Carlo Magno va alla guerra
Dal 29 Marzo 2018 al 16 Luglio 2018
Torino
Luogo: Palazzo Madama
Indirizzo: piazza Castello
Orari: lun-dom 10.00-18.00, chiuso il martedì. La biglietteria chiude 1 ora prima
Curatori: Simonetta Castronovo
Enti promotori:
- Città di Torino
Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 8, gratuito under 6 e disabili con accompagnatore
Telefono per informazioni: +39 011 4433501
Sito ufficiale: http://www.palazzomadamatorino.it/
La mostra Carlo Magno va alla guerra, allestita nella Corte Medievale di Palazzo Madama dal 29 marzo al 16 luglio 2018, presenta per la prima volta in Italia il rarissimo ciclo di pitture medievali del Castello di Cruet (Val d’Isère, Francia), una testimonianza unica della pittura del Trecento in Savoia.
Dopo una prima tappa a Ginevra nel 2017, l’esposizione giunge con importanti novità a Torino grazie alla collaborazione tra il Museo Civico d’Arte Antica di Torino e il Musée Savoisien di Chambery, nell’ambito delle iniziative della Rete internazionale di musei appartenenti ai territori originariamente parte del ducato di Savoia.
A Torino la mostra, grazie alla curatela di Simonetta Castronovo, conservatore di Palazzo Madama, rivolge particolare attenzione all’arredo e alla vita di corte nei castelli di Piemonte e Valle d’Aosta nel 1300, con opere provenienti da Torino, Moncalieri, Montaldo di Mondovì (Cuneo), San Vittoria d’Alba (Cuneo) e Quart (Aosta).
Le pitture murali provengono dal castello di Cruet, proprietà dei signori de la Rive, vassalli di Amedeo V di Savoia (1285-1323); lunghe complessivamente oltre 40 metri, sono state staccate dalle pareti della dimora savoiarda nel 1985 per ragioni conservative e, dopo un restauro concluso nel 1988, sono da allora esposte presso il Musée Savoisien di Chambery.
Il ciclo rappresenta episodi tratti da una celebre chanson de geste, il Girart de Vienne di Bertrand de Bar-sur-Aube, composta nel 1180 e dedicata alle vicende di un cavaliere della corte di Carlo Magno. Raffigura pertanto scene di caccia nella foresta, battaglie, duelli, l’assedio a un castello, l’investitura feudale, la raffigurazione di un banchetto, accanto ad episodi narrativi specifici di questo poema cavalleresco. Presentate in sequenza in Corte Medievale, le pitture ricostruiscono idealmente la decorazione della sala aulica del castello di Cruet grazie a uno scenografico allestimento realizzato dall’architetto Matteo Patriarca con Gabriele Iasi e Studio Vairano.
Accanto a queste straordinarie pitture, la mostra presenta una cinquantina di opere provenienti dalle collezioni di Palazzo Madama e da altre istituzioni, con pezzi mai esposti prima al pubblico. Essi arricchiscono il percorso consentendo di immaginare la vita nei castelli medievali della contea di Savoia tra 1200 e 1300. Sculture, mobili, armi, avori, oreficerie, codici miniati, ceramiche, vasellame da tavola, cofanetti preziosi, monete e sigilli documentano i tanti aspetti dell’arte di corte e della cultura materiale dell’epoca.
Il percorso espositivo si articola in dieci sezioni tematiche: Le pitture murali di Cruet, che racconta la storia dell’edificio e la delicata operazione di stacco degli affreschi; I committenti attivi all’epoca, come Amedeo V conte di Savoia e Filippo principe d’Acaia, attraverso l’esposizione di preziosi documenti duecenteschi; La guerra, i tornei e la caccia, con spade, speroni, punte di freccia e di lancia, ad evocare le armature dei cavalieri medievali, mentre un rarissimo corno in avorio (olifante) richiama le battute di caccia al cervo e al cinghiale, passatempo preferito dell’aristocrazia; Interni gotici, con testimonianze di mobilio medievale; Poemi e romanzi cavallereschi, con codici e pagine miniate; Le spese di corte illustrate da un rotolo pergamenaceo con la contabilità dei conti di Savoia, affiancato ad alcune monete d’argento emesse durante il regno di Amedeo V e Aimone di Savoia; Gli oggetti preziosi e i giochi, con cofanetti in cuoio e legno dipinto, pettini e specchi figurati in avorio e alcuni giochi da tavola per adulti (gli scacchi, il tris) e bambini (le bambole in terracotta); La tavola del principe, con oggetti in uso nella mensa dei castelli; La devozione privata con sculture sacre provenienti dalle cappelle dei castelli della Valle d’Aosta; I santi cavalieri, con sculture lignee e avori raffiguranti i santi venerati nel Medioevo, come san Vittore e sant’Eustachio.
L’esposizione rafforza quella sinergia tra Palazzo Madama e i musei francesi, che ha già consentito nel 2016 di realizzare la mostra dedicata agli smalti del Cardinale Guala Bicchieri in collaborazione con il Musée de Cluny di Parigi.
La mostra è, infatti, frutto dell’importante collaborazione con il Musée Savoisien di Chambéry, col quale Palazzo Madama lavora stabilmente dal 2001. I due musei appartengono entrambi alla Rete Sculpture dans les Alpes, circuito internazionale di istituzioni accomunate dall’appartenenza ai territori facenti originariamente parte del ducato sabaudo, costituitasi quindici anni fa per promuovere progetti di ricerca condivisi. Della rete fanno parte anche il Museo del Tesoro della Cattedrale di Aosta, la Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Valle d’Aosta, il Museo Diocesano di Arte Sacra di Susa, il Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra, il Musée d’Histoire du Valais di Sion, il Musée-Château di Annecy, il Musée–Monastère di Brou a Bourg-en-Bresse e la Conservation du Patrimoine della Savoie. Un progetto volto a rafforzare le relazioni istituzionali in una Europa unita dalla cultura, della quale Carlo Magno è stato un precursore.
In occasione di questa esposizione Palazzo Madama si avvale inoltre del supporto dell’Alliance Française di Torino, che ha curato la traduzione francese dei testi in mostra.
Per tutto il periodo della mostra sono previsti vari incontri e conferenze per approfondire il tema del Medioevo cavalleresco tra Italia e Francia. Per i visitatori inoltre ci sarà la possibilità di partecipare a visite guidate, corsi di lingua francese a cura dell’Alliance Française e attività per le famiglie dedicate alla mostra.
Accompagna la mostra un catalogo scientifico edito da Libreria Geografica.
In occasione della mostra Palazzo Madama ospita lunedì 28 maggio 2018 alle ore 17.00 un incontro con Viviana Maria Vallet, dedicato ai restauri condotti negli ultimi anni nel torrione del castello di Quart in Valle d’Aosta. I lavori hanno portato alla luce i frammenti di un’antica decorazione murale della fine del 1200, che ne ornava originariamente le pareti interne. Malgrado lo stato lacunoso, si riconoscono ancora alcune delle scene, riconducibili alle storie di Alessandro Magno e di Sansone, oltre al tema del Calendario rappresentato attraverso le attività agricole dei singoli Mesi.
L’illustrazione del ciclo pittorico di Quart ben rappresenta i valori del mondo cortese e cavalleresco e diventa l’occasione per tracciare il profilo del panorama figurativo valdostano a cavallo tra il 1200 e la prima metà del 1300, caratterizzato da significative testimonianze figurative conservate soprattutto all’interno dei numerosi castelli signorili disseminati sul territorio della Val d’Aosta.
Viviana Maria Vallet è laureata in Conservazione dei beni culturali, presso l’Università degli Studi di Udine, con una tesi sulla pittura del Duecento in Valle d’Aosta. Dal 1997 svolge servizio presso il Dipartimento Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Regione autonoma Valle d’Aosta, dove attualmente ricopre il ruolo di Funzionario responsabile dell’Ufficio beni storico-artistici. Oltre a seguire le attività istituzionali di tutela e salvaguardia dei beni culturali appartenenti al territorio regionale, si occupa in particolare di interventi relativi alla valorizzazione e al riallestimento dei castelli e delle dimore storiche regionali e al riordinamento delle relative collezioni. Ha curato diverse pubblicazioni specialistiche sulla storia dell’arte valdostana e collabora alla redazione di saggi e articoli a cura dell’Assessorato Istruzione e Cultura della Regione.
Mercoledì 6 giugno 2018 alle ore 17.00 si tiene un incontro con lo storico dell’arte Giovanni Donato, che illustra il ricco patrimonio piemontese dei soffitti dipinti all’interno di castelli e palazzi cittadini. E' oggi possibile ricostruire la cultura cavalleresca e profana dei ceti dirigenti piemontesi del 1300 proprio grazie al recupero di questi soffitti, che raffigurano tornei, animali esotici e fantastici, scene cortesi, stemmi. Si tratta di un patrimonio ingente ma assai poco studiato, sia per la difficoltà di accesso ai materiali, sia per una disattenzione della ricerca ufficiale, che lo ha considerato arredo “minore” e di interesse principalmente storico-araldico e di costume. In realtà, oltre a costituire per la sua dimensione di documento pubblico-privato un’inestimabile fonte di studio della cultura dell’epoca, riveste anche un’importanza squisitamente estetica e tecnica. Una serie di fortunati ritrovamenti degli ultimi decenni ha rivoluzionato la datazione dei più antichi soffitti conosciuti, anticipandone di molto la cronologia, specie nel Piemonte meridionale, in città di cultura angioina come Asti e Alba. Giovanni Donato è uno storico dell'arte medievista e ha insegnato a lungo nei licei statali. Ha lavorato per la Fondazione Torino Musei (Borgo Medievale di Torino) e presso la Soprintendenza per i Beni storici e artistici del Piemonte. Studioso del medioevo e del rinascimento piemontese, ha partecipato a diversi progetti di ricerca e si è segnalato per una serie di pubblicazioni su temi di scultura, architettura e arti applicate, con particolare riferimento alla civiltà della terracotta e al patrimonio dei soffitti dipinti.
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