EniWAY. Architettura, arte e città
Dal 18 Marzo 2014 al 03 Aprile 2014
Venezia
Luogo: Iuav - Spazio espositivo “Gino Valle”
Indirizzo: Dorsoduro 2196
Orari: lun - ven 9-19
Curatori: Fernanda De Maio, Vito Ciringione, Claudio Mistura
Enti promotori:
- Università Iuav venezia
Telefono per informazioni: +39 041 2571011-12
E-Mail info: archivioprogetti@iuav.it
Sito ufficiale: http://www.iuav.it/archivioprogetti
Convegno a cura di Fernanda De Maio
Comitato scientifico: Fernanda De Maio, Alberto Ferlenga, Serena Maffioletti, Chiara Baglione, Massimiliano Savorra
Mostra a cura di Vito Ciringione e Claudio Mistura
con Antonella D’Aulerio e Teresita Scalco
Organizzazione: Archivio Progetti, Scuola di dottorato
Dai motel alle nuove città: progetti, esiti, utopie della cultura aziendale Eni da Mattei ai concorsi del ’68
Nel 1952 Enrico Mattei affida all'architetto Mario Bacciocchi l'incarico per lo studio di un prototipo avveniristico di stazione di servizio da realizzare in tutta Italia. Si inaugura così quella straordinaria stagione di progetti e realizzazioni che contribuirà alla trasformazione del territorio italiano e alla costruzione dell'identità moderna di una nazione lavoratrice e orgogliosa.
È principalmente un'architettura costituita da uffici, quartieri residenziali e villaggi vacanze per i dipendenti, allestimenti fieristici, stazioni di servizio e motel diffusi in tutto il paese e all’estero, progetti commissionati ad alcuni dei protagonisti del dibattito architettonico di quegli anni, chiamati non a realizzare singoli interventi, ma a ideare prototipi, progettare città e costruire nuovi paesaggi.
Gli interventi al convegno e ancor di più la mostra presenteranno le opere più significative elaborate per l'Eni, dall’era Mattei fino ai concorsi del ‘68, esponendo disegni originali e riproduzioni di Mario Bacciocchi, Marco Bacigalupo e Ugo Ratti, Costantino Dardi, Ignazio Gardella, Edoardo Gellner, Marcello Nizzoli e Mario Oliveri, Mario Ridolfi.
EniWAY. Architettura, arte e città
All’indomani del tragico attentato di Bascapé in cui morì il fondatore dell’ente italiano idrocarburi Enrico Mattei fu l’opacità dell’intrigo mortale a prevalere nella narrazione del contributo che l’azienda di stato aveva offerto al processo di modernizzazione del nostro paese. Testimone di quel clima è il capolavoro cine-documentario di Francesco Rosi, Il caso Mattei.
Sono occorsi quasi cinquant’anni perché mostre grandi e piccole, itineranti e stanziali, accanto ad alcuni convegni e altrettante pubblicazioni cominciassero a mettere fuoco il ruolo che eni ha avuto nel cambiare il volto dell’Italia da paese agricolo a potenza industriale, negli anni successivi al secondo dopoguerra - non solo in termini economici grazie allo sviluppo di una politica energetica volta a far uscire il nostro paese da una posizione di sudditanza nei confronti dei paesi detentori dell’oro nero - ma anche attraverso uno specifico contributo di azienda mecenate in campo artistico e di committente di eccezione in campo urbanistico ed architettonico.
Se a guidare questo impegno fosse una strategia di comunicazione aziendale o una precisa visione dell’Italia futura dello stesso Mattei e del suo think tank, come si direbbe oggi, o piuttosto l’intreccio di entrambi i fattori, è questione non del tutto risolta. Comunque si ponga la questione, la straordinarietà di quella stagione emerge anche attraverso la cultura di massa grazie allo sceneggiato tv Enrico Mattei-l’uomo che guardava al futuro del 2009.
Così mentre, in questo scorcio di XXI secolo, l’Italia sembra abdicare alle proprie aspirazioni industriali, anche all’interno dell’ateneo del progetto, lo Iuav, è apparso importante ripercorrere le tappe di quella tradizione che lungo il novecento ha trasformato il nostro paese, soprattutto oggi che è possibile attingere alla gran quantità di materiali relativi a progetti e realizzazioni ammassati negli archivi privati dei professionisti custoditi presso istituzioni pubbliche ed enti di ricerca, non per gusto rievocativo, ma per dare rilievo a come, in una precisa stagione, intellettuali e creativi accanto a industriali spregiudicati e visionari hanno potuto compiere “il miracolo italiano”.
Non sempre gli esiti furono capolavori e nei casi più modesti segnarono anche il punto d’inizio della aggressione al paesaggio del bel paese.
Lo Iuav, che al proprio interno custodisce una cospicua parte di quegli archivi e che tra i propri docenti e ricercatori annovera diversi studiosi di progetti, architetti e artisti della costellazione eni - anche perché propri docenti, Costantino Dardi e Carlo Scarpa, e allievi, Edoardo Gellner, furono parte di quella costellazione - intende con questo convegno e la mostra ad esso collegata offrire il proprio contributo, benché parziale e certamente non definitivo, al dibattito in corso.
Tanto il convegno che la mostra sono scanditi in due parti con titoli non sovrapposti.
Si tratta, infatti, di momenti con specifiche modalità comunicative che tra loro hanno il ruolo di intrecciare questioni e temi con l’obiettivo di far scaturire inedite interpretazioni in ciascun fruitore.
Ciò che con l’evento eniWay lo Iuav intende mettere a fuoco è l’approccio complesso e non omologante dell’azienda di stato nei confronti di territori e contesti. Approccio reso possibile anche attraverso la scelta dei propri architetti e artisti; così se il convegno attraverso i titoli delle sue sessioni - la via italiana alla modernizzazione del territorio: dall’Agip all’eni e L’eni dopo Mattei – prende spunto da una ricostruzione cronologica degli eventi strettamente connessa alle vicende dell’azienda di Stato, per dar corpo e coerenza alla polifonia di interventi prevista, la mostra - nelle due sezioni intitolate Infrastrutture e Insediamenti - privilegia una esposizione per tipologie d’interventi, lungo lo stivale, per narrare il succedersi e sovrapporsi di progetti e realizzazioni della galassia eni; in aula Gino Valle infatti sono esposti i progetti e le realizzazioni legati alle infrastrutture della mobilità mentre in Archivio progetti sono esposti i progetti degli insediamenti diffusi dal nord a sud sotto l’egida del cane a sei zampe.
Tanto il convegno che la mostra incrociano letture e materiali noti ad altri del tutto inediti e preziosa per il reperimento del corpus di materiali esposti è stata la collaborazione con l’Archivio Storico dell’eni, con lo CSAC di Parma e con l’Accademia di San Luca.
Programma del convegno:
18 marzo 2014
Cotonificio, auditorium
9.30 saluti e introduzione
Alberto Ferlenga, Fernanda De Maio, Lucia Nardi
10.30 I sessione
La via italiana alla modernizzazione del territorio: dall’Agip all’Eni
Luigi Latini
Nei campi di Bascapè. Pietro Porcinai e il memoriale per Enrico Mattei
Giuseppe Accorinti
Ma Enrico Mattei avrebbe meritato anche una laurea H.C. in Architettura?
Marco Mulazzani
Le colonie d'impresa: dall'Agip all'Eni
Marco Bertozzi
Cinema dal petrolio. L’Eni e il documentario d'impresa
Massimiliano Savorra
Un professionista al servizio dell’Eni.
L’opera di Mario Bacciocchi (1902-1974) dalle carte del suo archivio
Chiara Baglione
“Dalle profondità della terra, energia per il lavoro italiano”: architetti, artisti e intellettuali per l’Eni alla Fiera di Milano
Franco Mancuso
Enrico Mattei e l'architettura: la "breve stagione" di Edoardo Gellner
13 >14 buffet
14.30 inaugurazione della mostra
spazio espositivo Gino Valle
e spazio espositivo Archivio Progetti
introduce Serena Maffioletti
16.00 II sessione
L’Eni dopo Mattei
Vito Ciringione
La “città” Anic a Gela. Un segnale di modernità nella Sicilia del 1960
Giuseppe Marsala
Trasformare il Moderno. Ricerche e progetti per il quartiere Macchitella a Gela
Claudio Mistura
Costantino Dardi: architetture per Agip
Mauro Marzo
La torre per il Motel Agip di Mario Ridolfi
Comitato scientifico: Fernanda De Maio, Alberto Ferlenga, Serena Maffioletti, Chiara Baglione, Massimiliano Savorra
Mostra a cura di Vito Ciringione e Claudio Mistura
con Antonella D’Aulerio e Teresita Scalco
Organizzazione: Archivio Progetti, Scuola di dottorato
Dai motel alle nuove città: progetti, esiti, utopie della cultura aziendale Eni da Mattei ai concorsi del ’68
Nel 1952 Enrico Mattei affida all'architetto Mario Bacciocchi l'incarico per lo studio di un prototipo avveniristico di stazione di servizio da realizzare in tutta Italia. Si inaugura così quella straordinaria stagione di progetti e realizzazioni che contribuirà alla trasformazione del territorio italiano e alla costruzione dell'identità moderna di una nazione lavoratrice e orgogliosa.
È principalmente un'architettura costituita da uffici, quartieri residenziali e villaggi vacanze per i dipendenti, allestimenti fieristici, stazioni di servizio e motel diffusi in tutto il paese e all’estero, progetti commissionati ad alcuni dei protagonisti del dibattito architettonico di quegli anni, chiamati non a realizzare singoli interventi, ma a ideare prototipi, progettare città e costruire nuovi paesaggi.
Gli interventi al convegno e ancor di più la mostra presenteranno le opere più significative elaborate per l'Eni, dall’era Mattei fino ai concorsi del ‘68, esponendo disegni originali e riproduzioni di Mario Bacciocchi, Marco Bacigalupo e Ugo Ratti, Costantino Dardi, Ignazio Gardella, Edoardo Gellner, Marcello Nizzoli e Mario Oliveri, Mario Ridolfi.
EniWAY. Architettura, arte e città
All’indomani del tragico attentato di Bascapé in cui morì il fondatore dell’ente italiano idrocarburi Enrico Mattei fu l’opacità dell’intrigo mortale a prevalere nella narrazione del contributo che l’azienda di stato aveva offerto al processo di modernizzazione del nostro paese. Testimone di quel clima è il capolavoro cine-documentario di Francesco Rosi, Il caso Mattei.
Sono occorsi quasi cinquant’anni perché mostre grandi e piccole, itineranti e stanziali, accanto ad alcuni convegni e altrettante pubblicazioni cominciassero a mettere fuoco il ruolo che eni ha avuto nel cambiare il volto dell’Italia da paese agricolo a potenza industriale, negli anni successivi al secondo dopoguerra - non solo in termini economici grazie allo sviluppo di una politica energetica volta a far uscire il nostro paese da una posizione di sudditanza nei confronti dei paesi detentori dell’oro nero - ma anche attraverso uno specifico contributo di azienda mecenate in campo artistico e di committente di eccezione in campo urbanistico ed architettonico.
Se a guidare questo impegno fosse una strategia di comunicazione aziendale o una precisa visione dell’Italia futura dello stesso Mattei e del suo think tank, come si direbbe oggi, o piuttosto l’intreccio di entrambi i fattori, è questione non del tutto risolta. Comunque si ponga la questione, la straordinarietà di quella stagione emerge anche attraverso la cultura di massa grazie allo sceneggiato tv Enrico Mattei-l’uomo che guardava al futuro del 2009.
Così mentre, in questo scorcio di XXI secolo, l’Italia sembra abdicare alle proprie aspirazioni industriali, anche all’interno dell’ateneo del progetto, lo Iuav, è apparso importante ripercorrere le tappe di quella tradizione che lungo il novecento ha trasformato il nostro paese, soprattutto oggi che è possibile attingere alla gran quantità di materiali relativi a progetti e realizzazioni ammassati negli archivi privati dei professionisti custoditi presso istituzioni pubbliche ed enti di ricerca, non per gusto rievocativo, ma per dare rilievo a come, in una precisa stagione, intellettuali e creativi accanto a industriali spregiudicati e visionari hanno potuto compiere “il miracolo italiano”.
Non sempre gli esiti furono capolavori e nei casi più modesti segnarono anche il punto d’inizio della aggressione al paesaggio del bel paese.
Lo Iuav, che al proprio interno custodisce una cospicua parte di quegli archivi e che tra i propri docenti e ricercatori annovera diversi studiosi di progetti, architetti e artisti della costellazione eni - anche perché propri docenti, Costantino Dardi e Carlo Scarpa, e allievi, Edoardo Gellner, furono parte di quella costellazione - intende con questo convegno e la mostra ad esso collegata offrire il proprio contributo, benché parziale e certamente non definitivo, al dibattito in corso.
Tanto il convegno che la mostra sono scanditi in due parti con titoli non sovrapposti.
Si tratta, infatti, di momenti con specifiche modalità comunicative che tra loro hanno il ruolo di intrecciare questioni e temi con l’obiettivo di far scaturire inedite interpretazioni in ciascun fruitore.
Ciò che con l’evento eniWay lo Iuav intende mettere a fuoco è l’approccio complesso e non omologante dell’azienda di stato nei confronti di territori e contesti. Approccio reso possibile anche attraverso la scelta dei propri architetti e artisti; così se il convegno attraverso i titoli delle sue sessioni - la via italiana alla modernizzazione del territorio: dall’Agip all’eni e L’eni dopo Mattei – prende spunto da una ricostruzione cronologica degli eventi strettamente connessa alle vicende dell’azienda di Stato, per dar corpo e coerenza alla polifonia di interventi prevista, la mostra - nelle due sezioni intitolate Infrastrutture e Insediamenti - privilegia una esposizione per tipologie d’interventi, lungo lo stivale, per narrare il succedersi e sovrapporsi di progetti e realizzazioni della galassia eni; in aula Gino Valle infatti sono esposti i progetti e le realizzazioni legati alle infrastrutture della mobilità mentre in Archivio progetti sono esposti i progetti degli insediamenti diffusi dal nord a sud sotto l’egida del cane a sei zampe.
Tanto il convegno che la mostra incrociano letture e materiali noti ad altri del tutto inediti e preziosa per il reperimento del corpus di materiali esposti è stata la collaborazione con l’Archivio Storico dell’eni, con lo CSAC di Parma e con l’Accademia di San Luca.
Programma del convegno:
18 marzo 2014
Cotonificio, auditorium
9.30 saluti e introduzione
Alberto Ferlenga, Fernanda De Maio, Lucia Nardi
10.30 I sessione
La via italiana alla modernizzazione del territorio: dall’Agip all’Eni
Luigi Latini
Nei campi di Bascapè. Pietro Porcinai e il memoriale per Enrico Mattei
Giuseppe Accorinti
Ma Enrico Mattei avrebbe meritato anche una laurea H.C. in Architettura?
Marco Mulazzani
Le colonie d'impresa: dall'Agip all'Eni
Marco Bertozzi
Cinema dal petrolio. L’Eni e il documentario d'impresa
Massimiliano Savorra
Un professionista al servizio dell’Eni.
L’opera di Mario Bacciocchi (1902-1974) dalle carte del suo archivio
Chiara Baglione
“Dalle profondità della terra, energia per il lavoro italiano”: architetti, artisti e intellettuali per l’Eni alla Fiera di Milano
Franco Mancuso
Enrico Mattei e l'architettura: la "breve stagione" di Edoardo Gellner
13 >14 buffet
14.30 inaugurazione della mostra
spazio espositivo Gino Valle
e spazio espositivo Archivio Progetti
introduce Serena Maffioletti
16.00 II sessione
L’Eni dopo Mattei
Vito Ciringione
La “città” Anic a Gela. Un segnale di modernità nella Sicilia del 1960
Giuseppe Marsala
Trasformare il Moderno. Ricerche e progetti per il quartiere Macchitella a Gela
Claudio Mistura
Costantino Dardi: architetture per Agip
Mauro Marzo
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