Antonio Marciano. Un fiore per gioco
Dal 13 Maggio 2021 al 28 Luglio 2021
Torino
Luogo: Associazione Culturale Acribia
Indirizzo: Via Parma 52
Orari: Prenotazione obbligatoria
Curatori: Ermanno Tedeschi
E-Mail info: associazione.acribia@gmail.com
Un vero e proprio inno alla rinascita la mostra di Antonio Marciano UN FIORE PER GIOCO curata da Ermanno Tedeschi che inaugurerà giovedì 13 maggio alle ore 18,30 presso lo spazio dell’Associazione Culturale ACRIBIA in Via Parma 52 a Torino.
“Le opere di Antonio Marciano - racconta il curatore Ermanno Tedeschi - sono una celebrazione del risveglio e diventano simbolo non solo della rinascita della primavera, ma anche della ripresa delle attività culturali in Italia. I suoi lavori sono un vero e proprio inno alla vita. Infatti Antonio, nonostante la malattia, non ha mai smesso di lottare e continuare a guardare il mondo con gli occhi di un artista, alla continua ricerca del bello e dell’armonia”.
Aggiunge poi “I chiodini di Quercetti diventano un pennello nelle sue mani e ogni singolo chiodino è una pennellata di colore: solo vedendoli tutti accostati gli uni agli altri si ottiene la visione di insieme: un divisionismo estremamente moderno e materico”.
L’intento di Marciano non è quello di fare un gioco o di legarsi semplicemente all'immaginario infantile. L’interesse artistico è legato alla gestualità dell'infilare i chiodini, rituale che elogia il lento scorrere del tempo come cura per alleviare la frenesia del quotidiano. Attraverso queste opere Marciano esprime la voglia di essere vivo e la voglia di appuntare la realtà e bloccarla sulla tavola con i chiodini.
“Le persone, avvicinandosi - spiega l’artista Antonio Marciano - e percorrendo le lunghe linee dei chiodini, risentiranno i colori punto a punto e faranno quei pensieri brevi e gioiosi che si realizzano quando spunta un fiore. Vorrei che le mie opere permettessero all’osservatore una piccola fuga spirituale, per non dimenticare l’importanza delle cose che hanno una forza e una bellezza straordinaria pur essendo semplici, temporanee e fugaci”.
Le opere di Antonio Marciano sono caratterizzate da una tecnica insolita, con la quale l’artista costruisce un’immagine sintetica, legata alla riproduzione della Natura.
Opere fatte di tempo, di cura nella composizione, eseguite punto per punto. Un gioco d’altri tempi, che permette all’artista un lavoro paziente e quasi rituale dove ogni singolo elemento ha valore per stesso, come gesto, come carezza. Un’estetica pixel che è di grande attualità ed è molto ricorrente nelle scelte degli artisti interessati a restituire l’immagine del proprio tempo.
Secondo alcuni studi l'utilizzo regolare del gioco dei chiodini Quercetti è una formidabile ginnastica motoria per la mano. Si è anche scoperto che attraverso la mano e il chiodino colorato si possono ottenere ripercussioni benefiche sul cervello avvantaggiando le nostre abilità linguistiche. E questo lo sanno bene i piccoli abitanti di Saronno, dove spesso l’artista trasmette la sua arte con laboratori e workshop.
Antonio Marciano nasce a Saronno nel 1975, dove vive e lavora. Si diploma al liceo artistico di Busto Arsizio e a Brera in decorazione. Dal 1994 al 2000 lavora per la Galleria Bianca Pilat di Milano, con la quale partecipa a mostre collettive a Milano, Chicago, Toronto, Montreal. Autore di svariate esposizioni nazionali ed internazionali, alcune delle sue opere sono entrate a far parte di prestigiose collezioni museali. All’inizio della sua carriera artistica Antonio Marciano era conosciuto come l'artista delle dorature: egli ricopriva d'oro una quantità infinita di oggetti e tele. Da artista delle dorature Marciano è poi passato a una nuova estetica, differente, nella quale l'immagine è divisa in puntini, come pixel, ed esprime un linguaggio molto attuale anche nel mondo dell'arte. Il gioco, forma primordiale di conoscenza ed esplorazione dell’essere umano, è la dimensione in cui Antonio Marciano opera per la creazione dei propri lavori. Tra le principali esposizioni collettive corredate da catalogo: nel 1995/96 Nel segno dell’Angelo, Galleria Bianca Pilat, a cura di Rossanna Bossaglia, Gabriele Perretta, Alberto Fiz, Elena Pontiggia; nel 1997 Flowers, Sotheby’s Gallery, Roma, a cura di A.Mendini; nel 1998 Da Enzo Ferrari alla Ferrari, Parco Enzo Ferrari, a cura di P.Restany, P. Epys, Ventriglia, G. Vecchio; nel 2004 Brend new, Gasoline, Milano, a cura di Roberto Detona; nel 2006 Love is, Sala della Nevera, Saronno, a cura di Francesca Tollardo. Tra le mostre personali: nel 1999 Tanta merda, Plastic, Milano, a cura di Alice Erba; Only One night show, La casa 139 e Hollywood, Milano; nel 2002 Io e lei, Plastic, Milano, a cura di Alice Erba; Not for children under 3 years, Gallarate Spazio Zero, a cura di Francesca Marianna Consonni e Francesca Tollardo.
“Le opere di Antonio Marciano - racconta il curatore Ermanno Tedeschi - sono una celebrazione del risveglio e diventano simbolo non solo della rinascita della primavera, ma anche della ripresa delle attività culturali in Italia. I suoi lavori sono un vero e proprio inno alla vita. Infatti Antonio, nonostante la malattia, non ha mai smesso di lottare e continuare a guardare il mondo con gli occhi di un artista, alla continua ricerca del bello e dell’armonia”.
Aggiunge poi “I chiodini di Quercetti diventano un pennello nelle sue mani e ogni singolo chiodino è una pennellata di colore: solo vedendoli tutti accostati gli uni agli altri si ottiene la visione di insieme: un divisionismo estremamente moderno e materico”.
L’intento di Marciano non è quello di fare un gioco o di legarsi semplicemente all'immaginario infantile. L’interesse artistico è legato alla gestualità dell'infilare i chiodini, rituale che elogia il lento scorrere del tempo come cura per alleviare la frenesia del quotidiano. Attraverso queste opere Marciano esprime la voglia di essere vivo e la voglia di appuntare la realtà e bloccarla sulla tavola con i chiodini.
“Le persone, avvicinandosi - spiega l’artista Antonio Marciano - e percorrendo le lunghe linee dei chiodini, risentiranno i colori punto a punto e faranno quei pensieri brevi e gioiosi che si realizzano quando spunta un fiore. Vorrei che le mie opere permettessero all’osservatore una piccola fuga spirituale, per non dimenticare l’importanza delle cose che hanno una forza e una bellezza straordinaria pur essendo semplici, temporanee e fugaci”.
Le opere di Antonio Marciano sono caratterizzate da una tecnica insolita, con la quale l’artista costruisce un’immagine sintetica, legata alla riproduzione della Natura.
Opere fatte di tempo, di cura nella composizione, eseguite punto per punto. Un gioco d’altri tempi, che permette all’artista un lavoro paziente e quasi rituale dove ogni singolo elemento ha valore per stesso, come gesto, come carezza. Un’estetica pixel che è di grande attualità ed è molto ricorrente nelle scelte degli artisti interessati a restituire l’immagine del proprio tempo.
Secondo alcuni studi l'utilizzo regolare del gioco dei chiodini Quercetti è una formidabile ginnastica motoria per la mano. Si è anche scoperto che attraverso la mano e il chiodino colorato si possono ottenere ripercussioni benefiche sul cervello avvantaggiando le nostre abilità linguistiche. E questo lo sanno bene i piccoli abitanti di Saronno, dove spesso l’artista trasmette la sua arte con laboratori e workshop.
Antonio Marciano nasce a Saronno nel 1975, dove vive e lavora. Si diploma al liceo artistico di Busto Arsizio e a Brera in decorazione. Dal 1994 al 2000 lavora per la Galleria Bianca Pilat di Milano, con la quale partecipa a mostre collettive a Milano, Chicago, Toronto, Montreal. Autore di svariate esposizioni nazionali ed internazionali, alcune delle sue opere sono entrate a far parte di prestigiose collezioni museali. All’inizio della sua carriera artistica Antonio Marciano era conosciuto come l'artista delle dorature: egli ricopriva d'oro una quantità infinita di oggetti e tele. Da artista delle dorature Marciano è poi passato a una nuova estetica, differente, nella quale l'immagine è divisa in puntini, come pixel, ed esprime un linguaggio molto attuale anche nel mondo dell'arte. Il gioco, forma primordiale di conoscenza ed esplorazione dell’essere umano, è la dimensione in cui Antonio Marciano opera per la creazione dei propri lavori. Tra le principali esposizioni collettive corredate da catalogo: nel 1995/96 Nel segno dell’Angelo, Galleria Bianca Pilat, a cura di Rossanna Bossaglia, Gabriele Perretta, Alberto Fiz, Elena Pontiggia; nel 1997 Flowers, Sotheby’s Gallery, Roma, a cura di A.Mendini; nel 1998 Da Enzo Ferrari alla Ferrari, Parco Enzo Ferrari, a cura di P.Restany, P. Epys, Ventriglia, G. Vecchio; nel 2004 Brend new, Gasoline, Milano, a cura di Roberto Detona; nel 2006 Love is, Sala della Nevera, Saronno, a cura di Francesca Tollardo. Tra le mostre personali: nel 1999 Tanta merda, Plastic, Milano, a cura di Alice Erba; Only One night show, La casa 139 e Hollywood, Milano; nel 2002 Io e lei, Plastic, Milano, a cura di Alice Erba; Not for children under 3 years, Gallarate Spazio Zero, a cura di Francesca Marianna Consonni e Francesca Tollardo.
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