Paesaggi del Sommolago. Dal V millennio a.C. all'età moderna
Dal 06 Luglio 2013 al 03 Ottobre 2013
Riva del Garda | Trento
Luogo: MAG - Museo Alto Garda
Indirizzo: piazza Cesare Battisti 3/A
Orari: marzo-maggio/ ottobre-novembre: da martedì a domenica 10-18; giugno-settembre: tutti i giorni 10-18
Telefono per informazioni: +39 0464 573869/ 334 6959020/ 339 7066907
E-Mail info: info@museoaltogarda.it
Sito ufficiale: http://www.museoaltogarda.it/it/
Il paesaggio storico costituisce un contesto ecologico e sociale all'interno del quale si collocano infrastrutture (quali viabilità e sistemi irrigui, spazi agrari e dell'incolto) in progressiva trasformazione unitamente ad abitati, architetture, fortificazioni e luoghi di culto. Quello del Sommolago è stato condizionato dalle alluvioni del Sarca e degli altri torrenti che hanno interessato il fondovalle fino alla stabilizzazione idrogeologica della piana di Riva-Arco, raggiunta solo in epoca tardo-medievale e moderna. A causa di questa instabilità, l'insediamento si è concentrato lungo i bordi della piana, a partire dalla prima occupazione organizzata, che risale alla metà del V millennio a.C. ed è testimoniata da un paesaggio già articolato tra spazi abitativi, agricoli e produttivi, messo in luce ai piedi del monte Brione. Gli studi, ripercorrendo nella diacronia la progressiva conquista degli spazi agrari della piana e dei versanti montani, delineano un quadro per molti versi inedito che mette in discussione precedenti conclusioni, a cominciare dalla presunta centuriazione di epoca romana.
Sabato 6 luglio 2013 il MAG, nella sua sede del Museo di Riva del Garda, dedicherà l’intera giornata alla complessa e articolata ricerca effettuata sui paesaggi del Sommolago dalla Preistoria all’Età Moderna, realizzata all’interno del progetto APSAT grazie al contributo della Provincia autonoma di Trento - Dipartimento della Conoscenza, Servizio Università e Ricerca Scientifica -, della Soprintendenza per i Beni architettonici e archeologici, del Castello del Buonconsiglio e dell’Università degli Studi di Padova - Dipartimento dei Beni Culturali. Tale ricerca ha portato alla pubblicazione del corposo volume scientifico APSAT 3. Paesaggi storici del Sommolago e alla creazione di una mostra - Paesaggi del Sommolago. Dal V millennio a.C. all’età moderna - volta a restituire in chiave visiva e divulgativa gli esiti degli studi compiuti.
LA MOSTRA PAESAGGI DEL SOMMOLAGO.
La mostra intende valorizzare la ricerca pluridisciplinare elaborata all’interno del PROGETTO APSAT, finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, che ha visto la pubblicazione del volume scientifico APSAT 3. Paesaggi storici del Sommolago. Nelle sale del Museo di Riva del Garda dedicate alla Storia, la ricerca scientifica si trasforma in materiale divulgativo attraverso un percorso espositivo, con l’intento di fornire una maggiore divulgazione e offrire più spazio possibile alle ricerche realizzate. Con la mostra Paesaggi del Sommolago. Dal V millennio a.C. all'età moderna, il tema del paesaggio riemerge quale punto focale che caratterizza le ricerche relative alla storia del territorio alto gardesano. Il MAG affianca in questo caso, alla visione artistica del paesaggio, una visione precisa e puntuale dei dati: il paesaggio dunque non solo guardato, ma studiato e analizzato, in piena coerenza con la mission del MAG. e sempre attraverso il linguaggio visivo e interattivo. Attraverso la divulgazione museale, la ricerca scientifica vuole così entrare nei vari ambiti del territorio, dalle scuole alle associazioni alla cittadinanza intera, al fine di offrire una visione unitaria del paesaggio, una storia delle sue trasformazioni, intrecciando geomorfologia e vegetazione, architettura e arte, e rinnovando in modo sostanziale la sezione Storia del Museo Alto Garda.
IL VOLUME APSAT 3. PAESAGGI STORICI DEL SOMMOLAGO.
Nelle ricerche sui paesaggi storici si sono di volta in volta privilegiati i fattori ambientali ed economici o quelli ideologico-culturali. In realtà il paesaggio è un sistema complesso del quale occorre isolare singole classi di dati (ambiente, divisioni agrarie, insediamenti, luoghi di culto, attività produttive, ecc.) considerati elementi di un sistema del quale occorre poi definire i parametri, le caratteristiche e le reciproche relazioni. Il volume raccoglie i risultati della ricerca dedicata al Sommolago all'interno del progetto APSAT (Ambiente e paesaggi dei siti di altura del Trentino), finanziato dalla Provincia autonoma di Trento. Si è lavorato su vari livelli, utilizzando fonti scritte, toponomastiche e cartografiche, telerilevamento condotto dall’alto con aerofoto e LiDAR, ricognizioni sul terreno, analisi stratigrafiche delle architetture antiche. Fonti e strumenti che hanno permesso di approfondire gli elementi principali del paesaggio: (1) geomorfologia e pedologia; (2) rete idraulica principale ed irrigua; (3) viabilità primaria e secondaria; (4) tipologie di particellari; (5) insediamenti; (6) architetture residenziali medievali e moderne; (7) chiese come elementi di una rete ecclesiastica costruita tra la fine del IV secolo e il 1250; (8) castelli e fortificazioni da quelli tardoantichi all’età moderna; (9) sfruttamento dei pascoli di alta quota dall’età del Bronzo all’età moderna. Il Sommolago gardesano è stato scelto come una delle aree campione del progetto, sia per le caratteristiche geografiche peculiari, sia per la ricchezza dei dati disponibili, frutto delle ricerche promosse dalla Soprintendenza archeologica, dal Museo di Riva del Garda e dal gruppo di studiosi che fa capo alla rivista “Il Sommolago”, resi pubblici in rete con la carta archeologica di Riva (http://archeoriva.mpasol.it/).
I risultati, presentati nel volume scientifico, suggeriscono quadri complessi e ad evoluzione segmentata, con una prima fase di costruzione del paesaggio nel V millennio a.C., seguita da un dissesto idrogeologico, e da una ripresa dell’occupazione di alcuni settori nell’età del Bronzo e del Ferro, periodi dei quali conosciamo ancora troppo poco. Solo con l’età romana è documentata un’occupazione stabile con sfruttamento sistematico delle aree agricole pedemontane. Una dinamica più articolata presenta invece il settore centrale della piana dove sono testimoniati progressivi interventi di bonifica, di disboscamento e di regolazione idrogeologica, a seguito di ripetuti fenomeni alluvionali, nel primo secolo d.C., alla fine del VI e nel X secolo e anche dopo, fino alle sistemazioni idrauliche del XVIII secolo. Come altrove, la fine repentina di questo agrosistema è stata decretata dalle radicali trasformazioni intervenute dal secondo dopoguerra in poi, che hanno segnato la fine di un equilibrio millenario fondato sul pareggio di energia, in entrata e uscita, che assicurava il rinnovamento periodico delle potenzialità biologiche, senza depauperarle. I frammenti del paesaggio storico che, seppur defunzionalizzati, sopravvivono ancora, meritano di essere tutelati al pari dei resti monumentali (chiese, castelli, edifici di valore storico artistico) e dei depositi archeologici. Ma per realizzare un’efficace tutela è indispensabile, oltre che conoscerli, inserirli in un processo di valorizzazione.
Sabato 6 luglio 2013 il MAG, nella sua sede del Museo di Riva del Garda, dedicherà l’intera giornata alla complessa e articolata ricerca effettuata sui paesaggi del Sommolago dalla Preistoria all’Età Moderna, realizzata all’interno del progetto APSAT grazie al contributo della Provincia autonoma di Trento - Dipartimento della Conoscenza, Servizio Università e Ricerca Scientifica -, della Soprintendenza per i Beni architettonici e archeologici, del Castello del Buonconsiglio e dell’Università degli Studi di Padova - Dipartimento dei Beni Culturali. Tale ricerca ha portato alla pubblicazione del corposo volume scientifico APSAT 3. Paesaggi storici del Sommolago e alla creazione di una mostra - Paesaggi del Sommolago. Dal V millennio a.C. all’età moderna - volta a restituire in chiave visiva e divulgativa gli esiti degli studi compiuti.
LA MOSTRA PAESAGGI DEL SOMMOLAGO.
La mostra intende valorizzare la ricerca pluridisciplinare elaborata all’interno del PROGETTO APSAT, finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, che ha visto la pubblicazione del volume scientifico APSAT 3. Paesaggi storici del Sommolago. Nelle sale del Museo di Riva del Garda dedicate alla Storia, la ricerca scientifica si trasforma in materiale divulgativo attraverso un percorso espositivo, con l’intento di fornire una maggiore divulgazione e offrire più spazio possibile alle ricerche realizzate. Con la mostra Paesaggi del Sommolago. Dal V millennio a.C. all'età moderna, il tema del paesaggio riemerge quale punto focale che caratterizza le ricerche relative alla storia del territorio alto gardesano. Il MAG affianca in questo caso, alla visione artistica del paesaggio, una visione precisa e puntuale dei dati: il paesaggio dunque non solo guardato, ma studiato e analizzato, in piena coerenza con la mission del MAG. e sempre attraverso il linguaggio visivo e interattivo. Attraverso la divulgazione museale, la ricerca scientifica vuole così entrare nei vari ambiti del territorio, dalle scuole alle associazioni alla cittadinanza intera, al fine di offrire una visione unitaria del paesaggio, una storia delle sue trasformazioni, intrecciando geomorfologia e vegetazione, architettura e arte, e rinnovando in modo sostanziale la sezione Storia del Museo Alto Garda.
IL VOLUME APSAT 3. PAESAGGI STORICI DEL SOMMOLAGO.
Nelle ricerche sui paesaggi storici si sono di volta in volta privilegiati i fattori ambientali ed economici o quelli ideologico-culturali. In realtà il paesaggio è un sistema complesso del quale occorre isolare singole classi di dati (ambiente, divisioni agrarie, insediamenti, luoghi di culto, attività produttive, ecc.) considerati elementi di un sistema del quale occorre poi definire i parametri, le caratteristiche e le reciproche relazioni. Il volume raccoglie i risultati della ricerca dedicata al Sommolago all'interno del progetto APSAT (Ambiente e paesaggi dei siti di altura del Trentino), finanziato dalla Provincia autonoma di Trento. Si è lavorato su vari livelli, utilizzando fonti scritte, toponomastiche e cartografiche, telerilevamento condotto dall’alto con aerofoto e LiDAR, ricognizioni sul terreno, analisi stratigrafiche delle architetture antiche. Fonti e strumenti che hanno permesso di approfondire gli elementi principali del paesaggio: (1) geomorfologia e pedologia; (2) rete idraulica principale ed irrigua; (3) viabilità primaria e secondaria; (4) tipologie di particellari; (5) insediamenti; (6) architetture residenziali medievali e moderne; (7) chiese come elementi di una rete ecclesiastica costruita tra la fine del IV secolo e il 1250; (8) castelli e fortificazioni da quelli tardoantichi all’età moderna; (9) sfruttamento dei pascoli di alta quota dall’età del Bronzo all’età moderna. Il Sommolago gardesano è stato scelto come una delle aree campione del progetto, sia per le caratteristiche geografiche peculiari, sia per la ricchezza dei dati disponibili, frutto delle ricerche promosse dalla Soprintendenza archeologica, dal Museo di Riva del Garda e dal gruppo di studiosi che fa capo alla rivista “Il Sommolago”, resi pubblici in rete con la carta archeologica di Riva (http://archeoriva.mpasol.it/).
I risultati, presentati nel volume scientifico, suggeriscono quadri complessi e ad evoluzione segmentata, con una prima fase di costruzione del paesaggio nel V millennio a.C., seguita da un dissesto idrogeologico, e da una ripresa dell’occupazione di alcuni settori nell’età del Bronzo e del Ferro, periodi dei quali conosciamo ancora troppo poco. Solo con l’età romana è documentata un’occupazione stabile con sfruttamento sistematico delle aree agricole pedemontane. Una dinamica più articolata presenta invece il settore centrale della piana dove sono testimoniati progressivi interventi di bonifica, di disboscamento e di regolazione idrogeologica, a seguito di ripetuti fenomeni alluvionali, nel primo secolo d.C., alla fine del VI e nel X secolo e anche dopo, fino alle sistemazioni idrauliche del XVIII secolo. Come altrove, la fine repentina di questo agrosistema è stata decretata dalle radicali trasformazioni intervenute dal secondo dopoguerra in poi, che hanno segnato la fine di un equilibrio millenario fondato sul pareggio di energia, in entrata e uscita, che assicurava il rinnovamento periodico delle potenzialità biologiche, senza depauperarle. I frammenti del paesaggio storico che, seppur defunzionalizzati, sopravvivono ancora, meritano di essere tutelati al pari dei resti monumentali (chiese, castelli, edifici di valore storico artistico) e dei depositi archeologici. Ma per realizzare un’efficace tutela è indispensabile, oltre che conoscerli, inserirli in un processo di valorizzazione.
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