Aldo Schmid. Astrazioni cromatiche / Michele Parisi. Dalla finestra entrava il mattino
Dal 11 Aprile 2014 al 20 Luglio 2014
Riva del Garda | Trento
Luogo: MAG - Museo Alto Garda
Indirizzo: piazza Cesare Battisti 3/a
Orari: 10-18, lun chiuso. Giugno, luglio, agosto e settembre 10-00
Curatori: Daniela Ferrari, Denis Isaia, Federico Mazzonelli
Telefono per informazioni: +39 0464 573869
E-Mail info: info@museoaltogarda.it
Sito ufficiale: http://www.museoaltogarda.it/it/
Aldo Schmid. Astrazioni cromatiche
a cura di Daniela Ferrari
In Pinacoteca. In collaborazione con Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto Con la mostra dedicata al pittore Aldo Schmid, il Museo Alto Garda prosegue il suo progetto pluriennale dal titolo In Pinacoteca. Finestre sul contemporaneo, iniziato nel 2013 con la personale di Claudio Olivieri Il colore disvelato, nell'ambito del quale il MAG intende offrire un ciclo di approfondimenti e aggiornamenti sul linguaggio contemporaneo, a partire dagli anni Settanta del Novecento.
Da luogo di conservazione di carattere storico-artistico, la Pinacoteca del Museo di Riva del Garda apre dunque le sue finestre su una selezione di progetti espositivi che permettano di documentare il più recente linguaggio figurativo. La ricerca pittorica dell’artista trentino Aldo Schmid (Trento, 1935 - Monzumo, Bologna, 1978) rappresenta una delle esperienze più compiute e coerenti, all’interno del panorama culturale territoriale, dedicata squisitamente all’indagine sulle potenzialità espressive del colore. Schmid aveva iniziato a occuparsi del problema del colore come elemento fondante della sua poetica nel 1964, affidando la sua instancabile ricerca teorica - che lo avvicina alle esperienze dello svizzero Itten - a una serie di manoscritti, pubblicazioni nonché ad alcuni fondamentali cicli pittorici. Nell’evolversi della sua ricerca, Schmid approfondisce la complessa fenomenologia delle opposizioni e delle simultaneità cromatiche tramite comparazioni percettive, seguendo pratiche metodologiche rigorosamente verificabili e studiate sul piano teorico. Nel 1977, insieme ad altri artisti trentini, dà vita al Movimento di Astrazione Oggettiva. Non ci è dato sapere quali esiti avrebbe raggiunto la sua pittura poiché, come è noto, Schmid muore il 15 aprile 1978, vittima di un incidente ferroviario avvenuto sulla linea Bologna-Firenze, a Monzumo. Questa mostra vuole essere un omaggio alla sua arte condotta con rigore e dedizione nell’alveo della pittura pura. «Per Schmid il colore è necessario quanto il respiro. […]
Dopo una fase iniziale di carattere figurativo, nella quale si riconoscono i debiti stilistici dovuti allo studio diretto dell’espressionismo tedesco, dell’astrattismo di Mondrian e alla frequentazione dei corsi di Kokoschka alla Schule des Sehens di Salisburgo, Schmid inizia a concentrare la propria attenzione sul problema del colore e della luce. L’incontro con Virgilio Guidi è fondamentale e altrettanto importanti saranno i contatti che stringerà negli anni sessanta con il milieu veneziano, in particolare con Deluigi, Vedova e Tancredi e, negli anni settanta, con la temperie culturale milanese. […]
Ciò che Schmid aveva conquistato fin dai primi anni settanta era una sintesi perfetta di padronanza tecnica e di ispirazione, quello “stato di grazia”, raro ed eccezionale, che illumina l’atto creativo e conduce l’artista, consapevolmente o no, a non dipingere più il colore ma a dipingere la Pittura. Questo esito straordinario si avverte nelle serie dedicate a Eraclito e a Hegel, o nelle opere dove una lama di luce, ombra o colore, taglia la campitura, che non è mai riempimento uniforme, saturo e piatto, ma è sempre, invece, conquista di una profondità cromatica, risultato di velature e sovrapposizioni impercettibili. La via da seguire era già in nuce, in un suo pensiero del 1958 che recita: “Traduco immagini in visioni di forme / e di colori, con una chiarezza facile e precisa. / Ogni momento mi rassicura la verità / della mia decisione, del mio indirizzo”.
La teoria è talmente introiettata che diventa azione naturale: automatismo cosciente. Questa forma di automatismo conduce a una vera e propria introspezione del colore che si trasforma in visione nella mente dell’artista, resa visibile sulla tela. Prendono così corpo le dissolvenze che appaiono come tuffi nel colore, percepito nella sua purezza di pigmento, nella sua essenza, come entità, dove il colore appare come epifania nel vano di una cornice inesistente perché ormai inutile». (Dal testo critico della curatrice Daniela Ferrari, pubblicato nel catalogo dedicato alla mostra Aldo Schmid. Astrazioni cromatiche nella collana del MAG In Pinacoteca. Finestre sul contemporaneo)
Michele Parisi. Dalla finestra entrava il mattino
a cura di Denis Isaia, Federico Mazzonelli
Con l'intervento di Michele Parisi all'interno del Museo di Riva del Garda, si apre la stagione 2014 del progetto sul contemporaneo Der Blitz. Ricerca, azione e cultura contemporanea. Il giovane artista di Riva del Garda sarà presente con un suo lavoro, il quale andrà a innescare un dialogo con le opere storiche della collezione del Museo Alto Garda attraverso gli strumenti del linguaggio contemporaneo.
«Nella ricerca di Michele Parisi – spiega il curatore Federico Mazzonelli – fotografia e pratica pittorica danno vita a un atlante di immagini sospese nelle quali lo spazio della realtà, con le sue forme, i suoi profili, i suoi volumi, viene calato in una dimensione narrativa “orizzontale”, come sottratta alla dimensione del tempo, immersa nell’evanescente concretezza della luce e dei pigmenti.
Il titolo dell’intervento presentato presso il Museo di Riva del Garda, Dalla finestra entrava il mattino, si rivolge proprio al momento dell’ideazione e della creazione di un’immagine catturata e dipinta mediante la luce lungo la superficie di una lastra. La tecnica utilizzata è infatti una trasposizione fotografica mediante gelatine fotosensibili su carta velina che l’artista successivamente rielabora manualmente attraverso l’utilizzo di pigmenti naturali. Operazione alchemica, delicata epifania, grazie alla quale l’apparecchio fotografico non rileva semplicemente la natura formale dei luoghi che ci circondano, ma li indaga e li ricrea in quanto sistemi di segni, di visioni, di immagini significanti.
L’intervento si inserisce nella sezione del Museo dedicata al paesaggio sette/ottocentesco, dove le vedute dell’acqua sono molteplici e dove essa diviene l’elemento attorno al quale si organizza la composizione di molti dipinti. L’artista presenta, occupando una sala del percorso espositivo permanente, una serie di lavori nei quali le acque del Garda sono trasposte in immagine secondo diverse scansioni temporali, trasformandosi così in paesaggi al limite dell’astrazione, immersi in una sorta di densa oscurità, attraversata e resa mobile, quasi fosse “respirata”, da una luce che il pigmento pittorico trattiene e lascia progressivamente filtrare verso l’esterno».
Dalla finestra entrava il mattino di Michele Parisi segna la prima tappa di un articolato percorso che si dispiegherà per tutto l'anno attraverso progetti specifici.
Nato a Riva del Garda nel 1983, dopo aver conseguito la maturità all’Istituto d’Arte F. Depero nel 2001, si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Bologna.
Il suo lavoro artistico nasce e si sviluppa in questi anni attraverso uno studio meticoloso della pittura e della fotografia, partecipando a varie mostre in spazi pubblici e privati (Bologna, Milano, Modena, Monaco di Baviera, Roma, Trento, ...).
Nel 2003 espone alla Fondazione Mattia Moreni a S. Sofia (FC) per il 47° Premio Campigna.
Nel 2004 partecipa al Premio Lissone (MI) e sempre dello stesso anno è la personale nella galleria 64 di Baricella (BO).
Nel 2006 espone alla Galleria Lorenzelli di Milano in occasione della settimana della moda.
Nel 2007 espone nella Kunstlerhaus di Monaco di Baviera e nella chiesa sconsacrata di S. Paolo a Modena.
Successivamente espone nella mostra Aniconica alla Fondazione Zappetini di Chiavari (2008).
Nel 2010 partecipa al concorso internazionale Centro-Periferia a Roma, vincendo il primo premio del comitato scientifico, esponendo successivamente in una personale presso il Teatro dei Dioscuri, sempre a Roma.
Nel 2011 espone in una personale, presso la galleria Il Castello di Trento, il nuovo ciclo di lavori intitolato In silenzio.
Nel febbraio 2012 tiene il workshop d’artista presso il Mart di Rovereto intitolato Con la luce, replicato a settembre presso la Fondazione Pinacoteca Agnelli di Torino in occasione dei dieci anni di apertura al pubblico.
Nel 2012 espone ancora al Premio Lissone e nel 2013 tiene un altro workshop d’artista presso il Mart di Rovereto intitolato Mirabilia. A settembre 2013 espone presso la Kunsthalle Eurocenter di Lana con delle opere site specific.
Tra il 2013 e i 2014 lo spazio progettuale Upload Art Project di Trento gli dedica la personale intitolata Stanze imparate a memoria.
a cura di Daniela Ferrari
In Pinacoteca. In collaborazione con Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto Con la mostra dedicata al pittore Aldo Schmid, il Museo Alto Garda prosegue il suo progetto pluriennale dal titolo In Pinacoteca. Finestre sul contemporaneo, iniziato nel 2013 con la personale di Claudio Olivieri Il colore disvelato, nell'ambito del quale il MAG intende offrire un ciclo di approfondimenti e aggiornamenti sul linguaggio contemporaneo, a partire dagli anni Settanta del Novecento.
Da luogo di conservazione di carattere storico-artistico, la Pinacoteca del Museo di Riva del Garda apre dunque le sue finestre su una selezione di progetti espositivi che permettano di documentare il più recente linguaggio figurativo. La ricerca pittorica dell’artista trentino Aldo Schmid (Trento, 1935 - Monzumo, Bologna, 1978) rappresenta una delle esperienze più compiute e coerenti, all’interno del panorama culturale territoriale, dedicata squisitamente all’indagine sulle potenzialità espressive del colore. Schmid aveva iniziato a occuparsi del problema del colore come elemento fondante della sua poetica nel 1964, affidando la sua instancabile ricerca teorica - che lo avvicina alle esperienze dello svizzero Itten - a una serie di manoscritti, pubblicazioni nonché ad alcuni fondamentali cicli pittorici. Nell’evolversi della sua ricerca, Schmid approfondisce la complessa fenomenologia delle opposizioni e delle simultaneità cromatiche tramite comparazioni percettive, seguendo pratiche metodologiche rigorosamente verificabili e studiate sul piano teorico. Nel 1977, insieme ad altri artisti trentini, dà vita al Movimento di Astrazione Oggettiva. Non ci è dato sapere quali esiti avrebbe raggiunto la sua pittura poiché, come è noto, Schmid muore il 15 aprile 1978, vittima di un incidente ferroviario avvenuto sulla linea Bologna-Firenze, a Monzumo. Questa mostra vuole essere un omaggio alla sua arte condotta con rigore e dedizione nell’alveo della pittura pura. «Per Schmid il colore è necessario quanto il respiro. […]
Dopo una fase iniziale di carattere figurativo, nella quale si riconoscono i debiti stilistici dovuti allo studio diretto dell’espressionismo tedesco, dell’astrattismo di Mondrian e alla frequentazione dei corsi di Kokoschka alla Schule des Sehens di Salisburgo, Schmid inizia a concentrare la propria attenzione sul problema del colore e della luce. L’incontro con Virgilio Guidi è fondamentale e altrettanto importanti saranno i contatti che stringerà negli anni sessanta con il milieu veneziano, in particolare con Deluigi, Vedova e Tancredi e, negli anni settanta, con la temperie culturale milanese. […]
Ciò che Schmid aveva conquistato fin dai primi anni settanta era una sintesi perfetta di padronanza tecnica e di ispirazione, quello “stato di grazia”, raro ed eccezionale, che illumina l’atto creativo e conduce l’artista, consapevolmente o no, a non dipingere più il colore ma a dipingere la Pittura. Questo esito straordinario si avverte nelle serie dedicate a Eraclito e a Hegel, o nelle opere dove una lama di luce, ombra o colore, taglia la campitura, che non è mai riempimento uniforme, saturo e piatto, ma è sempre, invece, conquista di una profondità cromatica, risultato di velature e sovrapposizioni impercettibili. La via da seguire era già in nuce, in un suo pensiero del 1958 che recita: “Traduco immagini in visioni di forme / e di colori, con una chiarezza facile e precisa. / Ogni momento mi rassicura la verità / della mia decisione, del mio indirizzo”.
La teoria è talmente introiettata che diventa azione naturale: automatismo cosciente. Questa forma di automatismo conduce a una vera e propria introspezione del colore che si trasforma in visione nella mente dell’artista, resa visibile sulla tela. Prendono così corpo le dissolvenze che appaiono come tuffi nel colore, percepito nella sua purezza di pigmento, nella sua essenza, come entità, dove il colore appare come epifania nel vano di una cornice inesistente perché ormai inutile». (Dal testo critico della curatrice Daniela Ferrari, pubblicato nel catalogo dedicato alla mostra Aldo Schmid. Astrazioni cromatiche nella collana del MAG In Pinacoteca. Finestre sul contemporaneo)
Michele Parisi. Dalla finestra entrava il mattino
a cura di Denis Isaia, Federico Mazzonelli
Con l'intervento di Michele Parisi all'interno del Museo di Riva del Garda, si apre la stagione 2014 del progetto sul contemporaneo Der Blitz. Ricerca, azione e cultura contemporanea. Il giovane artista di Riva del Garda sarà presente con un suo lavoro, il quale andrà a innescare un dialogo con le opere storiche della collezione del Museo Alto Garda attraverso gli strumenti del linguaggio contemporaneo.
«Nella ricerca di Michele Parisi – spiega il curatore Federico Mazzonelli – fotografia e pratica pittorica danno vita a un atlante di immagini sospese nelle quali lo spazio della realtà, con le sue forme, i suoi profili, i suoi volumi, viene calato in una dimensione narrativa “orizzontale”, come sottratta alla dimensione del tempo, immersa nell’evanescente concretezza della luce e dei pigmenti.
Il titolo dell’intervento presentato presso il Museo di Riva del Garda, Dalla finestra entrava il mattino, si rivolge proprio al momento dell’ideazione e della creazione di un’immagine catturata e dipinta mediante la luce lungo la superficie di una lastra. La tecnica utilizzata è infatti una trasposizione fotografica mediante gelatine fotosensibili su carta velina che l’artista successivamente rielabora manualmente attraverso l’utilizzo di pigmenti naturali. Operazione alchemica, delicata epifania, grazie alla quale l’apparecchio fotografico non rileva semplicemente la natura formale dei luoghi che ci circondano, ma li indaga e li ricrea in quanto sistemi di segni, di visioni, di immagini significanti.
L’intervento si inserisce nella sezione del Museo dedicata al paesaggio sette/ottocentesco, dove le vedute dell’acqua sono molteplici e dove essa diviene l’elemento attorno al quale si organizza la composizione di molti dipinti. L’artista presenta, occupando una sala del percorso espositivo permanente, una serie di lavori nei quali le acque del Garda sono trasposte in immagine secondo diverse scansioni temporali, trasformandosi così in paesaggi al limite dell’astrazione, immersi in una sorta di densa oscurità, attraversata e resa mobile, quasi fosse “respirata”, da una luce che il pigmento pittorico trattiene e lascia progressivamente filtrare verso l’esterno».
Dalla finestra entrava il mattino di Michele Parisi segna la prima tappa di un articolato percorso che si dispiegherà per tutto l'anno attraverso progetti specifici.
Nato a Riva del Garda nel 1983, dopo aver conseguito la maturità all’Istituto d’Arte F. Depero nel 2001, si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Bologna.
Il suo lavoro artistico nasce e si sviluppa in questi anni attraverso uno studio meticoloso della pittura e della fotografia, partecipando a varie mostre in spazi pubblici e privati (Bologna, Milano, Modena, Monaco di Baviera, Roma, Trento, ...).
Nel 2003 espone alla Fondazione Mattia Moreni a S. Sofia (FC) per il 47° Premio Campigna.
Nel 2004 partecipa al Premio Lissone (MI) e sempre dello stesso anno è la personale nella galleria 64 di Baricella (BO).
Nel 2006 espone alla Galleria Lorenzelli di Milano in occasione della settimana della moda.
Nel 2007 espone nella Kunstlerhaus di Monaco di Baviera e nella chiesa sconsacrata di S. Paolo a Modena.
Successivamente espone nella mostra Aniconica alla Fondazione Zappetini di Chiavari (2008).
Nel 2010 partecipa al concorso internazionale Centro-Periferia a Roma, vincendo il primo premio del comitato scientifico, esponendo successivamente in una personale presso il Teatro dei Dioscuri, sempre a Roma.
Nel 2011 espone in una personale, presso la galleria Il Castello di Trento, il nuovo ciclo di lavori intitolato In silenzio.
Nel febbraio 2012 tiene il workshop d’artista presso il Mart di Rovereto intitolato Con la luce, replicato a settembre presso la Fondazione Pinacoteca Agnelli di Torino in occasione dei dieci anni di apertura al pubblico.
Nel 2012 espone ancora al Premio Lissone e nel 2013 tiene un altro workshop d’artista presso il Mart di Rovereto intitolato Mirabilia. A settembre 2013 espone presso la Kunsthalle Eurocenter di Lana con delle opere site specific.
Tra il 2013 e i 2014 lo spazio progettuale Upload Art Project di Trento gli dedica la personale intitolata Stanze imparate a memoria.
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