Giulio Cargnelutti. 100 anni
Dal 19 Novembre 2012 al 06 Gennaio 2013
Tolmezzo | Udine
Luogo: Palazzo Frisacco
Indirizzo: via Renato Del Din 7
Orari: 10.30-12.30/ 17-19; chiuso martedì
Enti promotori:
- Provincia di Udine
- Comunità Montana della Carnia
- Consorzio BIM Tagliamento
- Consorzio Boschi Carnici
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0433 487961
E-Mail info: comune.tolmezzo@com-tolmezzo.regione.fvg.it
Sito ufficiale: http://www.comune.tolmezzo.ud.it/altofriuli/tolmezzo/home.nsf?opendatabase
La Città di Tolmezzo, in collaborazione con la Galleria Artesegno di Udine, il sostegno della Provincia di Udine, della Comunità Montana della Carnia, il Consorzio BIM Tagliamento, il Consorzio Boschi Carnici, organizza una mostra antologica dedicata allo scultore Giulio Cargnelutti (Tolmezzo,UD; 1912-2007) di cui quest’anno ricorrono i cento anni dalla nascita.
In mostra si potranno ammirare oltre sessanta opere e una trentina di disegni che ripercorrono l’intero arco creativo dell’artista.
Nella lunga vita di Cargnelutti, un elemento costante e caratterizzante è stato il suo intimo, profondo rapporto con la materia: sia essa il rame, la pietra, il bronzo, variamente utilizzata per esprimersi.
A partire dagli sbalzi in rame dei primi anni Cinquanta, le sue figure, in sintonia con i lessici novecentisti, sono tonde e piene, inserite in contesti corali che sono eloquenti di un mondo di intimi affetti, da sempre fonte ispirativa primaria nell’immaginario dell’artista. Negli anni Sessanta e Settanta queste forme si allungano e, memori di un’antica armonia gotica, si tendono in positure quasi danzanti alla ricerca di una sintesi espressiva personale in cui permangono le coordinate concrete del linguaggio figurativo.
Intanto al rame va ad aggiungersi la sperimentazione plastica a tutto tondo sulla pietra, dove pare quasi che Cargnelutti intervenga ‘lievemente’, asportando e riportando alla luce quanto l’inerte materiale aveva in sé preziosamente conservato attraverso i secoli.
Infine, dopo l’asperità e la porosità della pietra, lo scultore non poteva non cimentarsi nella modellazione della creta, con la resa finale della fusione in bronzo. In queste opere, piene e mature, si respira l’esperienza creativa di tutta una vita. Rivivono i toni caldi del rame e la forza ancestrale della pietra, armonicamente coniugati nelle sinuose, ma al tempo stesso sintetiche, severe e decise forme di queste piccole ed intense figure bronzee.
I temi ispirativi sono quelli cari allo scultore, che da sempre lo hanno accompagnato nel suo coerente itinerario di artista: la maternità, la musica, la danza, i momenti salienti dell’iconografia cristiana, con un’attenzione per il corpo femminile, esaltato nelle sue qualità interiori di potenza e di grazia.
Per l’interessamento della moglie Eugenia, che gestì la Galleria d’arte ‘Il Ventaglio’ di Udine con continuità dal 1966 al 1988, Cargnelutti partecipò a numerose mostre in Italia e all’estero, ultima, in ordine di tempo, l’antologica realizzata nel 1991-92 in occasione del suo ottantesimo compleanno, nelle sedi di Tolmezzo e Udine.
Sue opere si trovano in prestigiose collezioni pubbliche e private: una serie di pannelli in rame nella Casa di Riposo di Tolmezzo e nel consultorio di Comeglians; tre Via Crucis di cui una per la chiesa di San Rocco di Udine, una per il Tempio di Cervignano e la terza nella Cappella POA di Piani di Luzza, un grande tondo con putti musicanti nell’Ospedale Civile di Tolmezzo.
Questa mostra Giulio Cargnelutti cento anni, realizzata dalla Galleria Artesegno, con la collaborazione degli eredi e di esperti, propone una selezione accurata e ragionata delle sue sculture ed è accompagnato da un catalogo storico-critico che mette in risalto l’evoluzione stilistica e le declinazioni espressive adottate dallo scultore nel corso del suo lungo percorso artistico.
In mostra si potranno ammirare oltre sessanta opere e una trentina di disegni che ripercorrono l’intero arco creativo dell’artista.
Nella lunga vita di Cargnelutti, un elemento costante e caratterizzante è stato il suo intimo, profondo rapporto con la materia: sia essa il rame, la pietra, il bronzo, variamente utilizzata per esprimersi.
A partire dagli sbalzi in rame dei primi anni Cinquanta, le sue figure, in sintonia con i lessici novecentisti, sono tonde e piene, inserite in contesti corali che sono eloquenti di un mondo di intimi affetti, da sempre fonte ispirativa primaria nell’immaginario dell’artista. Negli anni Sessanta e Settanta queste forme si allungano e, memori di un’antica armonia gotica, si tendono in positure quasi danzanti alla ricerca di una sintesi espressiva personale in cui permangono le coordinate concrete del linguaggio figurativo.
Intanto al rame va ad aggiungersi la sperimentazione plastica a tutto tondo sulla pietra, dove pare quasi che Cargnelutti intervenga ‘lievemente’, asportando e riportando alla luce quanto l’inerte materiale aveva in sé preziosamente conservato attraverso i secoli.
Infine, dopo l’asperità e la porosità della pietra, lo scultore non poteva non cimentarsi nella modellazione della creta, con la resa finale della fusione in bronzo. In queste opere, piene e mature, si respira l’esperienza creativa di tutta una vita. Rivivono i toni caldi del rame e la forza ancestrale della pietra, armonicamente coniugati nelle sinuose, ma al tempo stesso sintetiche, severe e decise forme di queste piccole ed intense figure bronzee.
I temi ispirativi sono quelli cari allo scultore, che da sempre lo hanno accompagnato nel suo coerente itinerario di artista: la maternità, la musica, la danza, i momenti salienti dell’iconografia cristiana, con un’attenzione per il corpo femminile, esaltato nelle sue qualità interiori di potenza e di grazia.
Per l’interessamento della moglie Eugenia, che gestì la Galleria d’arte ‘Il Ventaglio’ di Udine con continuità dal 1966 al 1988, Cargnelutti partecipò a numerose mostre in Italia e all’estero, ultima, in ordine di tempo, l’antologica realizzata nel 1991-92 in occasione del suo ottantesimo compleanno, nelle sedi di Tolmezzo e Udine.
Sue opere si trovano in prestigiose collezioni pubbliche e private: una serie di pannelli in rame nella Casa di Riposo di Tolmezzo e nel consultorio di Comeglians; tre Via Crucis di cui una per la chiesa di San Rocco di Udine, una per il Tempio di Cervignano e la terza nella Cappella POA di Piani di Luzza, un grande tondo con putti musicanti nell’Ospedale Civile di Tolmezzo.
Questa mostra Giulio Cargnelutti cento anni, realizzata dalla Galleria Artesegno, con la collaborazione degli eredi e di esperti, propone una selezione accurata e ragionata delle sue sculture ed è accompagnato da un catalogo storico-critico che mette in risalto l’evoluzione stilistica e le declinazioni espressive adottate dallo scultore nel corso del suo lungo percorso artistico.
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