Luogo e Segni
![Carol Rama, <em>Luogo e Segni</em>, 1975 | Courtesy of Pinault Collection | Courtesy of Archivio Carol Rama, Torino | Foto: Pino Dell'Aquila Carol Rama, <em>Luogo e Segni</em>, 1975 | Courtesy of Pinault Collection | Courtesy of Archivio Carol Rama, Torino | Foto: Pino Dell'Aquila](http://www.arte.it/foto/600x450/cd/88605-Rama.jpg)
Carol Rama, Luogo e Segni, 1975 | Courtesy of Pinault Collection | Courtesy of Archivio Carol Rama, Torino | Foto: Pino Dell'Aquila
Dal 24 Marzo 2019 al 15 Dicembre 2019
Venezia
Luogo: Punta della Dogana
Indirizzo: Dorsoduro 2
Orari: Mer - Lun 10 - 19 | Ultimo ingresso alle 18 | Mar chiuso
Curatori: Martin Bethenod, Mouna Mekouar
Costo del biglietto: Intero 18 € | Ridotto 15 €
Telefono per informazioni: +39 041 2401308
E-Mail info: visite@palazzograssi.it
Sito ufficiale: http://www.palazzograssi.it
Punta della Dogana presenta l’esposizione Luogo e Segni, a cura di Martin Bethenod, direttore di Palazzo Grassi – Punta della Dogana, e Mouna Mekouar, curatrice indipendente.
Luogo e Segni, che prende il nome dall’opera di Carol Rama presente in mostra, riunisce 36 artisti le cui opere intrattengono un rapporto particolare con il loro contesto urbano, sociale, politico, storico, intellettuale…
Sono 17 gli artisti presenti per la prima volta nell’ambito delle esposizioni della Pinault Collection a Venezia, tra i quali Berenice Abbot, Liz Deschenes, Trisha Donnelly, R. H. Quaytman... Tra loro anche tre artisti che hanno partecipato al programma di residenza d’artista promossa dalla Pinault Collection a Lens: Lucas Arruda, Hicham Berrada e Edith Dekyndt.
Le opere di questi artisti dialogano con alcuni dei lavori che hanno fatto la storia delle esposizioni a Punta della Dogana lungo i dieci anni dalla sua apertura nel 2009.
L’esposizione sarà accompagnata da un ampio programma di eventi, performance e incontri aperti al pubblico che avranno luogo a Punta della Dogana e al Teatrino di Palazzo Grassi.
Giovedì 6 giugno, alle 20.30, l’artista Hicham Berrada, tra i protagonisti della mostra, e il musicista Laurent Durupt presentano al Teatrino di Palazzo Grassi la video performance Presage.
Il lavoro dell’artista marocchino è fortemente influenzato dalla sua formazione scientifica, nelle sue opere intuizione e conoscenza, scienza e poesia coesistono. Nel 2018-2019 Berrada ha partecipato alla residenza d’artista della Pinault Collection a Lens ed espone per la prima volta negli spazi veneziani della collezione proprio nell’ambito della mostra Luogo e Segni, dove è presente con l’opera Mesk Ellil (2015-2019): una serie di teche che racchiudono Mesk Ellil, gelsomini o letteralmente muschi notturni, in cui l’artista, rovesciando il ciclo naturale del succedersi di notte e giorno, sovverte le condizioni ambientali delle piante per creare un giardino, una fantasia sensoriale.
“Presage” è parte dell’omonima serie di video performance sviluppata intorno alla metamorfosi di micro mondi fantastici, composti da elementi naturali e artificiali. L’artista riproduce paesaggi acquatici attivati chimicamente attraverso l’interazione tra minerali, acqua e composti artificiali di colori e forme diverse, racchiusi in teche di vetro che isolano questi piccoli ecosistemi dalla realtà circostante. I paesaggi immaginari che Berrada compone vengono proiettati simultaneamente su un grande schermo, concedendo al pubblico la possibilità di assistere alla creazione ed evoluzione di questi mondi. La performance è accompagnata da musica e suoni prodotti in tempo reale dal pianista e compositore Laurent Durupt, dando forma compiuta a un’esperienza altamente immersiva.
La serie Presage pone nuova luce sulla materia inorganica, generalmente intesa come statica e immutevole poiché caratterizzata da tempi evolutivi estremamente diversi da quelli dell’essere umano, mostrando invece le trasformazioni repentine generate dalle interazioni con alcune sostanze specifiche. Il mondo minerale assume quindi delle prerogative considerate proprie dei sistemi viventi in una dimensione che non risponde alle tradizionali leggi della fisica e invita così l’osservatore a sviluppare percorsi immaginifici, sperimentando la presenza inedita delle energie e delle forze scaturite dalla materia.
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