Ettore Spalletti. Palazzo Cini
Dal 24 Aprile 2015 al 23 Agosto 2015
Venezia
Luogo: Palazzo Cini
Indirizzo: Dorsoduro 864
Orari: 11-19 (ultimo ingresso 18.15). Chiuso il martedì
Enti promotori:
- Fondazione Giorgio Cini
Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 8
Telefono per informazioni: +39 041 2710217
E-Mail info: palazzocini@cini.it
Sito ufficiale: http://www.cini.it/
Promossa dalla Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con ASLC Progetti per l’arte – Verona, la mostra inaugura il secondo piano della Galleria di Palazzo Cini a San Vio, in occasione dell’apertura stagionale della casa-museo.
L’esposizione che Ettore Spalletti presenterà a Palazzo Cini sarà particolarmente meditata. L’artista, lontano da quella forma di seducente notorietà che talvolta il contemporaneo regala, lavorerà ragionando sul luogo, ascoltandolo, osservandone le variazioni di luce, studiandone lo spazio. Le stanze del secondo piano del Palazzo, recentemente rinnovate, accoglieranno una mostra espressione di una relazione profonda con uno spazio che era, e rimane nell’intento dell’artista, domestico; allo stesso tempo i capolavori d’arte antica esposti nella Galleria al piano nobile saranno una presenza importante per Spalletti, come racconto della vita del luogo.
La varietà, la complessità e la profondità di questo maestro dell’arte contemporanea italiana, condurrà il visitatore/ospite attraverso un’esperienza visiva avvolgente e familiare. Le opere di Ettore Spalletti sono state esposte nei più prestigiosi spazi museali, italiani e stranieri. Recentemente GAM di Torino, MADRE di Napoli e MAXXI di Roma, hanno dedicato al Maestro un’importante retrospettiva del suo percorso artistico – dalla pittura alla scultura fino alle installazioni ambientali. Oltre ad aver rappresentato l’Italia alla Biennale di Venezia e a due edizioni di Documenta a Kassel, Spalletti è uno dei più rappresentativi esponenti dell’arte contemporanea.
Ettore Spalletti è un artista che indaga la relazione tra la natura e l’astrazione, dove centrale è l’esperienza del paesaggio. Coniuga la memoria del classico con la modernità, filtrandolo attraverso la sua raffinata sensibilità estetica. È un pittore che fa della monocromia la metafora della sua sensibilità percettiva, ma vive il rapporto tra pittura e scultura come articolazione del colore e dei volumi nello spazio, esplorando vari materiali, come: l’alabastro, il marmo, l’onice, la foglia d’oro, i metalli e le pietre preziose, la carta e il pigmento puro.
Così lui stesso descrive il suo lavoro nel catalogo della retrospettiva che nel 2014 il Madre di Napoli, il MAXXI di Roma e la GAM di Torino gli hanno dedicato congiuntamente: “ Per me il rapporto con l’arte è andare o gni giorno in studio, passeggiare all’interno, guardarsi attorno. Accorgersi d’improvviso di un colore che si avvicina, provare a fermarlo, sentire ancora la forma, pensare alle linee della geometria: orizzontale, verticale, obliqua, curva... poi rompere la geometria stessa, la sua rigidità, riempiendola con una materia che, come fumo, si frantumi in un pulviscolo sottile. In studio sposto un lavoro per cercare un’ombra e, forse, nella sensazione di quell’ombra, trovare un nuovo colore. I colori nascono così, uno dopo l’altro. I colori che caratterizzano di più il mio lavoro sono l’azzurro e il rosa. L’azzurro è un colore atmosferico, in cui siamo continuamente immersi, è il colore del cielo. Uso il rosa come il colore dell’incarnato, che non ha mai una fissit à, ma si trasforma insieme all’umore: da gioioso diventa pallido oppure livido. Il grigio invece per me è accoglienza, accompagna bene tutti gli altri colori”.
Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, 1940) a partire dalla metà degli anni Settanta, ha creato un linguaggio sospeso tra pittura e scultura, in una attenzione rivolta alla luce ed allo spazio, ricordando tanto l’astrazione moderna, quanto le geometrie della pittura rinascimentale. Mostre personali gli sono state dedicate da istituzioni prestigiose come il Museum Folkwang di Essen (1982), il Museum Van Hedendaagse Kunst di Gent (1983), la Halle d’art contemporain di Rennes (1988), il De Appel di Amsterdam, il Kunstverein di Monaco (1989), Portikus a Francoforte (1989), il Musée d’Art Moderne de la Vi lle di Parigi (1991), l’IVAM di Valencia (1992), il Solomon R. Guggenheim Museum di New York (1993), il Museum van Hedendaagse Kunst di Anversa (1995), il Musée d’Art Moderne e Contemporain di Strasburgo (1998), il Museo di Capodimonte a Napoli (1999), la Fundaciòn La Caixa di Madrid (2000), l’Henry Moore Institute di Leeds (2005), l’Accademia di Francia - Villa Medici a Roma (2006), il Museum Kurhaus di Kleve (2009), la Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma (2010), il museo MAXXI di Roma, il Museo MADRE di Napoli, la GAM di Torino (2014). Diverse le partecipazioni a mostre internazionali, tra cui le edizioni VII e IX di Documenta a Kassel (1982 e 1992) e la XL Biennale (1982), la XLIV Biennale (1993), la XLVI Biennale (1995), la XLVII Biennale (1997) di Venezia.
L’esposizione che Ettore Spalletti presenterà a Palazzo Cini sarà particolarmente meditata. L’artista, lontano da quella forma di seducente notorietà che talvolta il contemporaneo regala, lavorerà ragionando sul luogo, ascoltandolo, osservandone le variazioni di luce, studiandone lo spazio. Le stanze del secondo piano del Palazzo, recentemente rinnovate, accoglieranno una mostra espressione di una relazione profonda con uno spazio che era, e rimane nell’intento dell’artista, domestico; allo stesso tempo i capolavori d’arte antica esposti nella Galleria al piano nobile saranno una presenza importante per Spalletti, come racconto della vita del luogo.
La varietà, la complessità e la profondità di questo maestro dell’arte contemporanea italiana, condurrà il visitatore/ospite attraverso un’esperienza visiva avvolgente e familiare. Le opere di Ettore Spalletti sono state esposte nei più prestigiosi spazi museali, italiani e stranieri. Recentemente GAM di Torino, MADRE di Napoli e MAXXI di Roma, hanno dedicato al Maestro un’importante retrospettiva del suo percorso artistico – dalla pittura alla scultura fino alle installazioni ambientali. Oltre ad aver rappresentato l’Italia alla Biennale di Venezia e a due edizioni di Documenta a Kassel, Spalletti è uno dei più rappresentativi esponenti dell’arte contemporanea.
Ettore Spalletti è un artista che indaga la relazione tra la natura e l’astrazione, dove centrale è l’esperienza del paesaggio. Coniuga la memoria del classico con la modernità, filtrandolo attraverso la sua raffinata sensibilità estetica. È un pittore che fa della monocromia la metafora della sua sensibilità percettiva, ma vive il rapporto tra pittura e scultura come articolazione del colore e dei volumi nello spazio, esplorando vari materiali, come: l’alabastro, il marmo, l’onice, la foglia d’oro, i metalli e le pietre preziose, la carta e il pigmento puro.
Così lui stesso descrive il suo lavoro nel catalogo della retrospettiva che nel 2014 il Madre di Napoli, il MAXXI di Roma e la GAM di Torino gli hanno dedicato congiuntamente: “ Per me il rapporto con l’arte è andare o gni giorno in studio, passeggiare all’interno, guardarsi attorno. Accorgersi d’improvviso di un colore che si avvicina, provare a fermarlo, sentire ancora la forma, pensare alle linee della geometria: orizzontale, verticale, obliqua, curva... poi rompere la geometria stessa, la sua rigidità, riempiendola con una materia che, come fumo, si frantumi in un pulviscolo sottile. In studio sposto un lavoro per cercare un’ombra e, forse, nella sensazione di quell’ombra, trovare un nuovo colore. I colori nascono così, uno dopo l’altro. I colori che caratterizzano di più il mio lavoro sono l’azzurro e il rosa. L’azzurro è un colore atmosferico, in cui siamo continuamente immersi, è il colore del cielo. Uso il rosa come il colore dell’incarnato, che non ha mai una fissit à, ma si trasforma insieme all’umore: da gioioso diventa pallido oppure livido. Il grigio invece per me è accoglienza, accompagna bene tutti gli altri colori”.
Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, 1940) a partire dalla metà degli anni Settanta, ha creato un linguaggio sospeso tra pittura e scultura, in una attenzione rivolta alla luce ed allo spazio, ricordando tanto l’astrazione moderna, quanto le geometrie della pittura rinascimentale. Mostre personali gli sono state dedicate da istituzioni prestigiose come il Museum Folkwang di Essen (1982), il Museum Van Hedendaagse Kunst di Gent (1983), la Halle d’art contemporain di Rennes (1988), il De Appel di Amsterdam, il Kunstverein di Monaco (1989), Portikus a Francoforte (1989), il Musée d’Art Moderne de la Vi lle di Parigi (1991), l’IVAM di Valencia (1992), il Solomon R. Guggenheim Museum di New York (1993), il Museum van Hedendaagse Kunst di Anversa (1995), il Musée d’Art Moderne e Contemporain di Strasburgo (1998), il Museo di Capodimonte a Napoli (1999), la Fundaciòn La Caixa di Madrid (2000), l’Henry Moore Institute di Leeds (2005), l’Accademia di Francia - Villa Medici a Roma (2006), il Museum Kurhaus di Kleve (2009), la Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma (2010), il museo MAXXI di Roma, il Museo MADRE di Napoli, la GAM di Torino (2014). Diverse le partecipazioni a mostre internazionali, tra cui le edizioni VII e IX di Documenta a Kassel (1982 e 1992) e la XL Biennale (1982), la XLIV Biennale (1993), la XLVI Biennale (1995), la XLVII Biennale (1997) di Venezia.
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