Jackson Pollock. Murale. Energia resa visibile
Dal 22 Aprile 2015 al 09 Novembre 2015
Venezia
Luogo: Collezione Peggy Guggenheim
Indirizzo: Dorsoduro 701
Orari: Tutti i giorni dalle 10 alle 18. Chiuso martedì
Curatori: David Anfam
Telefono per informazioni: +39 041 2405 411
E-Mail info: info@guggenheim-venice.it
Sito ufficiale: http://www.guggenheim-venice.it
Dal 23 aprile al 9 novembre 2015, la Collezione Peggy Guggenheim presenta, in anteprima assoluta europea, la mostra Jackson Pollock, Murale. Energia resa visibile, a cura di David Anfam, Senior Consulting Curator del Clyfford Still Museum di Denver e Direttore del Research Center, tra i massimi esperti dell’Espressionismo astratto. Si tratta di un’esposizione itinerante dedicata al monumentale Murale (1943, University of Iowa Museum of Art, Iowa City) che Jackson Pollock realizzò per l’appartamento newyorkese di Peggy Guggenheim, committente dell’opera, tra l’estate e l’autunno del 1943. Con i suoi 6 metri di lunghezza, il Murale è oggi considerato, da una parte della critica, il dipinto americano più importante del XX secolo e forse la prima opera caratterizzata da quel modus laborandi, che quattro anni dopo, sarebbe sfociato nella tecnica del dripping, o meglio pouring: un lungo e unico tempo di esecuzione dal quale l’autore era totalmente assorbito, come fosse lui stesso ‘parte integrante del quadro’. Dopo un importante intervento di conservazione e pulitura a cui è stato sottoposto presso il Getty Conservation Institute, e dopo essere stato esposto al J. Paul Getty Museum, Los Angeles e al Sioux City, Iowa, il Murale arriva per la prima volta in Italia, per la mostra a Palazzo Venier dei Leoni. David Anfam ha costruito intorno all’enorme opera un’esposizione che, con un’attenta selezione di una ventina di lavori, che includono anche artisti come David Smith, Clyfford Still e Barbara Morgan, intende leggere il dipinto sia nell’ambito della carriera di Pollock che della più ampia storia dell’evoluzione della pittura murale americana nella New York degli anni ‘40. Dopo la tappa veneziana, il Murale sarà esposto alla Deutsche Bank Kunsthalle di Berlino (25 novembre 2015 - 10 aprile 2016) e successivamente al Museo Picasso di Malaga. La mostra è organizzata dall’University of Iowa Museum of Art.
Jackson Pollock (1912-56) è con ogni probabilità l’artista più influente nella storia dell’arte americana e figura chiave nell’arte del XX secolo. Peggy Guggenheim è universalmente riconosciuta come colei che lo ha scoperto e ne ha designato il successo, ed effettivamente tale scoperta ha lasciato un segno indelebile sia nella carriera della mecenate, che nella storia stessa della sua galleria-museo newyorkese Art of This Century. Peggy conosce Pollock tra il 1942 e il ‘43 attraverso una serie di amici, Sebastian Matta, pittore surrealista cileno, James Johnson Sweeney, curatore del MoMA e futuro direttore del Museo Solomon R. Guggenheim, e Howard Putzel, amico, critico e gallerista. Ma fu un altro amico a convincerla del genio di questo artista allora pressoché sconosciuto, Piet Mondrian, in esilio a New York e giurato di una collettiva organizzata nella primavera del ‘43 nella galleria di Peggy. Putzel aveva insistito sull’inclusione di un quadro di Pollock, Figura stenografica, oggi al MoMA, tra le opere da scegliere per la mostra, ma fu solo Mondrian, secondo un aneddoto nell’autobiografia di Jimmy Ernst, figlio di Max, a convincere Peggy che l’opera dell’artista americano, doveva essere assolutamente esposta. Da lì cominciò la fortuna di Pollock. Nel luglio del ‘43, l’artista firma un contratto con la galleria della collezionista, grazie al quale comincia a ricevere uno stipendio, divenendo allora l’unico pittore a New York, secondo i suoi biografi Steven White Naifeh e Gregory Smith, ad avere un tale privilegio.
Nel 1949, grazie ad un articolo pubblicato su Life Magazine, con la domanda “Jackson Pollock. È il più grande artista americano vivente?” Pollock raggiunge finalmente notorietà e successo. Con il suo arrivo a Venezia alla fine anni ‘40, Peggy porta con sé le opere di Pollock e la consapevolezza di aver esportato un’assoluta novità artistica. Nel 1950 la collezionista gli organizza una mostra al Museo Correr, si tratta della sua prima personale in Europa. I critici Bruno Alfieri, Oreste Ferrari e Giuseppe Marchiori aiutano Peggy nell’organizzazione, e in tre settimane, tra luglio e agosto, la mostra accoglie oltre 10.000 visitatori. Due delle opere in mostra erano già state donate allo Stedelijk Museum di Amsterdam, e negli anni a seguire Peggy donerà altre sedici tele con lo scopo di diffondere la notorietà di Pollock. Molti musei in America, a Tel Aviv e Roma hanno beneficiato di opere che oggi sono tra i capisaldi delle loro collezioni. A Palazzo Venier dei Leoni rimangono oggi undici opere di Pollock, componenti cruciali della storia dell’arte del ‘900, ma anche ricordo di una vicenda che ha fortemente segnato la vita e la carriera di Peggy.
La mostra Jackson Pollock, Murale. Energia resa visibile sarà accompagnata da un’esaustiva pubblicazione di David Anfam, edita da Thames & Hudson in italiano e inglese.
Jackson Pollock (1912-56) è con ogni probabilità l’artista più influente nella storia dell’arte americana e figura chiave nell’arte del XX secolo. Peggy Guggenheim è universalmente riconosciuta come colei che lo ha scoperto e ne ha designato il successo, ed effettivamente tale scoperta ha lasciato un segno indelebile sia nella carriera della mecenate, che nella storia stessa della sua galleria-museo newyorkese Art of This Century. Peggy conosce Pollock tra il 1942 e il ‘43 attraverso una serie di amici, Sebastian Matta, pittore surrealista cileno, James Johnson Sweeney, curatore del MoMA e futuro direttore del Museo Solomon R. Guggenheim, e Howard Putzel, amico, critico e gallerista. Ma fu un altro amico a convincerla del genio di questo artista allora pressoché sconosciuto, Piet Mondrian, in esilio a New York e giurato di una collettiva organizzata nella primavera del ‘43 nella galleria di Peggy. Putzel aveva insistito sull’inclusione di un quadro di Pollock, Figura stenografica, oggi al MoMA, tra le opere da scegliere per la mostra, ma fu solo Mondrian, secondo un aneddoto nell’autobiografia di Jimmy Ernst, figlio di Max, a convincere Peggy che l’opera dell’artista americano, doveva essere assolutamente esposta. Da lì cominciò la fortuna di Pollock. Nel luglio del ‘43, l’artista firma un contratto con la galleria della collezionista, grazie al quale comincia a ricevere uno stipendio, divenendo allora l’unico pittore a New York, secondo i suoi biografi Steven White Naifeh e Gregory Smith, ad avere un tale privilegio.
Nel 1949, grazie ad un articolo pubblicato su Life Magazine, con la domanda “Jackson Pollock. È il più grande artista americano vivente?” Pollock raggiunge finalmente notorietà e successo. Con il suo arrivo a Venezia alla fine anni ‘40, Peggy porta con sé le opere di Pollock e la consapevolezza di aver esportato un’assoluta novità artistica. Nel 1950 la collezionista gli organizza una mostra al Museo Correr, si tratta della sua prima personale in Europa. I critici Bruno Alfieri, Oreste Ferrari e Giuseppe Marchiori aiutano Peggy nell’organizzazione, e in tre settimane, tra luglio e agosto, la mostra accoglie oltre 10.000 visitatori. Due delle opere in mostra erano già state donate allo Stedelijk Museum di Amsterdam, e negli anni a seguire Peggy donerà altre sedici tele con lo scopo di diffondere la notorietà di Pollock. Molti musei in America, a Tel Aviv e Roma hanno beneficiato di opere che oggi sono tra i capisaldi delle loro collezioni. A Palazzo Venier dei Leoni rimangono oggi undici opere di Pollock, componenti cruciali della storia dell’arte del ‘900, ma anche ricordo di una vicenda che ha fortemente segnato la vita e la carriera di Peggy.
La mostra Jackson Pollock, Murale. Energia resa visibile sarà accompagnata da un’esaustiva pubblicazione di David Anfam, edita da Thames & Hudson in italiano e inglese.
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