Giuliano Vangi. L’enigma della bellezza
Dal 11 Maggio 2014 al 15 Giugno 2014
Possagno | Treviso
Luogo: Museo Canova
Indirizzo: via Antonio Canova 74
Orari: 9.30 - 18; chiuso lunedì
Curatori: Giovanni Faccenda, Mario Guderzo
Telefono per informazioni: +39 0423 544232
E-Mail info: posta@museocanova.it
Sito ufficiale: http://www.museocanova.it/
È dedicata allo scultore toscano Giuliano Vangi la mostra “L’enigma della bellezza” in programma al Museo e Gipsoteca Antonio Canova di Possagno dall’11 maggio al 15 giugno 2014. Organizzata da Itaca Investimenti d’Arte, in collaborazione con la Fondazione Canova, l’esposizione, a cura di Giovanni Faccenda e Mario Guderzo, si inserisce nell’ambito delle terza edizione del Premio Internazionale Biennale d’Arte di Asolo.
Le opere di Giuliano Vangi (Barberino del Mugello, 1931), scultore figurativo di fama internazionale, al quale nel 2002 è stato dedicato un museo in Giappone a Mishima, dialogheranno idealmente con le opere di Antonio Canova conservate alla Gipsoteca di Possagno, in un confronto vivo e affascinante fra passato e presente.
Scrive uno dei curatori Giovanni Faccenda: «L’opera plastica di Vangi insiste, da sempre, in quei territori misteriosi della materia dove risiede l’enigma della bellezza. Giusto il talento manuale, le fertili risorse immaginifiche, nonché l’infinita sapienza artigianale di un autore che pare già stabile in quell’ideale simposio in cui concorrono i nostri grandi scultori antichi (da Arnolfo di Cambio a Donatello, da Ghiberti a Cellini) possono dischiudere il sipario di simili, vertiginosi orizzonti, al solito sospesi tra etica ed estetica, veduta e visione, realtà e sogno.
Tali apici dell’arte di ogni tempo accolgono oggi Vangi come uno degli ultimi virtuosi in grado di raggiungere altezze e profondità ugualmente remote, spiriti rimasti sconosciuti nel vasto susseguirsi dei secoli, entità – le penseresti, infine, così – nelle quali è facile percepire l’afflato purissimo della verità e il senso ultimo di un enigma che Vangi, magister optimus, ha saputo segretamente svelare.»
La mostra, composta da sculture e disegni, come sempre nell’opera di Vangi, mette al centro la figura umana ritratta con forti connotazioni esistenziali ed espressionistiche, spesso ponendo il tema della lotta dell’uomo contemporaneo contro le avversità.
Consegna Premio alla carriera ed inaugurazione mostra
Domenica 11 maggio – ore 11
Nato a Barberino di Mugello - Firenze - nel 1931, il ricordo degli anni adolescenziali si focalizza intorno alla figura del nonno, con i primi approcci nell’arte di modellare la creta recuperata lungo i torrenti e i greti di fiumi. Dopo l’Istituto d’Arte fiorentino, allievo di Bruno Innocenti, triennio di sperimentazione umana, in un ambiente esotico che influenzerà sia il vissuto sia la produzione artistica. Al rientro in Italia, si verifica per lo scultore un ritorno al figurativo con la realizzazione di opere d’impianto evocativo: le espressioni dei suoi volti, soprattutto femminili, sono tante finestre simboliche spalancate sui sentimenti di un’umanità in continua ricerca del proprio “io”.
Nella seconda metà degli anni Sessanta, la svolta: il critico e storico dell’arte Carlo Ludovico Ragghianti, ammaliato da questi visi, organizza la fondamentale mostra di Firenze alla Strozzina.
La città toscana è appena uscita dall’apocalittica alluvione del 4 novembre 1966; il segno della rinascita è scandito dall’allestimento della personale di Vangi, il quale rinsalda così il legame con la terra d’origine. Un evento, che proseguirà con una proficua stagione di iniziative in Italia e all’estero, specialmente in Germania e nell’Europa del nord.
Memorabili le mostre al Palazzo della Permanente di Milano nel 1977 e alla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino, nel 1989-90, una magnifica antologica ritenuta da Roberto Tassi come «la più bella vista in Italia negli ultimi trent’anni» (“la Repubblica”, 17 gennaio 1990).
L’anno successivo, le opere di Vangi - un ciclo di bronzi, marmi e legni policromi per la maggior parte inediti - vengono accolte nei suggestivi spazi di Castel Sant’Elmo a Napoli. Un altro fondamentale omaggio gli viene tributato nel 1995 con l’imponente esposizione al Forte di Belvedere, da dove gli sguardi delle sculture campeggiano sul panorama fi orentino. Del 2001 è la personale all’Ermitage di San Pietroburgo. Vangi ha inoltre collocato nel centro storico di Siena, prima volta per un artista contemporaneo dopo quattro secoli, la lupa simbolo della città; nel 1997 appronta, per la Cattedrale di Padova, il presbiterio con ambone, la cattedra vescovile e un crocifisso alto tre metri. L’anno dopo esegue per la nuova sede della Banca d’Italia, alla periferia di Roma, la Donna con albero, un granito di oltre cinque metri, mentre risale al 1999 Varcare la soglia, il gruppo scultoreo in marmi policromi destinato all’ingresso dei Musei Vaticani. All’inizio del secondo millennio realizza l’altare con relativo ambone per il Duomo di Pisa e l’ambone per la Chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, progettata da Renzo Piano: si tratta di un complesso in pietra garganica con undici personaggi a grandezza naturale che illustrano
A Mishima, non distante da Tokyo, sopra una collina a contatto visivo col Monte Fuji, sorge il Museo Vangi inaugurato nella primavera del 2002: è la prima volta che il Giappone intitola una struttura espositiva permanente a un artista occidentale. L’edificio ultramoderno presenta una superficie complessiva di 30.000 metri quadrati, di cui 2.000 coperti; il vasto parco collinare ospita alcune tra le maggiori installazioni dello scultore toscano, la cui opera è attentamente seguita nel Paese del Sol Levante.
A Vangi sono stati assegnati tra gli altri il “Premio dei Lincei” e quello del Presidente della Repubblica, il “Michelangelo”, il “Praemium Imperiale nipponico” e il premio per la scultura “Libero Andreotti”. Tre sue grandi opere sono state collocate all’interno di un parco privato a Seoul, in Corea.
Del 2004 è il Grande racconto presentato alla Rotonda della Besana di Milano e nella Chiesa di Sant’Agostino a Pietrasanta; dell’anno successivo è la mostra allestita nel Palazzo della Ragione di Padova. In occasione della “Primavera italiana in Giappone”, nel 2007 viene inaugurata la personale di Vangi all’Istituto Italiano di Cultura a Tokyo.
Infine nel 2012, le mostre alla Farsetti arte di Cortina d’Ampezzo e alla galleria Farsetti di Firenze e nel 2013 la presentazione scultura La Verità al Museum Garden Michima, Japan; sempre nel 2013 l’esposizione di tutta l’opera grafica di Vangi, al palazzo Pretorio di Barberino di Mugello.
Le opere di Giuliano Vangi (Barberino del Mugello, 1931), scultore figurativo di fama internazionale, al quale nel 2002 è stato dedicato un museo in Giappone a Mishima, dialogheranno idealmente con le opere di Antonio Canova conservate alla Gipsoteca di Possagno, in un confronto vivo e affascinante fra passato e presente.
Scrive uno dei curatori Giovanni Faccenda: «L’opera plastica di Vangi insiste, da sempre, in quei territori misteriosi della materia dove risiede l’enigma della bellezza. Giusto il talento manuale, le fertili risorse immaginifiche, nonché l’infinita sapienza artigianale di un autore che pare già stabile in quell’ideale simposio in cui concorrono i nostri grandi scultori antichi (da Arnolfo di Cambio a Donatello, da Ghiberti a Cellini) possono dischiudere il sipario di simili, vertiginosi orizzonti, al solito sospesi tra etica ed estetica, veduta e visione, realtà e sogno.
Tali apici dell’arte di ogni tempo accolgono oggi Vangi come uno degli ultimi virtuosi in grado di raggiungere altezze e profondità ugualmente remote, spiriti rimasti sconosciuti nel vasto susseguirsi dei secoli, entità – le penseresti, infine, così – nelle quali è facile percepire l’afflato purissimo della verità e il senso ultimo di un enigma che Vangi, magister optimus, ha saputo segretamente svelare.»
La mostra, composta da sculture e disegni, come sempre nell’opera di Vangi, mette al centro la figura umana ritratta con forti connotazioni esistenziali ed espressionistiche, spesso ponendo il tema della lotta dell’uomo contemporaneo contro le avversità.
Consegna Premio alla carriera ed inaugurazione mostra
Domenica 11 maggio – ore 11
Nato a Barberino di Mugello - Firenze - nel 1931, il ricordo degli anni adolescenziali si focalizza intorno alla figura del nonno, con i primi approcci nell’arte di modellare la creta recuperata lungo i torrenti e i greti di fiumi. Dopo l’Istituto d’Arte fiorentino, allievo di Bruno Innocenti, triennio di sperimentazione umana, in un ambiente esotico che influenzerà sia il vissuto sia la produzione artistica. Al rientro in Italia, si verifica per lo scultore un ritorno al figurativo con la realizzazione di opere d’impianto evocativo: le espressioni dei suoi volti, soprattutto femminili, sono tante finestre simboliche spalancate sui sentimenti di un’umanità in continua ricerca del proprio “io”.
Nella seconda metà degli anni Sessanta, la svolta: il critico e storico dell’arte Carlo Ludovico Ragghianti, ammaliato da questi visi, organizza la fondamentale mostra di Firenze alla Strozzina.
La città toscana è appena uscita dall’apocalittica alluvione del 4 novembre 1966; il segno della rinascita è scandito dall’allestimento della personale di Vangi, il quale rinsalda così il legame con la terra d’origine. Un evento, che proseguirà con una proficua stagione di iniziative in Italia e all’estero, specialmente in Germania e nell’Europa del nord.
Memorabili le mostre al Palazzo della Permanente di Milano nel 1977 e alla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino, nel 1989-90, una magnifica antologica ritenuta da Roberto Tassi come «la più bella vista in Italia negli ultimi trent’anni» (“la Repubblica”, 17 gennaio 1990).
L’anno successivo, le opere di Vangi - un ciclo di bronzi, marmi e legni policromi per la maggior parte inediti - vengono accolte nei suggestivi spazi di Castel Sant’Elmo a Napoli. Un altro fondamentale omaggio gli viene tributato nel 1995 con l’imponente esposizione al Forte di Belvedere, da dove gli sguardi delle sculture campeggiano sul panorama fi orentino. Del 2001 è la personale all’Ermitage di San Pietroburgo. Vangi ha inoltre collocato nel centro storico di Siena, prima volta per un artista contemporaneo dopo quattro secoli, la lupa simbolo della città; nel 1997 appronta, per la Cattedrale di Padova, il presbiterio con ambone, la cattedra vescovile e un crocifisso alto tre metri. L’anno dopo esegue per la nuova sede della Banca d’Italia, alla periferia di Roma, la Donna con albero, un granito di oltre cinque metri, mentre risale al 1999 Varcare la soglia, il gruppo scultoreo in marmi policromi destinato all’ingresso dei Musei Vaticani. All’inizio del secondo millennio realizza l’altare con relativo ambone per il Duomo di Pisa e l’ambone per la Chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, progettata da Renzo Piano: si tratta di un complesso in pietra garganica con undici personaggi a grandezza naturale che illustrano
A Mishima, non distante da Tokyo, sopra una collina a contatto visivo col Monte Fuji, sorge il Museo Vangi inaugurato nella primavera del 2002: è la prima volta che il Giappone intitola una struttura espositiva permanente a un artista occidentale. L’edificio ultramoderno presenta una superficie complessiva di 30.000 metri quadrati, di cui 2.000 coperti; il vasto parco collinare ospita alcune tra le maggiori installazioni dello scultore toscano, la cui opera è attentamente seguita nel Paese del Sol Levante.
A Vangi sono stati assegnati tra gli altri il “Premio dei Lincei” e quello del Presidente della Repubblica, il “Michelangelo”, il “Praemium Imperiale nipponico” e il premio per la scultura “Libero Andreotti”. Tre sue grandi opere sono state collocate all’interno di un parco privato a Seoul, in Corea.
Del 2004 è il Grande racconto presentato alla Rotonda della Besana di Milano e nella Chiesa di Sant’Agostino a Pietrasanta; dell’anno successivo è la mostra allestita nel Palazzo della Ragione di Padova. In occasione della “Primavera italiana in Giappone”, nel 2007 viene inaugurata la personale di Vangi all’Istituto Italiano di Cultura a Tokyo.
Infine nel 2012, le mostre alla Farsetti arte di Cortina d’Ampezzo e alla galleria Farsetti di Firenze e nel 2013 la presentazione scultura La Verità al Museum Garden Michima, Japan; sempre nel 2013 l’esposizione di tutta l’opera grafica di Vangi, al palazzo Pretorio di Barberino di Mugello.
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