Ambrogio Pozzi. Tra arte e design
Dal 09 Giugno 2013 al 07 Luglio 2013
Viggiù | Varese
Luogo: Museo Enrico Butti
Indirizzo: viale Varese 4
Orari: martedì, giovedì e venerdì 14-17.30; mercoledì e sabato 10-12/ 14-17.30; domenica 10-12/ 15.30-19
Curatori: Laura Conconi
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0332 486510
E-Mail info: biblioviggiu@libero.it
Sito ufficiale: http://www.viggiu-in-rete.org/newsite/Default.asp
La mostra Ambrogio Pozzi tra arte e design giunge al Museo Butti dopo la tappa nella città di Varese e precisamente negli spazi del Museo Bertoni e dello Spazio Rossi del Liceo Artistico A. Frattini. L’esposizione nata con lo scopo di rendere omaggio a una delle eccellenze della provincia di Varese - che segnò la storia del design stesso - giunge a Viggiù in una nuova veste. Per l’occasione l’attenzione sarà, infatti, focalizzata sulla produzione dell’ultimo ventennio del designer gallaratese, ovvero sui pezzi unici caratterizzati da una maggiore artisticità e sugli oggetti in serie in cui l’aspetto della funzionalità cade in secondo piano.
La versione proposta al Museo Butti si arricchirà dei pezzi unici realizzati per l’evento fieristico del 1994, Abitare il tempo, al quale Ambrogio Pozzi partecipò nella sezione del Friuli Venezia Giulia, curata da Ugo La Pietra, con prototipi di oggetti per giardino. Saranno, inoltre, riproposti i pezzi prodotti dalla Ceramica Rometti in cui centrale è il tema del profilo, quali Presenza G (2006) e Doppiapresenza M (2006), Jazz (2006) e Diabolik (2009), che dialogheranno con le prime Presenze per la Ceramica Ibis del 1999 e l’ultima realizzata 2011 caratterizzata da una maggiore complessità delle forme.
Tale casistica dialogherà con la sua produzione ispirata e contaminata da culture extraeuropee, il cui interesse andò a pari passo con la sua sensibilità per tematiche ambientali: i monumentali piatti La cabala e Pensieri ecologici entrambi del 2008, insieme alla Venere (2009) di Ceramiche Rometti e i Vasi Sciamani (2011) ne sono un esempio. Infine, sarà riproposto un nucleo di oggetti la cui genesi si trova nell’interesse per i racconti leggendari e biblici unitamente al tentativo di creare iconografie rinnovate facendo spesso ricorso all’espediente del profilo; esplicative sono il gruppo di opere create a Castellamonte in occasione del workshop tenutosi nel 2002, il piatto con Omaggio a Salomè (2006) ed infine gli inediti Omaggi a Giuda e Orfeo del 2011. Un percorso variegato che nasce dall’intento di rendere omaggio al genio di Ambrogio Pozzi mostrandone la poliedrica personalità di intellettuale, artista e designer.
Ambrogio Pozzi nasce a Varese nel 1931. Si forma nel clima, del nascente Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate, presso l’Istituto Statale di Faenza e affiancando il padre, con il fratello Carlo, nel lavoro alla Ceramica Franco Pozzi, con sede prima a Bolladello e poi a Gallarate. Per la fornace paterna propone forme funzionali, dalle linee semplici che rispondevano a esigenze di ottimizzazione dello spazio secondo strategie di impilabilità e plurifunzionalità. Summa di tali requisiti fu il servizio da bordo per prima e seconda classe prodotto da Richard Ginori per Alitalia (1969-1970). Di questo periodo si ricorda, inoltre, il servizio Duo (1968) di Rosenthal, per il quale ricevette la medaglia dal Presidente della Repubblica, e Primaluna (1973) prodotto ispirato alla forma innovativa del superellisse, prodotto dalla Ceramica Franco Pozzi che fu esposto al MOMA di New York nel 1980.
Dopo la chiusura della Ceramica Franco Pozzi nel 1980, Ambrogio Pozzi apre un proprio studio. In un momento di nuova creatività, sospinto dalle ricerche del Postmodernismo, Pozzi crea decorazioni che si pongono in un dialogo irriverente con l’oggetto d’uso: esemplari sono Tazza d’autore (1987) prodotta per Rosenthal e i servizi Enigma e Crack (1987) per ACR. Congiunge questi nuovi interessi con lo studio delle figure della gestalt: nascono Quattro chiacchiere (2004) per Rosenthal o Presenze e Doppie Presenze (2006) per la Ceramica Rometti. A partire dal 1986 fino al 2007, riformula l’iconografia tradizionale del presepe presentando formule inedite di grande sintesi e modernità come Presepe – Aspetto Totemico (1986) e Presepe – Parto (2007). L’amore per i maestri del Novecento non tramonterà mai, testimoni sono le ceramiche create durante il workshop in Korea (2003) e tutta la serie i manufatti realizzati in occasione della collaborazione con l’Istituto Statale F. Faccio di Castellamonte (2002 e 2009). Ma ancora le Veneri (2009) di Rometti appaiono un felice connubio tra i colli allungati di Modigliani e la famosa Venere di Willendorf, infine le innumerevoli serie dal titolo Presenze celesti (2006), Presenze Sciamane (2006) o semplicemente Presenze (2011) non possono non ricordare l’amore di Ambrogio Pozzi per Mirò, maestro anche di ceramica, ma ancora Henry Moore o il periodo più surrealista di Pablo Picasso.
Ambrogio Pozzi fu insignito di diversi premi, tra i quali si ricordano: Premio A. Palladio per il disegno industriale di Vicenza, vinto diverse volte all’inizio della sua carriera insieme al I.F. Die Gite Industrieform di Hannover, Premio Internazionale Faenza, Medaglia d’Oro del Presidente della Repubblica per Forma Duo Rosenthal nel 1968 e per il servizio da bordo per Alitalia nel 1973, Premio Macef nel 1973, 1976 e 1997, Premio Internazionale Design Ceramico nel 2000, infine Premio Oscar Ballardini 2011 per il Design promosso dal Ministero Istruzione Università e Ricerca.
La versione proposta al Museo Butti si arricchirà dei pezzi unici realizzati per l’evento fieristico del 1994, Abitare il tempo, al quale Ambrogio Pozzi partecipò nella sezione del Friuli Venezia Giulia, curata da Ugo La Pietra, con prototipi di oggetti per giardino. Saranno, inoltre, riproposti i pezzi prodotti dalla Ceramica Rometti in cui centrale è il tema del profilo, quali Presenza G (2006) e Doppiapresenza M (2006), Jazz (2006) e Diabolik (2009), che dialogheranno con le prime Presenze per la Ceramica Ibis del 1999 e l’ultima realizzata 2011 caratterizzata da una maggiore complessità delle forme.
Tale casistica dialogherà con la sua produzione ispirata e contaminata da culture extraeuropee, il cui interesse andò a pari passo con la sua sensibilità per tematiche ambientali: i monumentali piatti La cabala e Pensieri ecologici entrambi del 2008, insieme alla Venere (2009) di Ceramiche Rometti e i Vasi Sciamani (2011) ne sono un esempio. Infine, sarà riproposto un nucleo di oggetti la cui genesi si trova nell’interesse per i racconti leggendari e biblici unitamente al tentativo di creare iconografie rinnovate facendo spesso ricorso all’espediente del profilo; esplicative sono il gruppo di opere create a Castellamonte in occasione del workshop tenutosi nel 2002, il piatto con Omaggio a Salomè (2006) ed infine gli inediti Omaggi a Giuda e Orfeo del 2011. Un percorso variegato che nasce dall’intento di rendere omaggio al genio di Ambrogio Pozzi mostrandone la poliedrica personalità di intellettuale, artista e designer.
Ambrogio Pozzi nasce a Varese nel 1931. Si forma nel clima, del nascente Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate, presso l’Istituto Statale di Faenza e affiancando il padre, con il fratello Carlo, nel lavoro alla Ceramica Franco Pozzi, con sede prima a Bolladello e poi a Gallarate. Per la fornace paterna propone forme funzionali, dalle linee semplici che rispondevano a esigenze di ottimizzazione dello spazio secondo strategie di impilabilità e plurifunzionalità. Summa di tali requisiti fu il servizio da bordo per prima e seconda classe prodotto da Richard Ginori per Alitalia (1969-1970). Di questo periodo si ricorda, inoltre, il servizio Duo (1968) di Rosenthal, per il quale ricevette la medaglia dal Presidente della Repubblica, e Primaluna (1973) prodotto ispirato alla forma innovativa del superellisse, prodotto dalla Ceramica Franco Pozzi che fu esposto al MOMA di New York nel 1980.
Dopo la chiusura della Ceramica Franco Pozzi nel 1980, Ambrogio Pozzi apre un proprio studio. In un momento di nuova creatività, sospinto dalle ricerche del Postmodernismo, Pozzi crea decorazioni che si pongono in un dialogo irriverente con l’oggetto d’uso: esemplari sono Tazza d’autore (1987) prodotta per Rosenthal e i servizi Enigma e Crack (1987) per ACR. Congiunge questi nuovi interessi con lo studio delle figure della gestalt: nascono Quattro chiacchiere (2004) per Rosenthal o Presenze e Doppie Presenze (2006) per la Ceramica Rometti. A partire dal 1986 fino al 2007, riformula l’iconografia tradizionale del presepe presentando formule inedite di grande sintesi e modernità come Presepe – Aspetto Totemico (1986) e Presepe – Parto (2007). L’amore per i maestri del Novecento non tramonterà mai, testimoni sono le ceramiche create durante il workshop in Korea (2003) e tutta la serie i manufatti realizzati in occasione della collaborazione con l’Istituto Statale F. Faccio di Castellamonte (2002 e 2009). Ma ancora le Veneri (2009) di Rometti appaiono un felice connubio tra i colli allungati di Modigliani e la famosa Venere di Willendorf, infine le innumerevoli serie dal titolo Presenze celesti (2006), Presenze Sciamane (2006) o semplicemente Presenze (2011) non possono non ricordare l’amore di Ambrogio Pozzi per Mirò, maestro anche di ceramica, ma ancora Henry Moore o il periodo più surrealista di Pablo Picasso.
Ambrogio Pozzi fu insignito di diversi premi, tra i quali si ricordano: Premio A. Palladio per il disegno industriale di Vicenza, vinto diverse volte all’inizio della sua carriera insieme al I.F. Die Gite Industrieform di Hannover, Premio Internazionale Faenza, Medaglia d’Oro del Presidente della Repubblica per Forma Duo Rosenthal nel 1968 e per il servizio da bordo per Alitalia nel 1973, Premio Macef nel 1973, 1976 e 1997, Premio Internazionale Design Ceramico nel 2000, infine Premio Oscar Ballardini 2011 per il Design promosso dal Ministero Istruzione Università e Ricerca.
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