Tattoo. L'arte sulla pelle

© Simone Fugazzotto | Simone Fugazzotto, Alphabet, 2018Olio su tela di iuta, cm. 200x200

 

Dal 09 Novembre 2018 al 03 Marzo 2019

Torino

Luogo: MAO Museo d’Arte Orientale

Indirizzo: via San Domenico 11

Orari: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 11-19; chiuso lunedì. La biglietteria chiude un'ora prima

Curatori: Luca Beatrice, Alessandra Castellani, MAO Museo d’Arte Orientale

Enti promotori:

  • Città di Torino
  • Fondazione Torino Musei

Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 8, gratuito Abbonati Musei Torino Piemonte e aventi diritto. Possibilità di biglietto cumulativo Mostra + Museo a tariffa agevolata

Telefono per informazioni: +39 011.4436927

E-Mail info: mao@fondazionetorinomusei.it

Sito ufficiale: http://www.maotorino.it/



Artisti contemporanei, tatuatori e tatuati, opere e personaggi del passato si mescolano e dialogano in un percorso suggestivo, che guida il pubblico in un viaggio e una riflessione sull’uso sociale, culturale e artistico del corpo.

Nell’antichità il tatuaggio è visto come il marchio degli sconfitti, siano essi schiavi o malfattori, o rievoca la ferocia dei barbari come i Pitti e i Germani che premono minacciosi sui confini dell’Impero. 
Quest’aura di ribrezzo, estraneità e fascinazione nei confronti del tatuaggio viene evocata e ampliata nel Settecento, quando i navigatori europei che raggiunsero il sud-est Asiatico e l’Oceano Pacifico, entrano in contatto con popoli che suscitano sorpresa, ammirazione o disprezzo, perché praticano in maniera estensiva il tatuaggio. La stessa parola “tattoo” ha origine polinesiana (in italiano mediata dal francese tatouageviene introdotta in occidente dal navigatore James Cook. Proprio l’incontro/scontro con queste lontane popolazioni costituisce un momento decisivo nell’elaborazione dell’immaginario nei confronti del tatuaggio e di una tessitura simbolica in cui precipitano insieme esotismo e costruzione culturale del “selvaggio”.
 
La mostra ripropone alcuni passaggi cruciali in cui l’Occidente si nutre di rappresentazioni dell’altro, focalizzando l’attenzione supopoli che praticano in maniera estensiva il tatuaggio e che influenzeranno fortemente la cultura e l’arte contemporanea. 
 
Verranno presentate in mostra, grazie ai prestiti del Museo delle Civiltà di Roma, strumenti collegati al tatuaggio provenienti dall’Asia e dall’Oceaniafoto storiche scattate dal celebre fotografo Felice Beato nel Giappone degli anni ’60 dell’800 e fotografie, sempre storiche, dei Maori della Nuova Zelanda. A questo si aggiunge una selezione delle stampe del noto artista giapponese Kuniyoshi Utagawa che nel 1827 pubblica una serie di eroi popolari giapponesi noti come i 108 eroi suikoden, famosa per essere diventata un riferimento iconografico per i tatuaggi. 

L’idea della irriducibile condizione selvaggia del tatuaggio sarà ripresa dal celebre studioso Cesare Lombroso che collega la condizione dei criminali tatuati del mondo occidentale con quella dei cosiddetti primitivi, collocando per la prima volta questa pratica nell’ambito scientifico. Disegni e oggetti provenienti dal museo di Antropologia criminale Cesare Lombroso e dal museo di Anatomia di Torino costituiranno parte integrante dell’esposizione nella qualeil materiale storico e iconografico si sovrappone e dialoga con la cultura contemporanea del tatuaggio, profondamente influenzata sia dalle tecniche e dagli stili provenienti dall’Asia, sia dalle teorie lombrosiane. 
Se il tatuaggio ha ormai da decenni raggiunto la piena accettazione nel mondo delle culture popolari – decisiva in tal senso la “moda” di imprimere indelebilmente sul proprio corpo immagini, segni, parole – aumentano quei protagonisti dell’arte contemporanea, linguaggio ben più elitario e criptico, che utilizzano il tatuaggio proprio come uno strumento espressivo che non discende solo dalla Performance ma incontra persino il concettuale. 
 
Diversi gli esempi in tal senso: il fiammingo Wim Delvoye ha tatuato grossi maiali non destinati all’alimentazione e lasciati morire di vecchiaia; lo spagnolo Santiago Sierra ne fa un uso politico e trasgressivo; il messicano Dr. Lakra si dedica a minuziosi disegni e interventi di street art; l’austriaca Valie Export e la svedese Mary Coble hanno trattato temi legati al femminismo. Tra gli italiani, inoltre, le fotografie ritoccate e decorate da Plinio Martelli, le statue in marmo di Fabio Viale. 

Tra i tatuatori contemporaneisono state scelte immagini dei lavori di grandi professionisti noti proprio per il ruolo cruciale che hanno sulla scena contemporanea e la diffusione della cultura del tatuaggio, da Tin-Tin, a Filip Leu e a Horiyoshi III. Alle opere di questi influenti personaggi del mondo del tatuaggio, sono affiancati i lavori di altri tatuatori più o meno conosciuti al grande pubblico, sia italiani che stranieri, tra i quali Nicolai Lilin, Gabriele Donnini, Claudia De Sabe, che costituiscono una ristretta rappresentanza di una numerosa, notevole e mutevole comunità di lavoratori del settore.



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