Io lavoro qui. Dentro e fuori le carceri

Io lavoro qui. Dentro e fuori le carceri, Officina delle Zattere, Venezia

 

Dal 25 Settembre 2014 al 26 Ottobre 2014

Venezia

Luogo: Officina delle Zattere

Indirizzo: Fondamenta Nani, Dorsoduro 947

Orari: da martedì a domenica 11-19

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 041 5234348

E-Mail info: info@arteeventi.com

Sito ufficiale: http://www.officinadellezattere.it


Il 25 settembre alle ore 18.30 all’Officina delle Zattere di Venezia inaugurerà la mostra fotografica “Io lavoro qui. Dentro e fuori le carceri” organizzata dalla Cooperativa sociale Rio Terà dei Pensieri in occasione del ventennale delle sue attività. La mostra nasce dalla collaborazione con il fotografo Giorgio Bombieri a cui è stato affidato il compito di ritrarre i volti della cooperativa di oggi e spaccati del lavoro quotidiano. Attraverso le immagini vengono offerti spunti preziosi per valorizzare il contributo che le persone, libere o detenute, hanno saputo dare allo sviluppo della cooperativa e delle sue attività in questi venti anni di esperienza, e per riflettere su come l’impegno ed il lavoro possono porre le basi di una rinascita per quelle persone detenute che non vogliamo ritenere condannate a vita per i loro errori. La cooperativa è nata nel 1994 da un dialogo ai due lati del parlatorio del carcere per offrire opportunità di formazione e lavoro ai detenuti e alle detenute, perché il lavoro dà un senso al tempo speso dietro le sbarre e abbassa la recidiva, perché un detenuto che lavora sperimenta relazioni sane, impara, ricostruisce un ponte con il mondo e con il suo futuro, perché crediamo che non serva un carcere che punisce e umilia, ma un carcere che aiuta a non ripetere gli stessi errori. La cooperativa ha scelto di puntare sul lavoro manuale e artigianale di elevata qualità e sulla possibilità che i frutti di questo lavoro trovassero collocazione e riscontro nel mondo libero attraverso la vendita. Si tratta di veri e propri “oggetti ambasciatori” che racchiudono e testimoniano la storia e l’esperienza di chi li ha lavorati, la loro voglia di riscatto, diventando entità positive, simbolo di un incontro e di conseguenti inedite e dinamiche ricomposizioni. Ambasciatori di quegli aspetti positivi che l’esperienza della detenzione può dare e che può scoprirsi come valore anche per l’intera società.

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