Alessandro Valeri. Sepphoris
![Alessandro Valeri, <em>SEPPHORIS</em>, Venezia, Molino Stucky Alessandro Valeri, <em>SEPPHORIS</em>, Venezia, Molino Stucky](http://www.arte.it/foto/600x450/77/31931-1.jpg)
Alessandro Valeri, SEPPHORIS, Venezia, Molino Stucky
Dal 07 Maggio 2015 al 22 Novembre 2015
Venezia
Luogo: Molino Stucky
Indirizzo: Isola della Giudecca, Fondamenta di San Biagio 812
Curatori: Raffaele Gavarro
Sito ufficiale: http://sepphorisproject.org
Evento collaterale della 56. Esposizione Internazionale d'Arte - la Biennale di Venezia
La storia di un luogo che diventa la storia del mondo e di come e quanto l’arte possa fare qualcosa di concreto per cambiarlo. Questa è la storia di Sepphoris, un progetto nato da una visita quasi casuale di Alessandro Valeri nel 2011 all’orfanotrofio di Tsippori, nei pressi di Nazareth, in Israele: un luogo speciale, situato in un kibbutz ebraico, in un territorio prevalentemente abitato da arabi musulmani, dove un piccolo gruppo di suore dell’Ordine delle Figlie di Sant’Anna ha aperto un orfanotrofio che accoglie bambini di tutte le etnie e di tutte le fedi, nel quale non è praticata alcuna opera di evangelizzazione.
Durante la visita, durata diversi giorni, Valeri scatta una serie di foto della struttura e dei bambini, cercando di cogliere il senso della straordinarietà di un luogo che sembrava risolvere tutte le contraddizioni presenti in quella terra, nella costituzione di una semplice comunità di persone.
Quello è stato l’inizio di un percorso che ha portato negli anni alla decisione di mostrare la banalità del bene, o della normalità, cercando di dare un contributo diretto al miglioramento delle condizioni di vita ed economiche dell’orfanotrofio.
L’installazione Sepphoris, allestita nell’atrio interno del Molino Stucky alla Giudecca, è il risultato della volontà e della tenacia di Valeri, a cui si è aggiunta quella di tanti altri che hanno deciso di contribuire e di sostenere il progetto.
Quindici tele di tre metri per tre, appese alle travature dell’atrio si avvitano verso l’alto per venticinque metri, creando una spettacolare vertigine in cui le immagini fotografiche, completate da interventi pittorici, raccontano la storia dell’orfanotrofio di Tsippori. Le opere sono state donate all’orfanotrofio, serviranno per ottenere beni di prima necessità e ristrutturare e sanare parti dell’edificio in cui opera. L’installazione è accompagnata da un video proiettato in una sala laterale dell’atrio del Molino..
Sepphoris è accompagnata da un catalogo bilingue, introdotto da un testo del curatore, che contiene la documentazione fotografica delle opere e dei disegni preparatori e le immagini del backstage del video, a cura di Olivia Arcangeli.
La storia di un luogo che diventa la storia del mondo e di come e quanto l’arte possa fare qualcosa di concreto per cambiarlo. Questa è la storia di Sepphoris, un progetto nato da una visita quasi casuale di Alessandro Valeri nel 2011 all’orfanotrofio di Tsippori, nei pressi di Nazareth, in Israele: un luogo speciale, situato in un kibbutz ebraico, in un territorio prevalentemente abitato da arabi musulmani, dove un piccolo gruppo di suore dell’Ordine delle Figlie di Sant’Anna ha aperto un orfanotrofio che accoglie bambini di tutte le etnie e di tutte le fedi, nel quale non è praticata alcuna opera di evangelizzazione.
Durante la visita, durata diversi giorni, Valeri scatta una serie di foto della struttura e dei bambini, cercando di cogliere il senso della straordinarietà di un luogo che sembrava risolvere tutte le contraddizioni presenti in quella terra, nella costituzione di una semplice comunità di persone.
Quello è stato l’inizio di un percorso che ha portato negli anni alla decisione di mostrare la banalità del bene, o della normalità, cercando di dare un contributo diretto al miglioramento delle condizioni di vita ed economiche dell’orfanotrofio.
L’installazione Sepphoris, allestita nell’atrio interno del Molino Stucky alla Giudecca, è il risultato della volontà e della tenacia di Valeri, a cui si è aggiunta quella di tanti altri che hanno deciso di contribuire e di sostenere il progetto.
Quindici tele di tre metri per tre, appese alle travature dell’atrio si avvitano verso l’alto per venticinque metri, creando una spettacolare vertigine in cui le immagini fotografiche, completate da interventi pittorici, raccontano la storia dell’orfanotrofio di Tsippori. Le opere sono state donate all’orfanotrofio, serviranno per ottenere beni di prima necessità e ristrutturare e sanare parti dell’edificio in cui opera. L’installazione è accompagnata da un video proiettato in una sala laterale dell’atrio del Molino..
Sepphoris è accompagnata da un catalogo bilingue, introdotto da un testo del curatore, che contiene la documentazione fotografica delle opere e dei disegni preparatori e le immagini del backstage del video, a cura di Olivia Arcangeli.
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