Felix Gonzalez-Torres. Untitled (Loverboy) e Untitled (March 5th) #1
Dal 19 Gennaio 2013 al 16 Febbraio 2013
Torino
Luogo: Franz Paludetto Torino
Indirizzo: via Stampatori 9
Orari: da martedì a sabato 15-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 011 4546390
E-Mail info: torino@franzpaludetto.com
Sito ufficiale: http://www.franzpaludetto.com/site/
“Personalmente, quello che mi auguro è che il pubblico possa interagire con i miei lavori che riflettono sul modo in cui l’informazione si trasforma in significato, e soprattutto non vengono loro imposti ma sono quasi sempre piccole cose” (F.Gonzalez-Torres)
Tra la fine degli anni ottanta e gli inizi dei novanta, Felix Gonzalez-Torres ha trascorso lunghi periodi in Italia. Al Castello di Rivara, in occasione della mostra Itinerari del 1991, ha pensato e realizzato la doppia installazione Untitled (Loverboy) e Untitled (March 5th) #1. L’opera si componeva di due specchi circolari, disposti uno accanto all’altro (Loverboy), e di quattro lunghe tende in tessuto blu lasciate cadere davanti alle finestre aperte (March 5th)#1.
Come in altri lavori di Gonzalez-Torres, si tratta di un’installazione minimale dove oggetti d’uso quotidiano si caricano di nuovi significati. L’opera era il racconto amaro e disincantato di una perdita, quella del compagno Ross morto di AIDS nel 1989.
La ricerca di Gonzalez-Torres si è mossa invadendo e confondendo la sfera pubblica e quella privata, alla ricerca dei possibili punti di contatto tra i due universi. Come artista, ha reso pubblica la sua vicenda personale, quella d’immigrato cubano trasferitosi negli States, la sua omosessualità, la sua malattia (l’AIDS), condivisa con il suo compagno di vita.
Felix Gonzalez-Torres è nato a Cuba nel 1957 e cresciuto a Puerto Rico prima di muoversi verso New York. È morto a Miami nel 1996 a soli 36 anni. Durante tutta la sua vita ha scelto di parlare di sé in maniera indiretta caricando di pathos oggetti d’uso quotidiano, senza fragili sentimentalismi, ma con estrema poesia.
La semplicità della rappresentazione, insieme a una profondità che va oltre le apparenze perché parte di una storia personale, ha reso tutti i suoi interventi unici e pieni di un’emotività per nulla scontata. I temi dell’amore, della malattia, della morte, sono usati per raccontare il dramma della sua perdita e della sua malattia, e sono scritti dentro a una pila di fogli, si nascondono in un mucchio di caramelle (corrispondente al peso di una persona malata), sono rappresentati nella foto di un letto matrimoniale sfatto, il suo, usata come manifesto pubblicitario e affisso per tutta New York.
Tra la fine degli anni ottanta e gli inizi dei novanta, Felix Gonzalez-Torres ha trascorso lunghi periodi in Italia. Al Castello di Rivara, in occasione della mostra Itinerari del 1991, ha pensato e realizzato la doppia installazione Untitled (Loverboy) e Untitled (March 5th) #1. L’opera si componeva di due specchi circolari, disposti uno accanto all’altro (Loverboy), e di quattro lunghe tende in tessuto blu lasciate cadere davanti alle finestre aperte (March 5th)#1.
Come in altri lavori di Gonzalez-Torres, si tratta di un’installazione minimale dove oggetti d’uso quotidiano si caricano di nuovi significati. L’opera era il racconto amaro e disincantato di una perdita, quella del compagno Ross morto di AIDS nel 1989.
La ricerca di Gonzalez-Torres si è mossa invadendo e confondendo la sfera pubblica e quella privata, alla ricerca dei possibili punti di contatto tra i due universi. Come artista, ha reso pubblica la sua vicenda personale, quella d’immigrato cubano trasferitosi negli States, la sua omosessualità, la sua malattia (l’AIDS), condivisa con il suo compagno di vita.
Felix Gonzalez-Torres è nato a Cuba nel 1957 e cresciuto a Puerto Rico prima di muoversi verso New York. È morto a Miami nel 1996 a soli 36 anni. Durante tutta la sua vita ha scelto di parlare di sé in maniera indiretta caricando di pathos oggetti d’uso quotidiano, senza fragili sentimentalismi, ma con estrema poesia.
La semplicità della rappresentazione, insieme a una profondità che va oltre le apparenze perché parte di una storia personale, ha reso tutti i suoi interventi unici e pieni di un’emotività per nulla scontata. I temi dell’amore, della malattia, della morte, sono usati per raccontare il dramma della sua perdita e della sua malattia, e sono scritti dentro a una pila di fogli, si nascondono in un mucchio di caramelle (corrispondente al peso di una persona malata), sono rappresentati nella foto di un letto matrimoniale sfatto, il suo, usata come manifesto pubblicitario e affisso per tutta New York.
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