Nobili rovine. Stanze nascoste e luoghi defilati
Dal 26 Settembre 2015 al 29 Novembre 2015
Agliè | Torino
Luogo: Castello Ducale di Agliè
Indirizzo: piazza del Castello 1
Curatori: Lisa Accurti, Fabio Simone Sebastiano
Telefono per informazioni: +39 0124330102
Sito ufficiale: http://www.piemonte.beniculturali.it/
La mostra illustra, attraverso immagini fotografiche, quanto è stato intrapreso nei decenni recenti al Castello di Agliè in termini di restauro e rifunzionalizzazuione, e, soprattutto, quanto numerosi e preziosi siano gli spazi ancora da recuperare. Verranno mostrate, in un accostamento per contrasto, sia le parti della residenza già restaurate ed attualmente visitabili, che quelle che non lo sono e versano in stato di inutilizzo.
Sarà così possibile“affacciarsi” su spazi non altrimenti praticabili ai visitatori - attraverso le poetiche immagini di Fabio Sebastiano – per una stimolante anticipazione.
L’idea è quella di (rap)presentare le moderne rovine, siano esse una sala di un castello chiusa al pubblico o un edificio completamente abbandonato, in chiave artistica e non solo, come sempre più spesso accade, con il solo scopo di documentare, polemizzare, suscitare sdegno e indignazione in modo più o meno pilotato.
La forma della rappresentazione costituisce, a tal fine, uno strumento di cui deve essere fatto uso raffinato e delicatissimo, per conservare agli ambienti in disuso il fascino e la poesia che emana dalle testimonianze del passato, e a cui l'osservatore umano è sensibile dalla notte dei tempi, come le correnti artistiche del “ruinismo” ampiamente hanno dimostrato nei secoli.
Compito dell' artista fotografo è rappresentare gli oggetti e gli ambienti in modo che comunichino al visitatore il loro valore di memoria, e - seppur filtrate attraverso uno struggente sentimento di nostalgia, o anche di malinconia – le loro insite potenzialità, pronte a trionfare appena ne sia possibile intraprenderne il restauro e la restituzione alla fruizione. Si ritiene che raramente il linguaggio fotografico di un artista sia riuscito a raccontare il periodo di “sfortuna” di un manufatto monumentale con coraggiosa trasparenza e autenticità e, al contempo, tutelarne la dignità e integrità ideale come invece è in grado di fare Fabio Sebastiano.
Sarà così possibile“affacciarsi” su spazi non altrimenti praticabili ai visitatori - attraverso le poetiche immagini di Fabio Sebastiano – per una stimolante anticipazione.
L’idea è quella di (rap)presentare le moderne rovine, siano esse una sala di un castello chiusa al pubblico o un edificio completamente abbandonato, in chiave artistica e non solo, come sempre più spesso accade, con il solo scopo di documentare, polemizzare, suscitare sdegno e indignazione in modo più o meno pilotato.
La forma della rappresentazione costituisce, a tal fine, uno strumento di cui deve essere fatto uso raffinato e delicatissimo, per conservare agli ambienti in disuso il fascino e la poesia che emana dalle testimonianze del passato, e a cui l'osservatore umano è sensibile dalla notte dei tempi, come le correnti artistiche del “ruinismo” ampiamente hanno dimostrato nei secoli.
Compito dell' artista fotografo è rappresentare gli oggetti e gli ambienti in modo che comunichino al visitatore il loro valore di memoria, e - seppur filtrate attraverso uno struggente sentimento di nostalgia, o anche di malinconia – le loro insite potenzialità, pronte a trionfare appena ne sia possibile intraprenderne il restauro e la restituzione alla fruizione. Si ritiene che raramente il linguaggio fotografico di un artista sia riuscito a raccontare il periodo di “sfortuna” di un manufatto monumentale con coraggiosa trasparenza e autenticità e, al contempo, tutelarne la dignità e integrità ideale come invece è in grado di fare Fabio Sebastiano.
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