Arte o Scienza? Immagini dalla ricerca

Bernardo Cesare, Microckscopica, Peridotite, 2013

 

Dal 01 Settembre 2020 al 30 Settembre 2020

Trieste

Luogo: Portopiccolo Art Gallery

Indirizzo: strada “Le Botteghe”, Portopiccolo Sistiana

Orari: dalle 17 alle 21 o su appuntamento via mail; martedì chiuso

E-Mail info: info@fabiofonda.art



La mostra “Arte o Scienza? Immagini dalla ricerca”, dal 1° al 30 settembre alla Portopiccolo Art Gallery, raccoglie le migliori foto che negli ultimi 10 anni hanno partecipato all'omonimo concorso fotografico organizzato da Immaginario Scientifico e Università di Trieste nell’ambito del Protocollo “Trieste Città della Conoscenza”.

Le immagini che si ottengono nei laboratori di ricerca si rivelano spesso di una bellezza inattesa e stupefacente
, sia in termini di qualità che dal punto di vista della composizione e dell’armonia di forme e colori: in una parola, piccole opere d’arte. Per valorizzare questa forma di arte fotografica nel 2010 è nato questo concorso, rivolto a tutti gli studenti e ricercatori affiliati di università o altri istituti scientifici.

Il concorso esplora e valorizza le contaminazioni tra arte e scienza, e al contempo premia il talento di ricercatori e scienziati che sanno anche cogliere il lato artistico del loro lavoro. Permette inoltre al pubblico di scoprire qualcosa di più sul lavoro di ricerca che viene portato avanti giorno dopo giorno all’interno di atenei, accademie e laboratori di tutto il mondo.
 
Cosa sono le immagini scientifiche?
Cominciamo parlando delle immagini in generale: le immagini sono degli oggetti speciali, perché il loro aspetto ci ricorda quello di altri oggetti, facendoceli apparire presenti anche quando non sono fisicamente lì. Vediamo immagini nelle macchie di un muro, in una nuvola, o in una costellazione. Di solito, però, le immagini sono prodotte dall’arte dell’uomo. Possono essere realizzate con diverse tecniche e diversi strumenti, in due o tre dimensioni (oggi anche in quattro). Esercitano un forte potere di attrazione e, da sempre, sono state usate per comunicare pensieri ed emozioni che le sole parole non riescono a esprimere.
 
Veniamo quindi alle immagini scientifiche. Per essere considerata “scientifica”, un’immagine non solo deve avere un certo grado di fedeltà rispetto all’oggetto rappresentato, ma deve anche, innanzitutto, contenere delle informazioni che arricchiscano la conoscenza di chi la osserva. L’immagine scientifica deve cioè rendere disponibile un contenuto che non sarebbe stato altrimenti accessibile, o deve presentarlo in modo nuovo.
 
Questa ricerca di informazione – nel senso della pregnanza e della novità del contenuto – è il primo dei tratti che accomunano le immagini scientifiche a quelle artistiche. Ma non è l’unico. Come da sempre accade a chi produce immagini artistiche, così, sempre di più, anche a chi produce immagini scientifiche è richiesto lo sforzo di farne apprezzare la forma, perché chi le osserva possa essere invitato a una proficua esplorazione di ciò che vi è raffigurato. Il contenuto scientifico a cui rimanda (l’oggetto che non c’è) deve insomma essere ben presentato dall’oggetto che c’è (l’immagine).
 
Entrano così in gioco fattori come la tavolozza dei colori, la messa a fuoco dei dettagli, l’inquadratura, la disposizione delle figure e il loro rapporto con lo sfondo: tutti elementi che non hanno un diretto rapporto con l’informazione scientifica dell’oggetto rappresentato, ma piuttosto con la sua bellezza.
Il concorso “Arte o Scienza?” ha lo scopo di promuovere proprio queste “nozze semiotiche” tra espressione e contenuto, che a volte, felicemente, si celebrano nelle immagini scientifiche.
 
 
 

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