Hiroshige

Hiroshige, L'Arte Antica, Torino
Dal 12 Marzo 2014 al 30 Aprile 2014
Torino
Luogo: L'Arte Antica - Silverio Salamon
Indirizzo: via A. Volta 9
Orari: da martedì sabato 10-12.30 / 15.30-19.30; lunedì su appuntamento
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 011 5625834
E-Mail info: salamon@salamonprints.com
Sito ufficiale: http://www.salamonprints.com
L’Arte Antica, galleria torinese specializzata in stampe originali antiche moderne e giapponesi, presenta dal 12 marzo al 30 aprile 2014 la mostra Hiroshige, una raccolta che copre l’intero arco dell'attività dell'artista e presenta tutti i soggetti più conosciuti e amati dalla critica e dal pubblico, come la celebre Nevicata notturna a Kambara. La tiratura, la conservazione e i colori che sono rigorosamente descritti per ogni singolo foglio esposto disegnano una mostra che parla il più raffinato linguaggio collezionistico, mentre la notorietà dei titoli la apre a un interesse più vasto.
Silverio Salamon ha riunito una selezione di stampe dell’artista giapponese, incentrate sul tema a lui più caro e famoso nel mondo: le strade che univano Edo (oggi Tokyo) a Kyoto. Qui scorreva la vita del Giappone della metà del XIX secolo e le stazioni di posta rappresentavano un momento d’incontro e di scambio sociale culturale e lavorativo così importante da essere sempre rappresentate con grande attenzione.
Per la sua spiccata sensibilità verso il mondo naturale, il suo nome resta legato alla sottile e pacata atmosfera e alla calma e incontaminata bellezza dei luoghi che, proposti da nuovi punti di vista per ciascuna serie, rendono la natura nelle varie stagioni e nei diversi momenti del giorno sempre protagonista: talvolta illuminata dal sole o palesata dalla luce argentea della luna, talaltra velata dalla pioggia rada o che cade come una cortina davanti a piccoli uomini e grandi ponti, o ancora soffusa dalla neve che imbianca le gole o si adagia ovattando villaggi e colline. Un mondo fluttuante fatto di colori brillanti o sfumati, un mondo di cui l’arte europea si innamorò ed entrò a farne parte.
Vero cantore della natura Hiroshige trova le radici della sua arte nello studio dello stile nanga, scuola di pittura di derivazione cinese incentrata sulla fedele riproduzione del mondo naturale, accompagnata dall’approfondimento della pittura occidentale.
L’opera grafica di Hiroshige è una delle componenti che portano il mondo naturale, durante il periodo Edo, ad assumere dignità pari a quella dell’uomo; fino ad allora la natura seppur tratteggiata con maestria e sensibilità era contorno a scene di vita, nelle sue opere diventa protagonista e cieli, mari, alberi e animali non sono più subalterni all’uomo ma divengono i principi che ne regolano la quotidianità.
Una forma d’arte ma anche una nuova visione della vita che affascina e conquista l’Europa nel momento in cui era pronta alla svolta impressionista, tanto che lo stesso Van Gogh replicò a olio due tavole della serie Le cento vedute di Edo, Il giardino dei ciliegi e la famosa Pioggia sul ponte Ohashi, presente in mostra nel foglio del maestro giapponese.
Non è audace affermare che le stampe giapponesi dell’Ottocento, con la fine dell’isolazionismo dello shogunato hanno “sfondato” l’anima dell’occidente, segnando le basi dell’arte moderna.
Silverio Salamon ha riunito una selezione di stampe dell’artista giapponese, incentrate sul tema a lui più caro e famoso nel mondo: le strade che univano Edo (oggi Tokyo) a Kyoto. Qui scorreva la vita del Giappone della metà del XIX secolo e le stazioni di posta rappresentavano un momento d’incontro e di scambio sociale culturale e lavorativo così importante da essere sempre rappresentate con grande attenzione.
Per la sua spiccata sensibilità verso il mondo naturale, il suo nome resta legato alla sottile e pacata atmosfera e alla calma e incontaminata bellezza dei luoghi che, proposti da nuovi punti di vista per ciascuna serie, rendono la natura nelle varie stagioni e nei diversi momenti del giorno sempre protagonista: talvolta illuminata dal sole o palesata dalla luce argentea della luna, talaltra velata dalla pioggia rada o che cade come una cortina davanti a piccoli uomini e grandi ponti, o ancora soffusa dalla neve che imbianca le gole o si adagia ovattando villaggi e colline. Un mondo fluttuante fatto di colori brillanti o sfumati, un mondo di cui l’arte europea si innamorò ed entrò a farne parte.
Vero cantore della natura Hiroshige trova le radici della sua arte nello studio dello stile nanga, scuola di pittura di derivazione cinese incentrata sulla fedele riproduzione del mondo naturale, accompagnata dall’approfondimento della pittura occidentale.
L’opera grafica di Hiroshige è una delle componenti che portano il mondo naturale, durante il periodo Edo, ad assumere dignità pari a quella dell’uomo; fino ad allora la natura seppur tratteggiata con maestria e sensibilità era contorno a scene di vita, nelle sue opere diventa protagonista e cieli, mari, alberi e animali non sono più subalterni all’uomo ma divengono i principi che ne regolano la quotidianità.
Una forma d’arte ma anche una nuova visione della vita che affascina e conquista l’Europa nel momento in cui era pronta alla svolta impressionista, tanto che lo stesso Van Gogh replicò a olio due tavole della serie Le cento vedute di Edo, Il giardino dei ciliegi e la famosa Pioggia sul ponte Ohashi, presente in mostra nel foglio del maestro giapponese.
Non è audace affermare che le stampe giapponesi dell’Ottocento, con la fine dell’isolazionismo dello shogunato hanno “sfondato” l’anima dell’occidente, segnando le basi dell’arte moderna.
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