58. Mostra Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia. Padiglione del Perù - Christian Bendayán. Indios Antropòfagos
Dal 10 Maggio 2019 al 24 Novembre 2019
Venezia
Luogo: Sestiere di Castello
Indirizzo: Campo della Tana 2169/F
Orari: 10 - 18. Venerdì e sabato, fino al 5 ottobre, chiusura ore 20
Curatori: Gustavo Buntinx’s
Enti promotori:
- Patronato Culturale di Perù
- sponzzorizato dall’Istituto Culturale Peruviano Nordamericano (ICPNA)
- Ministero di Cultura del Perù
- Ministero di Affari Internazionali di Perù
- Ministero di Comercio Estero e Turismo (OCEX)
- El Comercio e Fondazione Wiese
- PromPeru
- Cerámica San Lorenzo
Dal 2016 il Patronato Culturale del Perù organizza e sponsorizza la partecipazione nazionale e ufficiale del Padiglione che rappresenta questo paese aprendo una finestra sia ai professionisti del settore culturale sia ad una grande quantità di pubblico che visita la più antica biennale d’arte del mondo, La Biennale d’Arte di Venezia. Si tratta di uno scenario perfetto per mettere in mostra l’arte e cultura peruviana e le sue particolarità e differenze con altri padiglioni e paesi partecipanti.
In occasione ed in attinenza con la tematica della prossima edizione della biennale d’arte di Venezia intitolata May You Live In Interesting Times e curata da Ralph Rugoff, attuale direttore della Hayward Gallery di Londra, è stato scelto il progetto artistico dell’artista peruviano Christian Bendayán che stato proposto dal curatore Gustavo Buntinx’s attraverso un concorso pubblico organizzato dal Patronato del Perù con il supporto del Ministerio della Cultura di peruviano. Una giuria internazionale di specialisti del mondo dell’arte ha ritenuto e scelto le opere di questo artista dato che il suo progetto e lavoro creativo è stato giudicato perfettamente “in tema” con la proposta dal curatore dell’evento di questa presente edizione.
L’Amazzonia è uno dei paesaggi più importanti al mondo ed occupa circa il 60% del territorio del Perù. Da tutto ciò nasce quindi la necessità di sensibilizzare a livello globale i paesi di tutto il mondo. L’artista rappresenta in tutte le sue opere l’Amazzonia come scenario e protagonista al tempo stesso, l’Amazzonia ed il Perù nell’attualità. In merito sarà possibile ammirare imensi dipinti “murales” all’interno dei meravigliosi spazi della sede dell’Arsenale della città lagunare durante tutto il periodo espositivo della Biennale d’Arte 2019 abbinati ad una selezione di pitture ed illustrazioni di Otto Michael (rinomato entomologo tedesco) e antiche cartoline fotografiche elaborate dallo spagnolo Manuel Rodríguez Lira ed altri artisti.
Saranno presenti inoltre le opere dell’artista contemporaneo Segundo Cardiño ed altri artisti. Il progetto artistico non si ferma alla mera esposizione delle opere bensì il tutto sarà accompagnato dalle melodie musicali create per Fil Uno, compositore e musicista peruviano riconosciuto internazionalmente e promosso dalla collaborazione con l’Università Scientifica del Perù, Chamber Orchestra ed il coro di Loreto.
La Mostra “Indios Antropófagos” propone un progetto che studia e mette in discussione un territorio ed una situazione molto fragile come è l’Amazzonia. Si trata della visione di quel paradiso che rappresenta la cultura peruviana dalle origini e come si è evoluta nel tempo dal punta di vista non solo visivo ma anche storico. L’artista propone uno sviluppo concettuale ed un poco retrò nelle sue opere che rappresentano la sensualità oltre che aspetti sensoriali legati al territorio includendo inoltre tutti gli aspetti tangibili del giorno d’oggi.
L’artista presenta una Amazzonia costruita, ma non solo dal punto di vista solo architettonico o paesaggistico, bensì dove le persone che la abitano e che abitano attualmente in Perù vengono rappresentate nelle sue opere come parte vivente della realtà e dell’attualità del paese, un’Amazzonia costruita e popolata.
Nel suo lavoro è importante anche il ruolo della natura che conversa con le personalità raffigurate nelle sue opere e che vogliono rappresentare il cambiamento storico, culturale e sessuale. Icone come una farfalla, animale che di solito si trova nella selva amazzonica e nella natura, simbolizza questa rivoluzione sessuale e vorrebbe simoleggiare anche un recupero critico delle origini del paese peruviano.
Allo stesso tempo le farfalle si mimetizzano nella natura stessa, come i comportamenti socio culturali del giorno d’oggi, dove spesso si ha la necessità di “nascondere” per poi rifiorire e mostrare, una volta accetati, tutto il loro splendore. In coordinazione con il lavoro esposto del artista (illustrazioni e murales) saranno anche esposti diverse ceramiche storiche che riflessano come era intesa l’area dell’Amazzonia e come si è evoluta dal periodo della Belle Époque ad oggi. Dall’Europa l’Amazzonia era concepita come esotica, pura natura, e dall’Europa stessa, il Perù importava mosaici europei per costruire edifici ancora visitabili in diversi luoghi nella selva amazzonica.
Verranno inoltre esposte diverse cartoline storiche che mostrano la maniera in cui i famosi “sauvages”, indigeni che abitavano l’area, vengono ritratatti in scene esotiche e situazioni particolarmente originali affascinando i visitatori europei. Questo scambio culturale vvenuto a quei tempi si riflessa nelle opere dell’artista che mosta come nell’attualità avviengono situazioni simili e viene rappresentato con personaggi travestiti o incomprensi nella cultura attuale. É importante ricordare che l’Amazonia rappresenta il 60% del territorio peruviano.
Grazie ad iniziative artistiche e creative come questa, nel contesto della Biennale d’Arte di Venezia e sostenute da diversi organismi, si vuole sensibilizzare la tematica e dare importanza e visibilità per comprendere una realtà fragile di un terrritorio così importante ed affascinante a livello internazionale attraverso gli occhi degli artisti peruviani.
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