David Mach. Precious Light
Dal 23 Maggio 2015 al 28 Giugno 2015
Torino
Luogo: Società Promotrice delle Belle Arti
Indirizzo: viale Diego Balsamo Crivelli 11
Orari: tutti i giorni 10,30-19
Curatori: Patrizia Bottallo
Enti promotori:
- Regione Piemonte
- Città di Torino
- Comitato dell'Ostensione della Sindone
- ExpoTo
Costo del biglietto: intero € 8, ridotto € 5, gratuito fino a 10 anni, scuole € 4
E-Mail info: info@martinart.it
Sito ufficiale: http://www.martinart.it
Inaugurerà il 23 aprile a Torino PRECIOUS LIGHT, la mostra dell’artista scozzese David Mach.
Presentata nel 2011 al Palazzo delle Arti di Edimburgo in occasione del 400° anniversario della pubblicazione della Bibbia di Re Giacomo e nel 2012 in Irlanda al Galway Art Festival, Precious Light giunge finalmente, per la prima volta, in Italia.
Curata da Patrizia Bottallo e organizzata da martin – martini arte internazionale, l’esposizione sarà allestita nelle grandi sale della Promotrice delle Belle Arti di Torino e resterà aperta fino al 28 giugno 2015.
PRECIOUS LIGHT è il frutto di tre anni di intenso lavoro che trae ispirazione dalla Bibbia. Più di 15 persone hanno lavorato insieme all’artista per realizzare sessantaquattro grandi collage, la cui dimensione arriva a raggiungere i sette metri di lunghezza, oltre alle monumentali sculture alte quasi 5 metri, come Golgota.
Una straordinaria epopea contemporanea. Una proposta ricca di pathos, in cui la narrazione biblica, apocalittica e colossale, non è una semplice citazione, ma un travolgente racconto del contemporaneo, dei suoi drammi e delle sue speranze. Attraverso la rappresentazione delle scritture sacre, utilizzando immagini tratte dai mass media, luoghi e persone reali estratti da riviste, giornali, televisioni e pubblicità, Mach affronta le emergenze politico-sociali odierne con un linguaggio al contempo attuale e classico, poetico e tragico.
Particolarmente impressionato dal bombardamento mediatico di informazioni al quale siamo sottoposti quotidianamente Mach definisce la nostra come un’epoca di “conoscenza”, nel senso che non esiste più nulla di cui ci è concesso non venire a conoscenza . “Ci vengono mostrati dettagli ridicoli e intimi di vite private: mentre ceniamo possiamo vedere in diretta scene dall’Afghanistan, dall’Iraq e dalla Libia... Siamo bombardati da reportage approfonditi su ogni sorta di accadimenti drammatici e siamo spettatori di terribili tragedie di paesi e città che vengono sommersi dalle onde smisurate e inquinate degli tsunami”. Ma tutto ciò non pare infastidire l’uomo contemporaneo, anzi scatena una sorta di “ingordigia” che fa sì che i nostri televisori siano sempre più grandi e che le stesse immagini siano viste e riviste, sino a raggiungere milioni di visualizzazioni, sul web.
Sono proprio queste immagini ciò che costituisce il materiale delle enormi e suggestive installazioni di David Mach, il mondo da cui derivano i suoi input visivi che confluiscono nelle grandiose opere murali. L’atto di ridurre tutta questa bulimica abbuffata di immagini in figurine singole, utilizzate per ricreare il mondo, gli consente di custodire e applicare i propri filtri, di mantenere la propria opinione, l’individualità, e una visione più consapevole sul mondo che lo circonda.
E’ questa la visione che Mach ha traslato in questo imponente lavoro sulla Bibbia. Come egli stesso ammette, l’idea di occuparsi delle raffigurazioni bibliche dapprima l’aveva intimorito, spingendolo a chiedersi come avrebbe mai potuto rendere giustizia ad un tema così universale.
Tutti i riferimenti storici, la quantità di opere d’arte da prendere in considerazione e il tempo che sarebbe stato necessario per realizzare un lavoro di questo tipo hanno indotto David Mach a stabilire una posizione, a fissare un punto da cui poter affrontare questo tema in modo personale, nuovo, contemporaneo al proprio tempo.
Tesaurizzando l’influenza dei propri ricordi, come l’educazione cattolica impartitagli dal padre di origine polacca e l’infanzia passata all’interno della Chiesa Protestante, decide che la strada da intraprendere è insita nella forza simbolica degli archetipi, perché la Bibbia è archetipo per antonomasia e usa gli archetipi come concetti: “Un archetipo è qualcosa di innato nella consapevolezza di sé del genere umano, in un certo senso esprime qualcosa di cui tutti siamo istintivamente a conoscenza”.
PRECIOUS LIGHT è composta da sessantaquattro collage in cui sono rappresentati alcuni episodi biblici; nell’avanzare del progetto prende forma l’esigenza di ambientare le diverse scene in luoghi differenti e reali: lo sfondo di Daniele nella Fossa è Seattle, mentre la Piaga delle Rane si svolge a Belfast e l’Arca di Noè, l’opera che ha dato l’abbrivio a tutto il progetto, a Edimburgo. Mentre le serie Inferno e Paradiso sono ambientate a Istanbul, Parigi, Tokyo, Pittsburgh, Atene, L’Avana, Disneyland e Dublino.
Mach nella Bibbia rinviene i temi universali dell’umanità: passione, gioia, paura, odio, disastri, lussuria, carestie, sesso, assassini, omicidi, malattie, vendetta, miracoli e molto altro; temi che sempre albergano nell’animo e nella storia, ed è per questo che nell’inserire figure tratte dall’attualità rinnova temi antichi, li eleva a storia recente e perenne.
Con quest’escamotage quasi “dantesco” l’artista attualizza i racconti della Bibbia nei suo collage, che appaiono, come egli stesso sottolinea, “pieni di azione... come DVD in pausa di reportage televisivi o cinematografici”; sta al visitatore premere il tasto play e farli ripartire poiché anch’essi si sono trasformati nel materiale che li compone, sono più visivi e con una moltitudine di immagini da digerire.
L’imponente lavoro realizzato dall’artista non vuole confondersi con l’arte religiosa, ed è il tributo di un artista laico che guarda alla Bibbia con grande rispetto; ammette di non credere in Dio ma è sicuro che la comprensione della Bibbia insegni a vivere e, soprattutto, a vivere bene. Ecco che tutta la tragica tensione delle immagini, finanche la violenza che vi si può, a tratti, scorgere, è finalizzata ad un insegnamento, quasi un esortazione. Un reverente tributo ad un testo sacro: la Bibbia è fonte d’ispirazione per tutto il genere umano, al di là delle credenze e delle religioni.
Essa indica la via con il suo sguardo compassionevole a quel folto gruppo di figurine che rappresenta l’umanità intera collocata nei suoi collage; come egli stesso ammette, con questo progetto ha ritrovato la fiducia nel genere umano: “Ciò che mi interessa sono le persone: mi piacciono. Le mie opere sono costellate di persone che si occupano proprio di questo: essere umani”.
E a testimonianza del veritiero rispetto con il quale Mach ha affrontato il progetto PRECIOUS LIGHT, afferma che, nonostante la quantità di opere realizzate sia sorprendentemente grande, ritiene non siano sufficienti a rendere omaggio a questo sorprendente libro e che quindi il progetto è in progress per gli anni a venire.
Nella sede della Promotrice delle Belle Arti di Torino si potrà ammirare l’imponente corpus di lavori: collage e sculture -tra cui la crocefissione di Cristo e il Calvario- che non mancheranno di sorprendere, appassionare e commuovere i visitatori.
La Società Promotrice delle Belle Arti è stata fondata nel 1842 con l’obiettivo di promuovere a Torino l’arte e gli artisti. Dal 1914 ha sede presso il padiglione espositivo di via Crivelli, all’interno del parco del Valentino.
David Mach, scozzese, vive e lavora a Londra, è tra i più noti artisti del fervente panorama anglossassone. E’ un Royal Accademician, uno dei selezionati membri della Royal Academy of Arts di Londra di cui è stato anche professore di scultura. Nel 1988 è stato nominato per il Turner Prize. Ha esposto nei più importanti Musei del mondo ed è presente in importanti e prestigiose collezioni tra le quali ricordiamo: Dundee Art Gallery, Gallery of Modern Art (Glasgow), Scottish National Gallery of Modern Art, Scottish National Portrait Gallery, Tate Gallery (Liverpool), Tate Britain (London), National Portrait Gallery (London), The British Council, BBC Scotland (Glasgow), Deutsche Bank, Museum of Contemporary Art (San Diego), Musee Leon Dierx (Reunion Island), Kawasaki City Museum (Tokyo), FRAC du Rhones-Alpes ( France), FRAC de Franche-Comte, Musee d’art contemporain (Dole, France), Musee van Hedendaagse Kuns (Antwerp), Union des Banques Suisse (Geneva), De Werf (Aalst Belgium), Museum of Art (Auckland), Microsoft Corporation Collection (Seattle).
Presentata nel 2011 al Palazzo delle Arti di Edimburgo in occasione del 400° anniversario della pubblicazione della Bibbia di Re Giacomo e nel 2012 in Irlanda al Galway Art Festival, Precious Light giunge finalmente, per la prima volta, in Italia.
Curata da Patrizia Bottallo e organizzata da martin – martini arte internazionale, l’esposizione sarà allestita nelle grandi sale della Promotrice delle Belle Arti di Torino e resterà aperta fino al 28 giugno 2015.
PRECIOUS LIGHT è il frutto di tre anni di intenso lavoro che trae ispirazione dalla Bibbia. Più di 15 persone hanno lavorato insieme all’artista per realizzare sessantaquattro grandi collage, la cui dimensione arriva a raggiungere i sette metri di lunghezza, oltre alle monumentali sculture alte quasi 5 metri, come Golgota.
Una straordinaria epopea contemporanea. Una proposta ricca di pathos, in cui la narrazione biblica, apocalittica e colossale, non è una semplice citazione, ma un travolgente racconto del contemporaneo, dei suoi drammi e delle sue speranze. Attraverso la rappresentazione delle scritture sacre, utilizzando immagini tratte dai mass media, luoghi e persone reali estratti da riviste, giornali, televisioni e pubblicità, Mach affronta le emergenze politico-sociali odierne con un linguaggio al contempo attuale e classico, poetico e tragico.
Particolarmente impressionato dal bombardamento mediatico di informazioni al quale siamo sottoposti quotidianamente Mach definisce la nostra come un’epoca di “conoscenza”, nel senso che non esiste più nulla di cui ci è concesso non venire a conoscenza . “Ci vengono mostrati dettagli ridicoli e intimi di vite private: mentre ceniamo possiamo vedere in diretta scene dall’Afghanistan, dall’Iraq e dalla Libia... Siamo bombardati da reportage approfonditi su ogni sorta di accadimenti drammatici e siamo spettatori di terribili tragedie di paesi e città che vengono sommersi dalle onde smisurate e inquinate degli tsunami”. Ma tutto ciò non pare infastidire l’uomo contemporaneo, anzi scatena una sorta di “ingordigia” che fa sì che i nostri televisori siano sempre più grandi e che le stesse immagini siano viste e riviste, sino a raggiungere milioni di visualizzazioni, sul web.
Sono proprio queste immagini ciò che costituisce il materiale delle enormi e suggestive installazioni di David Mach, il mondo da cui derivano i suoi input visivi che confluiscono nelle grandiose opere murali. L’atto di ridurre tutta questa bulimica abbuffata di immagini in figurine singole, utilizzate per ricreare il mondo, gli consente di custodire e applicare i propri filtri, di mantenere la propria opinione, l’individualità, e una visione più consapevole sul mondo che lo circonda.
E’ questa la visione che Mach ha traslato in questo imponente lavoro sulla Bibbia. Come egli stesso ammette, l’idea di occuparsi delle raffigurazioni bibliche dapprima l’aveva intimorito, spingendolo a chiedersi come avrebbe mai potuto rendere giustizia ad un tema così universale.
Tutti i riferimenti storici, la quantità di opere d’arte da prendere in considerazione e il tempo che sarebbe stato necessario per realizzare un lavoro di questo tipo hanno indotto David Mach a stabilire una posizione, a fissare un punto da cui poter affrontare questo tema in modo personale, nuovo, contemporaneo al proprio tempo.
Tesaurizzando l’influenza dei propri ricordi, come l’educazione cattolica impartitagli dal padre di origine polacca e l’infanzia passata all’interno della Chiesa Protestante, decide che la strada da intraprendere è insita nella forza simbolica degli archetipi, perché la Bibbia è archetipo per antonomasia e usa gli archetipi come concetti: “Un archetipo è qualcosa di innato nella consapevolezza di sé del genere umano, in un certo senso esprime qualcosa di cui tutti siamo istintivamente a conoscenza”.
PRECIOUS LIGHT è composta da sessantaquattro collage in cui sono rappresentati alcuni episodi biblici; nell’avanzare del progetto prende forma l’esigenza di ambientare le diverse scene in luoghi differenti e reali: lo sfondo di Daniele nella Fossa è Seattle, mentre la Piaga delle Rane si svolge a Belfast e l’Arca di Noè, l’opera che ha dato l’abbrivio a tutto il progetto, a Edimburgo. Mentre le serie Inferno e Paradiso sono ambientate a Istanbul, Parigi, Tokyo, Pittsburgh, Atene, L’Avana, Disneyland e Dublino.
Mach nella Bibbia rinviene i temi universali dell’umanità: passione, gioia, paura, odio, disastri, lussuria, carestie, sesso, assassini, omicidi, malattie, vendetta, miracoli e molto altro; temi che sempre albergano nell’animo e nella storia, ed è per questo che nell’inserire figure tratte dall’attualità rinnova temi antichi, li eleva a storia recente e perenne.
Con quest’escamotage quasi “dantesco” l’artista attualizza i racconti della Bibbia nei suo collage, che appaiono, come egli stesso sottolinea, “pieni di azione... come DVD in pausa di reportage televisivi o cinematografici”; sta al visitatore premere il tasto play e farli ripartire poiché anch’essi si sono trasformati nel materiale che li compone, sono più visivi e con una moltitudine di immagini da digerire.
L’imponente lavoro realizzato dall’artista non vuole confondersi con l’arte religiosa, ed è il tributo di un artista laico che guarda alla Bibbia con grande rispetto; ammette di non credere in Dio ma è sicuro che la comprensione della Bibbia insegni a vivere e, soprattutto, a vivere bene. Ecco che tutta la tragica tensione delle immagini, finanche la violenza che vi si può, a tratti, scorgere, è finalizzata ad un insegnamento, quasi un esortazione. Un reverente tributo ad un testo sacro: la Bibbia è fonte d’ispirazione per tutto il genere umano, al di là delle credenze e delle religioni.
Essa indica la via con il suo sguardo compassionevole a quel folto gruppo di figurine che rappresenta l’umanità intera collocata nei suoi collage; come egli stesso ammette, con questo progetto ha ritrovato la fiducia nel genere umano: “Ciò che mi interessa sono le persone: mi piacciono. Le mie opere sono costellate di persone che si occupano proprio di questo: essere umani”.
E a testimonianza del veritiero rispetto con il quale Mach ha affrontato il progetto PRECIOUS LIGHT, afferma che, nonostante la quantità di opere realizzate sia sorprendentemente grande, ritiene non siano sufficienti a rendere omaggio a questo sorprendente libro e che quindi il progetto è in progress per gli anni a venire.
Nella sede della Promotrice delle Belle Arti di Torino si potrà ammirare l’imponente corpus di lavori: collage e sculture -tra cui la crocefissione di Cristo e il Calvario- che non mancheranno di sorprendere, appassionare e commuovere i visitatori.
La Società Promotrice delle Belle Arti è stata fondata nel 1842 con l’obiettivo di promuovere a Torino l’arte e gli artisti. Dal 1914 ha sede presso il padiglione espositivo di via Crivelli, all’interno del parco del Valentino.
David Mach, scozzese, vive e lavora a Londra, è tra i più noti artisti del fervente panorama anglossassone. E’ un Royal Accademician, uno dei selezionati membri della Royal Academy of Arts di Londra di cui è stato anche professore di scultura. Nel 1988 è stato nominato per il Turner Prize. Ha esposto nei più importanti Musei del mondo ed è presente in importanti e prestigiose collezioni tra le quali ricordiamo: Dundee Art Gallery, Gallery of Modern Art (Glasgow), Scottish National Gallery of Modern Art, Scottish National Portrait Gallery, Tate Gallery (Liverpool), Tate Britain (London), National Portrait Gallery (London), The British Council, BBC Scotland (Glasgow), Deutsche Bank, Museum of Contemporary Art (San Diego), Musee Leon Dierx (Reunion Island), Kawasaki City Museum (Tokyo), FRAC du Rhones-Alpes ( France), FRAC de Franche-Comte, Musee d’art contemporain (Dole, France), Musee van Hedendaagse Kuns (Antwerp), Union des Banques Suisse (Geneva), De Werf (Aalst Belgium), Museum of Art (Auckland), Microsoft Corporation Collection (Seattle).
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