e del concorso d’arte What’s the sound of your (he)art? organizzato lo scorso anno a Malcesine per il BluesFestival.
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