Renè Burri. Jean Tinguely/ Harry Gruyaert - Nicus Lucà. Dimenticare a memoria
![Renè Burri, Swiss Sculptor Jean TIinguely with his sculpture "Si c'est noir, je m'appelle Jean" (1960) for his retrospective at the Kunsthaus Zurich, 1982 Renè Burri, Swiss Sculptor Jean TIinguely with his sculpture "Si c'est noir, je m'appelle Jean" (1960) for his retrospective at the Kunsthaus Zurich, 1982](http://www.arte.it/foto/600x450/7a/14600-burri.jpg)
© © René Burri/Magnum Photos | Renè Burri, Swiss Sculptor Jean TIinguely with his sculpture "Si c'est noir, je m'appelle Jean" (1960) for his retrospective at the Kunsthaus Zurich, 1982
Dal 06 Marzo 2013 al 05 Maggio 2013
Torino
Luogo: Fondazione Merz
Indirizzo: via Limone 24
Orari: da martedì a domenica 11-19
Costo del biglietto: € 5 intero, € 3.50 ridotto
Telefono per informazioni: +39 011 19719436
E-Mail info: press@fondazionemerz.org
Sito ufficiale: http://fondazionemerz.org
Prosegue la collaborazione tra la Fondazione Merz e l’agenzia fotografica Magnum Photos, iniziata nel 2012 con la mostra del grande fotografo Josef Koudelka, con l’intento di favorire una sempre maggiore integrazione tra due espressioni visive quali arte e fotografia, per arricchire la lettura di fenomeni artistici e linguaggi visivi.
Le mostre si soffermano proprio su questa vicinanza tra “artista” e “fotografo”; René Burri cattura l’essenza e la spontaneità dello scultore svizzero Jean Tinguely attraverso una serie di scatti realizzati tra il 1967 e il 1991, mentre Harry Gruyaert racconta la valle millenaria della regione del Tafilalt in Marocco, luogo dal quale l’artista Nicus Lucà ricava le pietre fossili con cui realizza i libri-sculture in mostra.
La mostra RENÉ BURRI “Jean Tinguely”, allestita nell’ampia sala al piano terra, raccoglie 122 scatti in bianco e nero e a colori realizzate dal fotografo svizzero all’artista nell’arco di un ventennio.
Burri osserva l’amico al lavoro nel suo studio, durante la realizzazione della scultura monumentale “Le Cyclop” vicino a Parigi, durante l’allestimento dei suoi lavori all’Esposizione Internazionale di Montreal, a Basilea e a Venezia. La serie fotografica si spinge oltre i confini dell’immagine ufficiale per catturare, con la disponibilità e complicità del soggetto fotografico, l’essenza, la personalità e la creatività dell’artista.
Al piano interrato la mostra Dimenticare a Memoria presenta i lavori del fotografo belga Harry Gruyaert e dell’artista torinese Nicus Lucà. I 12 scatti a colori di Gruyaert realizzati in Marocco, nella regione del Tafilalt, trasportano l’osservatore in atmosfere inconsuete e misteriose; le foto di paesaggi naturali, di città adagiate sulle montagne, ma anche di esseri umani, somigliano a dipinti nei quali la luce e il colore entrano nello spazio per sottolineare i soggetti.
L’artista torinese Nicus Lucà realizza una biblioteca di 150 volumi tagliati in pietra fossile proveniente proprio dalla regione del Tafilalt, nel sud-est del Marocco, il più grande giacimento di fossili risalente al paleozoico del Nord Africa, e incisi con titoli di libri celebri. L’artista ruba agli scrittori la loro opera, si appropria delle loro parole che imprigiona per sempre in questa pietra millenaria che è una pittura di varietà infinita creata dal tempo e formata quando ancora la scrittura non esisteva. Ogni volume diventa una scultura che il visitatore può toccare, leggere e immaginare.
Le mostre si soffermano proprio su questa vicinanza tra “artista” e “fotografo”; René Burri cattura l’essenza e la spontaneità dello scultore svizzero Jean Tinguely attraverso una serie di scatti realizzati tra il 1967 e il 1991, mentre Harry Gruyaert racconta la valle millenaria della regione del Tafilalt in Marocco, luogo dal quale l’artista Nicus Lucà ricava le pietre fossili con cui realizza i libri-sculture in mostra.
La mostra RENÉ BURRI “Jean Tinguely”, allestita nell’ampia sala al piano terra, raccoglie 122 scatti in bianco e nero e a colori realizzate dal fotografo svizzero all’artista nell’arco di un ventennio.
Burri osserva l’amico al lavoro nel suo studio, durante la realizzazione della scultura monumentale “Le Cyclop” vicino a Parigi, durante l’allestimento dei suoi lavori all’Esposizione Internazionale di Montreal, a Basilea e a Venezia. La serie fotografica si spinge oltre i confini dell’immagine ufficiale per catturare, con la disponibilità e complicità del soggetto fotografico, l’essenza, la personalità e la creatività dell’artista.
Al piano interrato la mostra Dimenticare a Memoria presenta i lavori del fotografo belga Harry Gruyaert e dell’artista torinese Nicus Lucà. I 12 scatti a colori di Gruyaert realizzati in Marocco, nella regione del Tafilalt, trasportano l’osservatore in atmosfere inconsuete e misteriose; le foto di paesaggi naturali, di città adagiate sulle montagne, ma anche di esseri umani, somigliano a dipinti nei quali la luce e il colore entrano nello spazio per sottolineare i soggetti.
L’artista torinese Nicus Lucà realizza una biblioteca di 150 volumi tagliati in pietra fossile proveniente proprio dalla regione del Tafilalt, nel sud-est del Marocco, il più grande giacimento di fossili risalente al paleozoico del Nord Africa, e incisi con titoli di libri celebri. L’artista ruba agli scrittori la loro opera, si appropria delle loro parole che imprigiona per sempre in questa pietra millenaria che è una pittura di varietà infinita creata dal tempo e formata quando ancora la scrittura non esisteva. Ogni volume diventa una scultura che il visitatore può toccare, leggere e immaginare.
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