Sic vos non vobis (per voi ma non vostra)
Dal 13 Marzo 2014 al 04 Maggio 2014
Torino
Luogo: PAV - Parco d'Arte Vivente
Indirizzo: via Giordano Bruno 31
Orari: venerdì 15-18; sabato e domenica 12-19
Curatori: Claudio Cravero
Costo del biglietto: intero euro 4, ridotto euro 3. Gratuito: abbonamento Torino Musei, Torino+Piemonte Card, minori di 10 anni, over 65, persone con disabilita
Telefono per informazioni: +39 011 3182235
Sito ufficiale: http://www.parcoartevivente.it
Giovedì 13 marzo, alle ore 18.30, nell’ambito del programma artistico 2014 Commons Art, inaugura Sic Vos Non Vobis, mostra collettiva curata da Claudio Cravero.
Il titolo dell’esposizione riprende un aneddoto latino nel quale Virgilio, di fronte al plagio di una sua opera, avrebbe risposto dicendo “Sic Vos Non Vobis” (Per voi ma non vostra). Si tratta di una frase che, in seguito e in altri contesti, è possibile trovare incisa su alcune fontane pubbliche di diverse città italiane. Nell’esposizione Sic Vos Non Vobis diventa così una sorta di “statement” a ricordare quanto le acque scorrano naturalmente per loro stesse e a beneficio anche dei cittadini, pur essendo di proprietà di nessuno.
I lavori esposti disegnano una sorta di cartografia dell’acqua, il bene comune per antonomasia. Ma le opere indagano
l’elemento da un punto di vista narrativo e cognitivo, al di là dell’immagine più immediata che la vedrebbe “contenuta” o
“raccolta” nella forma di una fontana. I video, le installazioni, i disegni e documentazioni storiche (tra queste il
documentario del 1949 prodotto dalla Compagnie Nationale du Rhône sulla costruzione della diga di Génissiat),
mettono in evidenza quel gioco di tensioni tipico del potere e della volontà di controllo; le stesse forze che, tese tra loro,
vedono l’acqua in bilico tra l’essere considerata un bene pubblico intoccabile e la sua privatizzazione a pura merce di
profitto.
All’ingresso del PAV è allestita Robinet, installazione di Géraldine Py e Roberto Verde (1986, Francia; 1981,
Italia). Da una sorta di rubinetto fuoriescono delle gocce d’acqua che bloccano il possibile volo di un palloncino gonfiato
a elio. Nell’opera si palesano in modo tangibile gli sforzi spesso necessari per contrastare conflitti e tensioni, come
quelli che investono l’acqua descritti da Shiva Vandana in Le Guerre dell’acqua. Nella serra è esposta inoltre la serie di
acquerelli Aquifers di Marie Velardi (1977, Ginevra). Lo studio e la ricognizione di 37 falde acquifere in diverse parti del
mondo rileva la precarietà di determinati territori e mette in luce come lo sfruttamento delle acque sotterranee sia
strettamente collegato all’elemento “tempo”. Sempre nella serra, come due superfici specchianti, è esposta Cracks I
Seldom Reveal, la doppia proiezione video di Amit Mahanti e Ruchika Negi (1978, Shillong; 1979, Bangalore) del
collettivo indiano Frame Works. La loro ricerca esplora la cosiddetta “Ecologia umana” intorno ai temi dell’acqua.
Riflettendo su una geografia allargata e mettendo a confronto due precisi territori (Torino e lo stato del Sikkim nei pressi
dell’Himalaya), Frame Works ragiona sulla dicotomia “accesso” ed “eccesso” delle fonti idriche, restituendo
un’immagine speculare delle due aree.
Nella project room, infine, è esposta Céromancie: sept questions au fleuve Rhône, di Andrea Caretto | Raffaella
Spagna (1970, Torino; 1967, Rivoli). Nell’installazione, formata da sette oggetti in paraffina esposti su un tavolo
luminoso, i due artisti presentano il risultato di uno studio svolto durante una residenza presso Moly-Sabata (F), nel
2011, lungo il tratto del Rodano tra Valence e Lione. Le sette sculture in cera costituiscono le risposte alle domande
poste al fiume secondo la pratica tradizionale e divinatoria della ceromanzia. La volontà di controllo e l’esercizio del
potere umano sul corso del fiume sono inoltre ben riassunti in Le contrôle des cinq écluses, video che testimonia
l’attraversamento dei due artisti nel territorio rodaniano e che - sul modello delle telecamere a circuito chiuso - riporta la
totale supervisione delle chiuse del fiume.
Nell’ambito della mostra, le Attività Educative e Formative del PAV, curate da Orietta Brombin, presentano
dinamicoEstatico, laboratorio che osserva l’aspetto dell’acqua in superficie e nel suo incessante fluire. Sul piano della
formazione per il pubblico adulto, dopo l’avvio della stagione 2014 dedicata alla Commons Art con Acqua che scorre
non porta veleno, giornata condotta da Joe Quercia che grazie al role-playing ha affrontato il significato interiore
dell’acqua, segue il 14 e 15 marzo il workshop condotto da Géraldine Py & Roberto Verde: I Vasi comunicanti. Tale
fenomeno è fisico oltre che biologico ed economico e assume una forma globale, rappresentativa del principio olistico
dove “Il tutto è maggiore della somma delle sue parti”. Tale modello è basato sulla solidarietà, lo scambio e
l’equanimità, funzioni vitali che si manifestano già a livello cellulare nell’organismo vivente. Il progetto di costruzione
collettiva vedrà la realizzazione di una rete di contenitori comunicanti - ottenuti con materiali di riciclo - il cui intento
teorico è quello di dare spunto a conversazioni intorno all’economia di scambio, distribuzione di beni e capitali, metodi
di sviluppo alternativi al mercato globale.
Il titolo dell’esposizione riprende un aneddoto latino nel quale Virgilio, di fronte al plagio di una sua opera, avrebbe risposto dicendo “Sic Vos Non Vobis” (Per voi ma non vostra). Si tratta di una frase che, in seguito e in altri contesti, è possibile trovare incisa su alcune fontane pubbliche di diverse città italiane. Nell’esposizione Sic Vos Non Vobis diventa così una sorta di “statement” a ricordare quanto le acque scorrano naturalmente per loro stesse e a beneficio anche dei cittadini, pur essendo di proprietà di nessuno.
I lavori esposti disegnano una sorta di cartografia dell’acqua, il bene comune per antonomasia. Ma le opere indagano
l’elemento da un punto di vista narrativo e cognitivo, al di là dell’immagine più immediata che la vedrebbe “contenuta” o
“raccolta” nella forma di una fontana. I video, le installazioni, i disegni e documentazioni storiche (tra queste il
documentario del 1949 prodotto dalla Compagnie Nationale du Rhône sulla costruzione della diga di Génissiat),
mettono in evidenza quel gioco di tensioni tipico del potere e della volontà di controllo; le stesse forze che, tese tra loro,
vedono l’acqua in bilico tra l’essere considerata un bene pubblico intoccabile e la sua privatizzazione a pura merce di
profitto.
All’ingresso del PAV è allestita Robinet, installazione di Géraldine Py e Roberto Verde (1986, Francia; 1981,
Italia). Da una sorta di rubinetto fuoriescono delle gocce d’acqua che bloccano il possibile volo di un palloncino gonfiato
a elio. Nell’opera si palesano in modo tangibile gli sforzi spesso necessari per contrastare conflitti e tensioni, come
quelli che investono l’acqua descritti da Shiva Vandana in Le Guerre dell’acqua. Nella serra è esposta inoltre la serie di
acquerelli Aquifers di Marie Velardi (1977, Ginevra). Lo studio e la ricognizione di 37 falde acquifere in diverse parti del
mondo rileva la precarietà di determinati territori e mette in luce come lo sfruttamento delle acque sotterranee sia
strettamente collegato all’elemento “tempo”. Sempre nella serra, come due superfici specchianti, è esposta Cracks I
Seldom Reveal, la doppia proiezione video di Amit Mahanti e Ruchika Negi (1978, Shillong; 1979, Bangalore) del
collettivo indiano Frame Works. La loro ricerca esplora la cosiddetta “Ecologia umana” intorno ai temi dell’acqua.
Riflettendo su una geografia allargata e mettendo a confronto due precisi territori (Torino e lo stato del Sikkim nei pressi
dell’Himalaya), Frame Works ragiona sulla dicotomia “accesso” ed “eccesso” delle fonti idriche, restituendo
un’immagine speculare delle due aree.
Nella project room, infine, è esposta Céromancie: sept questions au fleuve Rhône, di Andrea Caretto | Raffaella
Spagna (1970, Torino; 1967, Rivoli). Nell’installazione, formata da sette oggetti in paraffina esposti su un tavolo
luminoso, i due artisti presentano il risultato di uno studio svolto durante una residenza presso Moly-Sabata (F), nel
2011, lungo il tratto del Rodano tra Valence e Lione. Le sette sculture in cera costituiscono le risposte alle domande
poste al fiume secondo la pratica tradizionale e divinatoria della ceromanzia. La volontà di controllo e l’esercizio del
potere umano sul corso del fiume sono inoltre ben riassunti in Le contrôle des cinq écluses, video che testimonia
l’attraversamento dei due artisti nel territorio rodaniano e che - sul modello delle telecamere a circuito chiuso - riporta la
totale supervisione delle chiuse del fiume.
Nell’ambito della mostra, le Attività Educative e Formative del PAV, curate da Orietta Brombin, presentano
dinamicoEstatico, laboratorio che osserva l’aspetto dell’acqua in superficie e nel suo incessante fluire. Sul piano della
formazione per il pubblico adulto, dopo l’avvio della stagione 2014 dedicata alla Commons Art con Acqua che scorre
non porta veleno, giornata condotta da Joe Quercia che grazie al role-playing ha affrontato il significato interiore
dell’acqua, segue il 14 e 15 marzo il workshop condotto da Géraldine Py & Roberto Verde: I Vasi comunicanti. Tale
fenomeno è fisico oltre che biologico ed economico e assume una forma globale, rappresentativa del principio olistico
dove “Il tutto è maggiore della somma delle sue parti”. Tale modello è basato sulla solidarietà, lo scambio e
l’equanimità, funzioni vitali che si manifestano già a livello cellulare nell’organismo vivente. Il progetto di costruzione
collettiva vedrà la realizzazione di una rete di contenitori comunicanti - ottenuti con materiali di riciclo - il cui intento
teorico è quello di dare spunto a conversazioni intorno all’economia di scambio, distribuzione di beni e capitali, metodi
di sviluppo alternativi al mercato globale.
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pav parco d arte vivente ·
andrea caretto raffaella spagna ·
amit mahanti e ruchika negi ·
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