Crali. Testomonianze Futuriste
Dal 13 Marzo 2015 al 30 Agosto 2015
Rovereto | Trento
Luogo: Casa d’Arte Futurista Depero
Indirizzo: via dei Portici 38
Orari: martedì - domenica 10-18
Curatori: Nicoletta Boschiero
Costo del biglietto: intero € 7, ridotto € 4, gratuito fino ai 14 anni
Telefono per informazioni: +39 0464 438887
E-Mail info: info@mart.trento.it
Sito ufficiale: http://www.mart.trento.it
Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!
Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell’Impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri
Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità
Tullio Crali
Conosciuto soprattutto come futurista e aeropittore, Tullio Crali è stato uno sperimentatore totale, un artista eclettico che consacrò la propria vita alle arti, dalla pittura al teatro, dall’architettura alla moda.
Attraverso l’importante nucleo di opere presenti al Mart, frutto di acquisizioni e donazioni, il Museo, che da tempo è impegnato nello studio del futurismo storico e dei suoi interpreti, offre una panoramica sulla prima fase del lavoro di Crali, legata soprattutto ai bozzetti per il teatro e la moda. Da un lato immediata ribalta per esternazioni, proclami e declamazioni, dall’altro dispositivo scenografico,il teatro è uno degli ambiti privilegiati dai futuristi. Anche la moda, con i suoi figurini, enfatizza le personalità dei protagonisti e ne detta i principi stilistici, contribuendo alla rappresentazione di un mondo di simboli e messaggi.
La mostra “Crali. Testimonianze futuriste”, a cura di Nicoletta Boschiero, approfondisce quindi la ricerca su uno dei protagonisti del futurismo proponendo un percorso raffinato e inedito che esplora, nel contempo, attitudini e passioni del più celebre movimento culturale italiano della prima metà del secolo scorso.
Per Crali tanto il teatro quanto la moda rappresentano esperimenti divertenti per momenti di svago, eppure contengono la realtà, la riflettono e la raccontano. Dai bozzetti esposti in mostra, organizzati in preziosi leporelli, deriva una visione puntuale del mondo degli anni Trenta, con la crisi economica e il fantasma della guerra da un lato e le istanze di forza e rinascita dall’altro.
Le creazioni vengono trattate dall’autore come esercizi di stile nei quali tutto è possibile ma a volte non realizzabile, a causa dei rapidi e continui mutamenti progettuali o delle mancate risorse economiche.
I bozzetti finiscono così per conservare nel tempo una propria identità, compiuta e stabile. Come tutti i materiali effimeri, mantengono la freschezza dei progetti non realizzati e la forza delle idee potenziali, legando indissolubilmente il momento sperimentale e quello progettuale.
La parola scritta ma soprattutto declamata è, come è noto, uno dei punti di forza del movimento futurista. Il percorso di mostra è pertanto completato da due video di repertorio nei quali vengono enunciati testi del padre del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti: nel primo lo stesso Tullio Crali recita “La battaglia di Adrianopoli”, nel secondo Carmelo Bene recita “Uccidiamo il chiaro di luna”.
Se con la leggerezza dei bozzetti di moda e di teatro si prendono le distanze dal tema della guerra, a cui il Mart ha dedicato la programmazione di un intero anno, con il videomateriale d’archivio se ne sancisce ancora una volta la vivida presenza.
Nato a Igalo (Montenegro) nel 1910, nel 1922 si trasferisce a Gorizia.
Nel 1929 aderisce al futurismo e comincia a muovere i primi passi nel mondo dell’arte. Tra il 1931 e il 1933 partecipa alle mostre itineranti di aeropittura a Milano, Parigi, Vienna, Atene e Bruxelles. Nello stesso periodo realizza bozzetti teatrali, progetti di architettura e cartelloni pubblicitari. Si interessa anche di moda, creando le giacche sintetiche e le camicie anti cravatta.
Inizia una ricerca affine a quella di Enrico Prampolini sull’arte plastica, assemblando materiali diversi e creando opere polimateriche. Nel 1939 partecipa con opere di aeropittura alla III Quadriennale di Roma, nel 1940 la Biennale di Venezia gli dedica una sala personale. Nel 1942 partecipa ancora alla Biennale di Venezia.
Nel 1944 scompare Flilippo Tommaso Marinetti da cui Crali riceve in eredità il compito morale di proseguire e difendere le scelte futuriste. Si trasferisce dapprima a Torino poi a Parigi, dove inizia a realizzare, secondo una tradizione molto marinettiana, i ricchi volumi autobiografici, nei quali raccoglie note, schizzi, scritti, corrispondenza, fotografie e molti altri materiali documentari. Nel 1959 si trasferisce a Milano. Scrive il Manifesto della Sassintesi, nel quale teorizza la creazione di sculture che rispettino l’integrità della forma di materiali naturali e rinvenuti per caso. L’assemblaggio di questi “reperti” costituisce un capitolo molto originale della sua produzione. Dal 1961 al 1966 dirige la scuola italiana al Cairo. A Trieste, nel 1971, presenta le Cosmiche: disegni monocromi, che descrive come “prototipi di un’arte orbitale”. L’attività espositiva prosegue intensa: come relatore e conferenziere Crali interviene sui temi del futurismo. Del 1976 è la sua antologica a Palazzo Costanzi di Trieste. Pubblica a tiratura limitata il volume Parole nello spazio, una trentina di tavole di poesia scritte dopo il 1930. Nel 1990 partecipa alla mostra sul Futurismo veneto a Padova. Negli anni novanta dipinge alcune opere dedicate ai voli acrobatici delle Frecce Tricolori.Il Mart gli dedica una grande mostra nel dicembre del 1994, presentandolo nella duplice veste di futurista e aeropittore.
Scompare a Milano il 5 agosto 2000.
Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell’Impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri
Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità
Tullio Crali
Conosciuto soprattutto come futurista e aeropittore, Tullio Crali è stato uno sperimentatore totale, un artista eclettico che consacrò la propria vita alle arti, dalla pittura al teatro, dall’architettura alla moda.
Attraverso l’importante nucleo di opere presenti al Mart, frutto di acquisizioni e donazioni, il Museo, che da tempo è impegnato nello studio del futurismo storico e dei suoi interpreti, offre una panoramica sulla prima fase del lavoro di Crali, legata soprattutto ai bozzetti per il teatro e la moda. Da un lato immediata ribalta per esternazioni, proclami e declamazioni, dall’altro dispositivo scenografico,il teatro è uno degli ambiti privilegiati dai futuristi. Anche la moda, con i suoi figurini, enfatizza le personalità dei protagonisti e ne detta i principi stilistici, contribuendo alla rappresentazione di un mondo di simboli e messaggi.
La mostra “Crali. Testimonianze futuriste”, a cura di Nicoletta Boschiero, approfondisce quindi la ricerca su uno dei protagonisti del futurismo proponendo un percorso raffinato e inedito che esplora, nel contempo, attitudini e passioni del più celebre movimento culturale italiano della prima metà del secolo scorso.
Per Crali tanto il teatro quanto la moda rappresentano esperimenti divertenti per momenti di svago, eppure contengono la realtà, la riflettono e la raccontano. Dai bozzetti esposti in mostra, organizzati in preziosi leporelli, deriva una visione puntuale del mondo degli anni Trenta, con la crisi economica e il fantasma della guerra da un lato e le istanze di forza e rinascita dall’altro.
Le creazioni vengono trattate dall’autore come esercizi di stile nei quali tutto è possibile ma a volte non realizzabile, a causa dei rapidi e continui mutamenti progettuali o delle mancate risorse economiche.
I bozzetti finiscono così per conservare nel tempo una propria identità, compiuta e stabile. Come tutti i materiali effimeri, mantengono la freschezza dei progetti non realizzati e la forza delle idee potenziali, legando indissolubilmente il momento sperimentale e quello progettuale.
La parola scritta ma soprattutto declamata è, come è noto, uno dei punti di forza del movimento futurista. Il percorso di mostra è pertanto completato da due video di repertorio nei quali vengono enunciati testi del padre del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti: nel primo lo stesso Tullio Crali recita “La battaglia di Adrianopoli”, nel secondo Carmelo Bene recita “Uccidiamo il chiaro di luna”.
Se con la leggerezza dei bozzetti di moda e di teatro si prendono le distanze dal tema della guerra, a cui il Mart ha dedicato la programmazione di un intero anno, con il videomateriale d’archivio se ne sancisce ancora una volta la vivida presenza.
Nato a Igalo (Montenegro) nel 1910, nel 1922 si trasferisce a Gorizia.
Nel 1929 aderisce al futurismo e comincia a muovere i primi passi nel mondo dell’arte. Tra il 1931 e il 1933 partecipa alle mostre itineranti di aeropittura a Milano, Parigi, Vienna, Atene e Bruxelles. Nello stesso periodo realizza bozzetti teatrali, progetti di architettura e cartelloni pubblicitari. Si interessa anche di moda, creando le giacche sintetiche e le camicie anti cravatta.
Inizia una ricerca affine a quella di Enrico Prampolini sull’arte plastica, assemblando materiali diversi e creando opere polimateriche. Nel 1939 partecipa con opere di aeropittura alla III Quadriennale di Roma, nel 1940 la Biennale di Venezia gli dedica una sala personale. Nel 1942 partecipa ancora alla Biennale di Venezia.
Nel 1944 scompare Flilippo Tommaso Marinetti da cui Crali riceve in eredità il compito morale di proseguire e difendere le scelte futuriste. Si trasferisce dapprima a Torino poi a Parigi, dove inizia a realizzare, secondo una tradizione molto marinettiana, i ricchi volumi autobiografici, nei quali raccoglie note, schizzi, scritti, corrispondenza, fotografie e molti altri materiali documentari. Nel 1959 si trasferisce a Milano. Scrive il Manifesto della Sassintesi, nel quale teorizza la creazione di sculture che rispettino l’integrità della forma di materiali naturali e rinvenuti per caso. L’assemblaggio di questi “reperti” costituisce un capitolo molto originale della sua produzione. Dal 1961 al 1966 dirige la scuola italiana al Cairo. A Trieste, nel 1971, presenta le Cosmiche: disegni monocromi, che descrive come “prototipi di un’arte orbitale”. L’attività espositiva prosegue intensa: come relatore e conferenziere Crali interviene sui temi del futurismo. Del 1976 è la sua antologica a Palazzo Costanzi di Trieste. Pubblica a tiratura limitata il volume Parole nello spazio, una trentina di tavole di poesia scritte dopo il 1930. Nel 1990 partecipa alla mostra sul Futurismo veneto a Padova. Negli anni novanta dipinge alcune opere dedicate ai voli acrobatici delle Frecce Tricolori.Il Mart gli dedica una grande mostra nel dicembre del 1994, presentandolo nella duplice veste di futurista e aeropittore.
Scompare a Milano il 5 agosto 2000.
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