Aisthesis - All’origine delle sensazioni. Robert Irwin and James Turrell at Villa Panza. Works 1960s, 1970s and now
Dal 27 Novembre 2013 al 08 Dicembre 2014
Varese
Luogo: Villa e Collezione Panza
Indirizzo: piazzale Litta 1
Orari: 10-18
Telefono per informazioni: +39 0332 283960
E-Mail info: s.biagioni@fondoambiente.it
Sito ufficiale: http://www.fondoambiente.it/
Il FAI – Fondo Ambiente Italiano presenta dal 27 novembre 2013 al 30 ottobre 2014 “AESTHESIS - All’origine delle sensazioni. Robert Irwin and James Turrell at Villa Panza. Works 1960s, 1970s and NOW”, una mostra di respiro internazionale che intende documentare la ricerca e la poetica di James Turrell e Robert Irwin, protagonisti dell’arte ambientale americana. Due grandi artisti, già presenti nella collezione di Varese dagli anni Settanta grazie alla lungimiranza di Giuseppe Panza di Biumo che commissionò loro i memorabili site specific - Varese Portal Room, Varese Scrim, Varese Window Room (1973) di Robert Irwin e Sky Window I, Sky Space I e Virga (1976) di Turrell – che hanno segnato in maniera definitiva la relazione tra l’uso dell’architettura e la creazione di nuove esperienze visive.
Luce, percezione e spazio: questi gli elementi fondanti della sperimentazione di Irwin e Turrell che tanto colpirono Giuseppe Panza fin dal loro primo incontro agli inizi degli anni Settanta e che hanno condotto i due artisti verso un’ esperienza mai tentata prima nella storia dell’arte.
Il progetto espositivo - realizzato in collaborazione con il Los Angeles County Museum of Arts (LACMA), il Guggenheim Museum di New York e il Getty Research di Los Angeles - coinvolgerà i visitatori in un articolato percorso in tutta la Villa: dal primo piano, l’ala nord e sud, ai Rustici e alle Scuderie del piano terra.
Ventuno opere in mostra tra proiezioni, installazioni e opere site-specific racconteranno il lavoro dei due artisti, il loro singolare utilizzo della luce come medium creativo e il colto e fecondo rapporto con Giuseppe Panza di Biumo
Per questa importante esposizione Robert Irwin e James Turrell realizzeranno opere inedite ad hoc per gli spazi della Villa. Per la Scuderia Grande Turrell ha pensato a un Ganzfeld: un ambiente ampio, chiuso e quasi senza soluzione di continuità. Le sofisticatissime luci programmate insieme a uno spazio apparentemente vuoto impediscono agli occhi del visitatore di attaccarsi a qualunque specifica parte dell’architettura, rendendo quindi difficile percepire la differenza tra le sensazioni visive generate internamente ed esternamente. “Non si è più sicuri di quale sia l’alto e quale il basso” dice James Turrell “ Sono interessato a un nuovo paesaggio senza orizzonte”. Il termine Ganzfeld significa “campo totale” e deriva, infatti, da un’espressione della psicologia che indica l’effetto disorientante dell’essere immersi in un campo visuale omogeneo come potrebbe essere durante una tempesta di neve o quando si vola tra le nuvole.
Ad aprire la mostra Afrum I (White) di Turrell, realizzata nel 1966 e collezionata da Giuseppe Panza nei primi anni Settanta, oggi conservata al Guggenheim Museum di New York. L’opera è un’installazione che attraverso la proiezione della luce permette allo spettatore di scorgere un cubo luminoso fluttuare in un angolo della stanza, come se la luce fosse una presenza palpabile. Sbattendo le palpebre o cambiando posizione, il cubo scompare e la luce scivola di piatto sulla superficie della parete, richiamando così l’attenzione sulla sua delicata ed elusiva natura. Nelle sale adiacenti si scopre Untitled di Irwin che segna l’incipit del dialogo tra i due protagonisti della mostra. L’opera è un disco convesso di acrilico del 1969, proveniente dal Museum of Contemporary Art di San Diego, che sottolinea la necessità per l’artista di eludere il rettangolo tradizionale della pittura estendendosi, con l’utilizzo della luce naturale e della luce artificiale, oltre i confini del nostro stato di coscienza in una fisicità indeterminata.
Tra le opere presenti anche gli Holograms di Turrell, lavori tecnicamente complessi, realizzati con scrupolose e imprevedibili esposizioni di film olografico in grado di trattenere frammenti di luce multidimensionali. Gli Holograms esposti nella galleria al primo piano, in relazione con gli spazi e gli arredi originali della Villa - documentano le continue innovazioni tecnologiche dell’artista californiano realizzate con l’approfondimento del suo interesse per le molteplici proprietà della luce.
A corredo della mostra sarà presente una sezione documentaria con la corrispondenza, le fotografie e i progetti provenienti dal Getty Library Research di Los Angeles e dal Guggenheim Museum di New York. Inoltre interviste video - realizzate appositamente per la mostra – approfondiranno le relazioni, le connessioni e i rapporti intercorsi negli anni tra Giuseppe Panza, Robert Irwin e James Turrell.
La mostra è cura di Michael Govan, Direttore del LACMA di Los Angeles e Anna Bernardini, Direttore di Villa e Collezione Panza.
Il progetto espositivo è reso possibile grazie a JT International SA (JTI), partner istituzionale di Villa e Collezione Panza, con cui la Fondazione ha avviato una collaborazione pluriennale volta a valorizzare e promuovere le attività culturali e le opere di restauro di questo straordinario Bene.
Grazie al prezioso contributo di eni che in qualità di sponsor sostiene la Fondazione in questo importante progetto.
Luce, percezione e spazio: questi gli elementi fondanti della sperimentazione di Irwin e Turrell che tanto colpirono Giuseppe Panza fin dal loro primo incontro agli inizi degli anni Settanta e che hanno condotto i due artisti verso un’ esperienza mai tentata prima nella storia dell’arte.
Il progetto espositivo - realizzato in collaborazione con il Los Angeles County Museum of Arts (LACMA), il Guggenheim Museum di New York e il Getty Research di Los Angeles - coinvolgerà i visitatori in un articolato percorso in tutta la Villa: dal primo piano, l’ala nord e sud, ai Rustici e alle Scuderie del piano terra.
Ventuno opere in mostra tra proiezioni, installazioni e opere site-specific racconteranno il lavoro dei due artisti, il loro singolare utilizzo della luce come medium creativo e il colto e fecondo rapporto con Giuseppe Panza di Biumo
Per questa importante esposizione Robert Irwin e James Turrell realizzeranno opere inedite ad hoc per gli spazi della Villa. Per la Scuderia Grande Turrell ha pensato a un Ganzfeld: un ambiente ampio, chiuso e quasi senza soluzione di continuità. Le sofisticatissime luci programmate insieme a uno spazio apparentemente vuoto impediscono agli occhi del visitatore di attaccarsi a qualunque specifica parte dell’architettura, rendendo quindi difficile percepire la differenza tra le sensazioni visive generate internamente ed esternamente. “Non si è più sicuri di quale sia l’alto e quale il basso” dice James Turrell “ Sono interessato a un nuovo paesaggio senza orizzonte”. Il termine Ganzfeld significa “campo totale” e deriva, infatti, da un’espressione della psicologia che indica l’effetto disorientante dell’essere immersi in un campo visuale omogeneo come potrebbe essere durante una tempesta di neve o quando si vola tra le nuvole.
Ad aprire la mostra Afrum I (White) di Turrell, realizzata nel 1966 e collezionata da Giuseppe Panza nei primi anni Settanta, oggi conservata al Guggenheim Museum di New York. L’opera è un’installazione che attraverso la proiezione della luce permette allo spettatore di scorgere un cubo luminoso fluttuare in un angolo della stanza, come se la luce fosse una presenza palpabile. Sbattendo le palpebre o cambiando posizione, il cubo scompare e la luce scivola di piatto sulla superficie della parete, richiamando così l’attenzione sulla sua delicata ed elusiva natura. Nelle sale adiacenti si scopre Untitled di Irwin che segna l’incipit del dialogo tra i due protagonisti della mostra. L’opera è un disco convesso di acrilico del 1969, proveniente dal Museum of Contemporary Art di San Diego, che sottolinea la necessità per l’artista di eludere il rettangolo tradizionale della pittura estendendosi, con l’utilizzo della luce naturale e della luce artificiale, oltre i confini del nostro stato di coscienza in una fisicità indeterminata.
Tra le opere presenti anche gli Holograms di Turrell, lavori tecnicamente complessi, realizzati con scrupolose e imprevedibili esposizioni di film olografico in grado di trattenere frammenti di luce multidimensionali. Gli Holograms esposti nella galleria al primo piano, in relazione con gli spazi e gli arredi originali della Villa - documentano le continue innovazioni tecnologiche dell’artista californiano realizzate con l’approfondimento del suo interesse per le molteplici proprietà della luce.
A corredo della mostra sarà presente una sezione documentaria con la corrispondenza, le fotografie e i progetti provenienti dal Getty Library Research di Los Angeles e dal Guggenheim Museum di New York. Inoltre interviste video - realizzate appositamente per la mostra – approfondiranno le relazioni, le connessioni e i rapporti intercorsi negli anni tra Giuseppe Panza, Robert Irwin e James Turrell.
La mostra è cura di Michael Govan, Direttore del LACMA di Los Angeles e Anna Bernardini, Direttore di Villa e Collezione Panza.
Il progetto espositivo è reso possibile grazie a JT International SA (JTI), partner istituzionale di Villa e Collezione Panza, con cui la Fondazione ha avviato una collaborazione pluriennale volta a valorizzare e promuovere le attività culturali e le opere di restauro di questo straordinario Bene.
Grazie al prezioso contributo di eni che in qualità di sponsor sostiene la Fondazione in questo importante progetto.
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