Somos Libres II

Somos Libres II, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, Torino
Dal 16 Maggio 2014 al 14 Settembre 2014
Torino
Luogo: Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli
Indirizzo: via Nizza 230
Orari: dal martedì alla domenica 10-19
Curatori: Neville Wakefield
Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 8, scuole € 4 e bambini dai 6 ai 16 anni, gratuito fino a 6 anni
Telefono per informazioni: +39 011 0062713
E-Mail info: segreteria@pinacoteca-agnelli.it
Sito ufficiale: http://pinacoteca-agnelli.it/visit/it/
La Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli è lieta di annunciare la prossima mostra “SOMOS LIBRES II”, una selezione di opere dalla collezione di Mario Testino, a cura di Neville Wakefield.
“SOMOS LIBRES II” sarà allestita alla Pinacoteca Agnelli di Torino dal 17 maggio al 14 settembre 2014 e includerà opere della collezione personale di Testino che comprende artisti come Tauba Auerbach, Richard Avedon, Cecil Beaton, Glenn Ligon, Jonathan Monk, Ugo Rondinone, Cindy Sherman, Adriana Varejão e Andy Warhol.
Negli ultimi vent’anni siamo riusciti a comprendere l’universo di Mario Testino attraverso le sue fotografie. Mentre le immagini che raccoglie con la macchina fotografica non sono difficili da rintracciare, l’arte che lo ispira e che lui colleziona è rimasta fondamentalmente privata.
SOMOS LIBRES – che in spagnolo significa “Siamo liberi”– è stata presentata per la prima volta nel 2013 al MATE, l’associazione culturale dedicata a Mario Testino che si trova a Lima, in Perù. In quella prima occasione, SOMOS LIBRES analizzava il suo interesse per le opere di artisti famosi come Cindy Sherman, Richard Prince e Paul McCarthy insieme alle opere di artisti meno conosciuti ed emergenti nati, come lui, in Perù.
SOMOS LIBRES II, ospitata dalla Pinacoteca Agnelli di Torino, continua a esplorare l’idea della libertà creativa che è un elemento essenziale della sinergia tra l’arte e la fotografia pubblicitaria e della moda. In linea con la soggiacente tematica di un mondo visto e interpretato dalla lente fotografica quanto dall’occhio, la mostra inizia con alcune immagini di visite a studi d’artista scattate da Testino. L’idea di libertà, in questo senso, si percepisce immediatamente, non appena si varca la soglia, prima nello studio degli artisti e poi nell’arte che produce e rivela.
Il nucleo centrale della mostra mette in contrasto il palcoscenico vuoto dell’astrazione con l’impulso figurativo della fotografia che rappresenta gli interessi e le influenze di Testino. Allo stesso modo, l’installazione stessa oppone alle opere, che sono tradizionalmente appese alle pareti, la fusione di impeto e impulso che rimanda alle pagine dei libri e delle riviste che costituiscono l’habitat principale della fotografia. All’interno di questa sezione, immagini scattate da Testino sono presentate come pagine di una rivista tridimensionale, che mischia gli impulsi acquisitivi dell’occhio e della collezione. Le fotografie della collezione di Testino, sia vintage sia classiche, sono appese contro il fondale della sua fotografia. Qui la fotografia e il continuo flusso di somiglianza sono circondati e contenuti nelle opere eseguite con i mezzi tradizionali, allo stesso tempo più statici per come mediano il significato e più opachi per come lo consegnano.
Nell’ultima stanza l’impulso figurativo trova un’eco in forme più tradizionali. Appese dall’altezza degli occhi fino al soffitto, in modo da ricoprire tutta la parete, queste opere suggeriscono una forma di contiguità diversa. Dove la fotografia permette la sovrapposizione di fonti e mezzi diversi per creare esposizioni multiple di passato e presente, rivista e pagina, film e stampa, le forme dipinte vengono mostrate una di fianco all’altra. In queste opere più tradizionali, si può ancora percepire l’influenza della fotografia passata e di quella presente. Appese insieme in questo modo, parlano l’una con l’altra oltre che con il mondo fotografico cui, a volte, si riferiscono. Ciò che rivelano è solo un altro aspetto della collezione che è stata modellata negli interstizi del mondo di Testino – un luogo dove studio, galleria d’arte, collezione e rivista si fondono insieme.
“SOMOS LIBRES II” sarà allestita alla Pinacoteca Agnelli di Torino dal 17 maggio al 14 settembre 2014 e includerà opere della collezione personale di Testino che comprende artisti come Tauba Auerbach, Richard Avedon, Cecil Beaton, Glenn Ligon, Jonathan Monk, Ugo Rondinone, Cindy Sherman, Adriana Varejão e Andy Warhol.
Negli ultimi vent’anni siamo riusciti a comprendere l’universo di Mario Testino attraverso le sue fotografie. Mentre le immagini che raccoglie con la macchina fotografica non sono difficili da rintracciare, l’arte che lo ispira e che lui colleziona è rimasta fondamentalmente privata.
SOMOS LIBRES – che in spagnolo significa “Siamo liberi”– è stata presentata per la prima volta nel 2013 al MATE, l’associazione culturale dedicata a Mario Testino che si trova a Lima, in Perù. In quella prima occasione, SOMOS LIBRES analizzava il suo interesse per le opere di artisti famosi come Cindy Sherman, Richard Prince e Paul McCarthy insieme alle opere di artisti meno conosciuti ed emergenti nati, come lui, in Perù.
SOMOS LIBRES II, ospitata dalla Pinacoteca Agnelli di Torino, continua a esplorare l’idea della libertà creativa che è un elemento essenziale della sinergia tra l’arte e la fotografia pubblicitaria e della moda. In linea con la soggiacente tematica di un mondo visto e interpretato dalla lente fotografica quanto dall’occhio, la mostra inizia con alcune immagini di visite a studi d’artista scattate da Testino. L’idea di libertà, in questo senso, si percepisce immediatamente, non appena si varca la soglia, prima nello studio degli artisti e poi nell’arte che produce e rivela.
Il nucleo centrale della mostra mette in contrasto il palcoscenico vuoto dell’astrazione con l’impulso figurativo della fotografia che rappresenta gli interessi e le influenze di Testino. Allo stesso modo, l’installazione stessa oppone alle opere, che sono tradizionalmente appese alle pareti, la fusione di impeto e impulso che rimanda alle pagine dei libri e delle riviste che costituiscono l’habitat principale della fotografia. All’interno di questa sezione, immagini scattate da Testino sono presentate come pagine di una rivista tridimensionale, che mischia gli impulsi acquisitivi dell’occhio e della collezione. Le fotografie della collezione di Testino, sia vintage sia classiche, sono appese contro il fondale della sua fotografia. Qui la fotografia e il continuo flusso di somiglianza sono circondati e contenuti nelle opere eseguite con i mezzi tradizionali, allo stesso tempo più statici per come mediano il significato e più opachi per come lo consegnano.
Nell’ultima stanza l’impulso figurativo trova un’eco in forme più tradizionali. Appese dall’altezza degli occhi fino al soffitto, in modo da ricoprire tutta la parete, queste opere suggeriscono una forma di contiguità diversa. Dove la fotografia permette la sovrapposizione di fonti e mezzi diversi per creare esposizioni multiple di passato e presente, rivista e pagina, film e stampa, le forme dipinte vengono mostrate una di fianco all’altra. In queste opere più tradizionali, si può ancora percepire l’influenza della fotografia passata e di quella presente. Appese insieme in questo modo, parlano l’una con l’altra oltre che con il mondo fotografico cui, a volte, si riferiscono. Ciò che rivelano è solo un altro aspetto della collezione che è stata modellata negli interstizi del mondo di Testino – un luogo dove studio, galleria d’arte, collezione e rivista si fondono insieme.
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