Valdi Spagnulo. Fermar l'aria
Dal 02 Settembre 2023 al 01 Ottobre 2023
Conegliano | Treviso
Luogo: Palazzo Sarcinelli
Indirizzo: Via XX Settembre
Orari: da venerdì a domenica 10.30-12.30 / 15.30-19.30 e su appuntamento
Curatori: Luca Pietro Nicoletti
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 338.2705193
A Palazzo Sarcinelli inaugura il 2 settembre alle ore 17 la mostra personale dedicata all'artista Valdi Spagnulo dal Titolo "Fermar l'aria".
L'ampia esposizione è incentrata sul lavoro di Valdi Spagnulo degli ultimi 25 anni, con installazioni ambientali, sculture e sculture-installazioni a parete.
Il nucleo principale dei lavori sarà esposto nella sede prestigiosa di Palazzo Sarcinelli, in via XX Settembre, Conegliano, l'esposizione continua e si completa anche negli spazi di Oltrearte Galleria Contemporanea in Via Felice Cavallotti con un ciclo di lavori più recenti.
Valdi Spagnulo
Luca Pietro Nicoletti
Il colore ha fatto la sua comparsa nella scultura di Valdi Spagnulo intorno al 2018. Non è un retaggio dei suoi esordi da pittore - quando Gillo Dorfles prima di altri riconobbe nelle sue tele polimateriche e rugginose il preludio della ricerca plastica di poco successiva - ma un’idea nuova sviluppata durante la realizzazione di Contrappunto, la grande installazione specchiante esposta a Milano nel gennaio 2019. In quell’occasione, infatti, Valdi aveva intuito che poteva sviluppare il proprio discorso espressivo in una direzione nuova, dopo aver già rodato il connubio tra ferro e plexiglass, dando un colore a quelle parti di scultura trasparenti, attraversate dalla luce, che accentuavano l’impressione di leggerezza tipica del suo lavoro incastonandosi come delle gemme luminose.
La scultura di Valdi Spagnulo, infatti, nasce secondo un principio intuitivo, seguendo la vocazione naturale del metallo piegato a mano, conservando la spontaneità di un disegno lineare dallo sviluppo tridimensionale, perimetro di un volume virtuale e attraversabile: una linea ne richiama un’altra, richiede un contrappeso visivo che offra all’occhio un punto su cui sostare alla fine di un itinerario di linea in linea, fra architravi e contrafforti di una “domus” iperuranica. In definitiva, Valdi eredita la tradizione della scultura fatta di assemblaggio, ma vi porta la sensibilità tipica del collage frontale e bidimensionale, e con pezzi di plexiglass colorato e, dal 2023, frammenti di vetro di murano antico che discendono direttamente dal Santomaso delle Lettere a Palladio: un richiamo all’architettura, insomma, ma tradotto con sensibilità pittorica, e con un’allusione iconografica inedita per il suo lavoro. Nelle sagome di questi oggetti “trovati”, infatti, si riconoscono profili che ricordano soli, lune, o segmenti di mare. Sono dettagli di memoria e di nostalgia, ricordi delle proprie origini pugliesi e di colori nitidamente impressi nella memoria anche dopo decenni trascorsi in Lombardia. Forse per questo, grazie a un racconto minimale, fatto di cenni brevi e sentimenti appena accennati, Valdi non è un “costruttore” ma un “poeta”.
Valdi Spagnulo
Nasce a Ceglie Messapica (Brindisi) nel 1961, e trascorre la sua infanzia in Puglia a Grottaglie (TA), località nota per la produzione della ceramica artigianale e artistica, frequentando l’ambiente creativo ed intellettuale dell’area pugliese e non solo sin da giovanissimo, grazie a suo padre, l’artista Osvaldo Spagnulo. Nel 1973 con la famiglia si trasferisce a Milano, aprendosi all’ambito europeo con viaggi in Francia, Germania, Svizzera, e iniziando studi artistici dapprima al Liceo di Brera, poi alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, dove si laurea nel 1984. Parallelamente, l’inizio degli anni Ottanta segna il suo esordio come pittore e l’avvio di una fitta attività espositiva, fra cui si segnalano le lunghe collaborazioni dapprima con la Galleria delle Ore di Giovanni Fumagalli, poi con Spaziotemporaneo di Patrizia Serra, oltre a numerose altre personali e partecipazioni a collettive presso altri spazi espositivi.
Nel 2001 riceve il primo Premio per la Pittura dell’Accademia di San Luca a Roma.
Di lui hanno scritto, nel corso degli anni: Rossana Bossaglia, Luciano Caramel, Cristina Casero, Luigi Cavadini, Claudio Cerritelli, Marina De Stasio, Elena Di Raddo, Rachele Ferrario, Lorenzo Fiorucci, Sara Fontana, Matteo Galbiati, Kevin Mc Manus, Luca Pietro Nicoletti, Sandro Parmiggiani, Francesco Poli, Elena Pontiggia, Franco Solmi, Alessandro Trabucco, Miklos N.Varga, Alberto Veca e Giorgio Zanchetti.
Sue opere figurano in collezioni pubbliche fra cui l’Accademia di San Luca (Roma); collezione Intesa Sanpaolo (Milano); Museo della Permanente (Milano); Museo della Biennale di Gubbio (Gubbio); Museo Casa Boschi Di Stefano (Milano); Camera del Lavoro (Reggio Emilia); MACAM (Maglione Canavese); Fondazione Museo Michetti (Francavilla a Mare); Museo del Premio Suzzara (Suzzara).
Vive e lavora principalmente a Milano.
Ha svolto l’attività di docente presso l’Accademia di Belle Arti di Milano, attualmente svolge l’attività di docente presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze.
L'ampia esposizione è incentrata sul lavoro di Valdi Spagnulo degli ultimi 25 anni, con installazioni ambientali, sculture e sculture-installazioni a parete.
Il nucleo principale dei lavori sarà esposto nella sede prestigiosa di Palazzo Sarcinelli, in via XX Settembre, Conegliano, l'esposizione continua e si completa anche negli spazi di Oltrearte Galleria Contemporanea in Via Felice Cavallotti con un ciclo di lavori più recenti.
Valdi Spagnulo
Luca Pietro Nicoletti
Il colore ha fatto la sua comparsa nella scultura di Valdi Spagnulo intorno al 2018. Non è un retaggio dei suoi esordi da pittore - quando Gillo Dorfles prima di altri riconobbe nelle sue tele polimateriche e rugginose il preludio della ricerca plastica di poco successiva - ma un’idea nuova sviluppata durante la realizzazione di Contrappunto, la grande installazione specchiante esposta a Milano nel gennaio 2019. In quell’occasione, infatti, Valdi aveva intuito che poteva sviluppare il proprio discorso espressivo in una direzione nuova, dopo aver già rodato il connubio tra ferro e plexiglass, dando un colore a quelle parti di scultura trasparenti, attraversate dalla luce, che accentuavano l’impressione di leggerezza tipica del suo lavoro incastonandosi come delle gemme luminose.
La scultura di Valdi Spagnulo, infatti, nasce secondo un principio intuitivo, seguendo la vocazione naturale del metallo piegato a mano, conservando la spontaneità di un disegno lineare dallo sviluppo tridimensionale, perimetro di un volume virtuale e attraversabile: una linea ne richiama un’altra, richiede un contrappeso visivo che offra all’occhio un punto su cui sostare alla fine di un itinerario di linea in linea, fra architravi e contrafforti di una “domus” iperuranica. In definitiva, Valdi eredita la tradizione della scultura fatta di assemblaggio, ma vi porta la sensibilità tipica del collage frontale e bidimensionale, e con pezzi di plexiglass colorato e, dal 2023, frammenti di vetro di murano antico che discendono direttamente dal Santomaso delle Lettere a Palladio: un richiamo all’architettura, insomma, ma tradotto con sensibilità pittorica, e con un’allusione iconografica inedita per il suo lavoro. Nelle sagome di questi oggetti “trovati”, infatti, si riconoscono profili che ricordano soli, lune, o segmenti di mare. Sono dettagli di memoria e di nostalgia, ricordi delle proprie origini pugliesi e di colori nitidamente impressi nella memoria anche dopo decenni trascorsi in Lombardia. Forse per questo, grazie a un racconto minimale, fatto di cenni brevi e sentimenti appena accennati, Valdi non è un “costruttore” ma un “poeta”.
Valdi Spagnulo
Nasce a Ceglie Messapica (Brindisi) nel 1961, e trascorre la sua infanzia in Puglia a Grottaglie (TA), località nota per la produzione della ceramica artigianale e artistica, frequentando l’ambiente creativo ed intellettuale dell’area pugliese e non solo sin da giovanissimo, grazie a suo padre, l’artista Osvaldo Spagnulo. Nel 1973 con la famiglia si trasferisce a Milano, aprendosi all’ambito europeo con viaggi in Francia, Germania, Svizzera, e iniziando studi artistici dapprima al Liceo di Brera, poi alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, dove si laurea nel 1984. Parallelamente, l’inizio degli anni Ottanta segna il suo esordio come pittore e l’avvio di una fitta attività espositiva, fra cui si segnalano le lunghe collaborazioni dapprima con la Galleria delle Ore di Giovanni Fumagalli, poi con Spaziotemporaneo di Patrizia Serra, oltre a numerose altre personali e partecipazioni a collettive presso altri spazi espositivi.
Nel 2001 riceve il primo Premio per la Pittura dell’Accademia di San Luca a Roma.
Di lui hanno scritto, nel corso degli anni: Rossana Bossaglia, Luciano Caramel, Cristina Casero, Luigi Cavadini, Claudio Cerritelli, Marina De Stasio, Elena Di Raddo, Rachele Ferrario, Lorenzo Fiorucci, Sara Fontana, Matteo Galbiati, Kevin Mc Manus, Luca Pietro Nicoletti, Sandro Parmiggiani, Francesco Poli, Elena Pontiggia, Franco Solmi, Alessandro Trabucco, Miklos N.Varga, Alberto Veca e Giorgio Zanchetti.
Sue opere figurano in collezioni pubbliche fra cui l’Accademia di San Luca (Roma); collezione Intesa Sanpaolo (Milano); Museo della Permanente (Milano); Museo della Biennale di Gubbio (Gubbio); Museo Casa Boschi Di Stefano (Milano); Camera del Lavoro (Reggio Emilia); MACAM (Maglione Canavese); Fondazione Museo Michetti (Francavilla a Mare); Museo del Premio Suzzara (Suzzara).
Vive e lavora principalmente a Milano.
Ha svolto l’attività di docente presso l’Accademia di Belle Arti di Milano, attualmente svolge l’attività di docente presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze.
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