LEOPOLDO KOSTORIS E LA SUA COLLEZIONE LA PASSIONE DI UNA VITA
Dal 09 Dicembre 2011 al 31 Gennaio 2012
Trieste
Luogo: Museo Revoltella
Indirizzo: Via Diaz, 27
Orari: tutti i giorni (martedì chiuso) ore 10-19
Curatori: Caterina Padoa Schioppa, Susanna Gregorat
Costo del biglietto: € 6 (intero), € 4,50 (ridotto)
Telefono per informazioni: +39 040 6754350
E-Mail info: revoltella@comune.trieste.it
Sito ufficiale: http://www.museorevoltella.it
Inaugurata a Trieste, al Museo Revoltella, la singolare collezione di Leopoldo Kostoris, commerciante triestino e proprietario del famoso negozio di abbigliamento maschile Arbiter di Trieste. Collezionista e pittore, nel 1951 istituì il premio nazionale di pittura “Arbiter” riservato alle opere di piccolo formato 13x18 centimetri (poco più che una cartolina illustrata). Oltre 220 le opere che rappresentano tutte le correnti artistiche del Novecento, quasi "un universo tascabile" come l'ha definita Claudio Magris. Il Comune di Trieste e il Museo Revoltella propongono una mostra per riscoprire questa collezione e la figura di Leopoldo Kostoris, emblematico rappresentante di quella grande cultura ebraica mitteleuropea che ha costituito una componente essenziale della peculiarità e della creatività della città, dalla letteratura alla politica, alle arti figurative.
Carrà, Vedova, De Pisis, Cantatore, Sironi, Rosai, Sassu, Santomaso, Campigli, Afro, Prampolini, Mascherini, Spacal, Crali: sono solo alcuni degli oltre 200 artisti che nei primi anni Cinquanta hanno dipinto la tavoletta del singolare formato 13x18 centimetri che Leopoldo Kostoris, commerciante triestino, collezionista, pittore e proprietario del famoso negozio di abbigliamento maschile Arbiter di Trieste, inviò loro con una richiesta discreta, ma inappellabile.
Dopo l'ultima esposizione del 1999 alla Galleria Nazionale di Roma e per la seconda volta dagli anni Cinquanta, dal 9 dicembre 2011 al 31 gennaio 2012 la collezione sarà visitabile proprio a Trieste al Civico Museo Revoltella. Organizzata dal Comune di Trieste – Assessorato alla Cultura e dallo stesso Museo Revoltella, si tratta di “un riconoscimento di ciò che Trieste è stata per mio padre, a 55 anni dalla sua morte a 60 dal premio Arbiter. Questi dipinti rappresentano […] una bella avventura figurativa, la passione di una vita”. A raccontare questa vicenda di sessant’anni è la figlia Fiorella Kostoris: “Il babbo – continua Fiorella Kostoris - diceva che un artista vero, pur se abituato a dipingere in formato parete come Sironi, sa comunicare gli stessi messaggi e valori anche entro limiti ristretti”.
Amante dell'arte, “pittore della domenica” come lui stesso si definiva, Leopoldo Kostoris nel 1951 istituisce il premio nazionale di pittura “Arbiter” - il nome del suo negozio - e riservato alle opere di piccolo formato, 13x18 centimetri. Alla lettera allega la tavoletta di quel formato. Sceglie la misura in base alle sue ridotte disponibilità di finanze e di spazio. Solo pochissimi artisti non rispondono. Il risultato? 220 opere per una collezione singolare che rappresenta, oltre che la passione di una vita, una rassegna veramente ragguardevole e tra le più complete della pittura italiana degli anni Cinquanta, quasi un “universo tascabile”, come l'ha definita Claudio Magris. Vi sono rappresentate tutte le correnti artistiche del Novecento, dai vecchi maestri della tradizione “novecentesca” (Carrà, Tosi, De Pisis, Guidi, Sironi, Campigli, Rosai, Borra), alla Scuola Romana (da Mafai a Levi, da Cagli e Pirandello), ai Sei di Torino (Menzio, Paulucci), agli ex futuristi (Severini, Prampolini), al gruppo di “Corrente” (Sassu, Cassinari, Cantatore), ai chiaristi (Lilloni, Semeghini), ai precursori dell’astrattismo (Soldati), al Gruppo degli Otto di Lionello Venturi (Afro, Corpora, Vedova, Birolli, Santomaso), al realismo sociale (Pizzinato, Zigaina, Migneco), allo spazialismo (De Luigi, Capogrossi, Dova, Scanavino, Tancredi). Ma ci sono anche figure lontane dai gruppi come Savinio, Alberto Martini, Music, ed è naturalmente completa la rappresentanza dei triestini con Mascherini, Devetta, Perizi, Daneo, Predonzani, Righi, Spacal, Rosignano e persino qualche traccia dell’Ottocento (Grimani, Orell e Fittke).
Tutto avviene a Trieste e gli anni nei quali Kostoris compone questa collezione sono quelli tra il 1951 e il 1955. L'atmosfera la descrive perfettamente Claudio Magris in uno scritto del catalogo edito in occasione dell'esposizione romana del 1999. “Sono anni difficili, fervidi e desolati per Trieste, situata e quasi abbandonata alla periferia della Storia, una periferia che in qualche modo è anche un centro, perchè la città ai margini dell'Italia, e anzi divisa dall'Italia, si trova su un confine che taglia in due il mondo, la cortina di ferro, e dunque sulla linea di fuoco, del conflitto per il dominio e il destino del mondo”. Anni durante i quali Trieste è un territorio libero governato dalle forze anglo-americane. Solo nel 1954 tornerà all'Italia. Sono anche anni di grande fervore, di tensione intellettuale ed emotiva, di fioritura culturale, anni di letteratura, di musica, di arti figurative e di pittura.
L'esposizione al Museo Revoltella si articola in tre sezioni. La prima, dedicata al Premio Arbiter, all'interno della quale il visitatore potrà trovare apparati iconografici del Premio, della famiglia, ritagli di giornale e altri documenti, la seconda dedicata alla Collezione, mentre l'ultima si concentra sulle opere realizzate dal Leopoldo Kostoris pittore. All'interno del progetto si inserisce anche il video “Leopoldo Kostoris. Testimonianze di un piccolo capolavoro”, che racconta attraverso le vive voci di Fiorella e del fratello Gianfranco Kostoris la memoria del padre, del collezionista e del pittore e aiuta a ricordare il valore storico-artistico, ma soprattutto intimo, di questa collezione. Una mostra, dunque, che permette di ricostruire la figura di un uomo, colto ed elegante, di un'eleganza non vistosa, che ha saputo unire il senso degli affari a una grande sensibilità verso la cultura e l'arte, e che, come scrive Claudio Magris, è “rappresentante emblematico di quella grande cultura ebraica mitteleuropea che ha costituito una componente essenziale per Trieste, della sua peculiarità, della sua creatività, dalla letteratura alla politica”.
Carrà, Vedova, De Pisis, Cantatore, Sironi, Rosai, Sassu, Santomaso, Campigli, Afro, Prampolini, Mascherini, Spacal, Crali: sono solo alcuni degli oltre 200 artisti che nei primi anni Cinquanta hanno dipinto la tavoletta del singolare formato 13x18 centimetri che Leopoldo Kostoris, commerciante triestino, collezionista, pittore e proprietario del famoso negozio di abbigliamento maschile Arbiter di Trieste, inviò loro con una richiesta discreta, ma inappellabile.
Dopo l'ultima esposizione del 1999 alla Galleria Nazionale di Roma e per la seconda volta dagli anni Cinquanta, dal 9 dicembre 2011 al 31 gennaio 2012 la collezione sarà visitabile proprio a Trieste al Civico Museo Revoltella. Organizzata dal Comune di Trieste – Assessorato alla Cultura e dallo stesso Museo Revoltella, si tratta di “un riconoscimento di ciò che Trieste è stata per mio padre, a 55 anni dalla sua morte a 60 dal premio Arbiter. Questi dipinti rappresentano […] una bella avventura figurativa, la passione di una vita”. A raccontare questa vicenda di sessant’anni è la figlia Fiorella Kostoris: “Il babbo – continua Fiorella Kostoris - diceva che un artista vero, pur se abituato a dipingere in formato parete come Sironi, sa comunicare gli stessi messaggi e valori anche entro limiti ristretti”.
Amante dell'arte, “pittore della domenica” come lui stesso si definiva, Leopoldo Kostoris nel 1951 istituisce il premio nazionale di pittura “Arbiter” - il nome del suo negozio - e riservato alle opere di piccolo formato, 13x18 centimetri. Alla lettera allega la tavoletta di quel formato. Sceglie la misura in base alle sue ridotte disponibilità di finanze e di spazio. Solo pochissimi artisti non rispondono. Il risultato? 220 opere per una collezione singolare che rappresenta, oltre che la passione di una vita, una rassegna veramente ragguardevole e tra le più complete della pittura italiana degli anni Cinquanta, quasi un “universo tascabile”, come l'ha definita Claudio Magris. Vi sono rappresentate tutte le correnti artistiche del Novecento, dai vecchi maestri della tradizione “novecentesca” (Carrà, Tosi, De Pisis, Guidi, Sironi, Campigli, Rosai, Borra), alla Scuola Romana (da Mafai a Levi, da Cagli e Pirandello), ai Sei di Torino (Menzio, Paulucci), agli ex futuristi (Severini, Prampolini), al gruppo di “Corrente” (Sassu, Cassinari, Cantatore), ai chiaristi (Lilloni, Semeghini), ai precursori dell’astrattismo (Soldati), al Gruppo degli Otto di Lionello Venturi (Afro, Corpora, Vedova, Birolli, Santomaso), al realismo sociale (Pizzinato, Zigaina, Migneco), allo spazialismo (De Luigi, Capogrossi, Dova, Scanavino, Tancredi). Ma ci sono anche figure lontane dai gruppi come Savinio, Alberto Martini, Music, ed è naturalmente completa la rappresentanza dei triestini con Mascherini, Devetta, Perizi, Daneo, Predonzani, Righi, Spacal, Rosignano e persino qualche traccia dell’Ottocento (Grimani, Orell e Fittke).
Tutto avviene a Trieste e gli anni nei quali Kostoris compone questa collezione sono quelli tra il 1951 e il 1955. L'atmosfera la descrive perfettamente Claudio Magris in uno scritto del catalogo edito in occasione dell'esposizione romana del 1999. “Sono anni difficili, fervidi e desolati per Trieste, situata e quasi abbandonata alla periferia della Storia, una periferia che in qualche modo è anche un centro, perchè la città ai margini dell'Italia, e anzi divisa dall'Italia, si trova su un confine che taglia in due il mondo, la cortina di ferro, e dunque sulla linea di fuoco, del conflitto per il dominio e il destino del mondo”. Anni durante i quali Trieste è un territorio libero governato dalle forze anglo-americane. Solo nel 1954 tornerà all'Italia. Sono anche anni di grande fervore, di tensione intellettuale ed emotiva, di fioritura culturale, anni di letteratura, di musica, di arti figurative e di pittura.
L'esposizione al Museo Revoltella si articola in tre sezioni. La prima, dedicata al Premio Arbiter, all'interno della quale il visitatore potrà trovare apparati iconografici del Premio, della famiglia, ritagli di giornale e altri documenti, la seconda dedicata alla Collezione, mentre l'ultima si concentra sulle opere realizzate dal Leopoldo Kostoris pittore. All'interno del progetto si inserisce anche il video “Leopoldo Kostoris. Testimonianze di un piccolo capolavoro”, che racconta attraverso le vive voci di Fiorella e del fratello Gianfranco Kostoris la memoria del padre, del collezionista e del pittore e aiuta a ricordare il valore storico-artistico, ma soprattutto intimo, di questa collezione. Una mostra, dunque, che permette di ricostruire la figura di un uomo, colto ed elegante, di un'eleganza non vistosa, che ha saputo unire il senso degli affari a una grande sensibilità verso la cultura e l'arte, e che, come scrive Claudio Magris, è “rappresentante emblematico di quella grande cultura ebraica mitteleuropea che ha costituito una componente essenziale per Trieste, della sua peculiarità, della sua creatività, dalla letteratura alla politica”.
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