Adam St Clair. KASHMIR: conflict and stitchery KASHMIR: conflitto e lavoro ad ago. Mostra di fotografia e cultura materiale tessile
Dal 16 Ottobre 2021 al 26 Ottobre 2021
Chieri | Torino
Luogo: Museo del Tessile di Chieri
Indirizzo: Via Santa Chiara 5
Orari: Martedì, Mercoledì e Venerdì 9:30-12:30; Sabato 14:00-18:00; Domenica 10:00-12:00. I visitatori devono essere in possesso di green pass, da esibire all’ingresso, e indossare la mascherina in ottemperanza delle norme di sicurezza in vigore
Curatori: Melanie Zefferino
Costo del biglietto: 6 euro (Museo + mostra). Prenotazione obbligatoria
Telefono per informazioni: +39 329 4780542
E-Mail info: prenotazioni@fmtessilchieri.org
Sito ufficiale: http://www.fmtessilchieri.org
Come il vicino Afghanistan, anche il Kashmir ha subito una delle più lunghe occupazioni militari al mondo. Tuttavia, la comunità internazionale sembrerebbe aver ignorato per decenni la negazione o la ripetuta violazione dei diritti umani delle popolazioni che abitano il territorio oggi identificato come Kashmir, le cui terre sono controllate in parte dall’India, in parte dal Pakistan e in parte dalla Cina. L’instabilità derivante da questa situazione ha pesato inevitabilmente sulle attività delle piccole manifatture e botteghe di artigiani, la cui vitalità e maestria traspaiono dagli smaglianti manufatti tessili che ancora producono.
Adam STCLAIR ha avuto modo di rapportarsi direttamente con la vita in Kashmir poiché, per diverso tempo, è stato ospite di una famiglia sul lago Dal, nei pressi della città di Srinagar, e ha viaggiato in lungo e in largo attraverso il Kashmir per condurre la sua ricerca di dottorato in antropologia visiva, che già lo aveva condotto a Mumbai (India). Durante i suoi viaggi attraverso paesaggi himalayani, ha fotografato, ripreso e intervistato persone che lavoravano nelle botteghe e piccole manifatture tessili del Kashmir. Ha così realizzato il valore dell’intenso lavoro manuale necessario a realizzarli, quasi sempre eseguito da donne che operano in condizioni ambientali estreme subendo ingiustizia ed esclusione dalla vita sociale e culturale. Ha osservato le loro abili mani filare, pettinare e tessere disegni intricati con fili di seta, lana e cotone a telaio. Ha visto la manifattura di bellissimi tappeti in seta, stole in lana Pashmina (ricavata dalla capra tibetana) tessute con aghi porgifilo lignei detti kani, ma anche scialli in lana Shahtoosh (ricavata dall’antilope tibetana) decorati con splendidi disegni ricamati a mano, ognuno dei quali esprime un senso di identità e orgoglio per i Kashmiri.
«Il Kashmir non è una storia, bensì una moltitudine storie che accadono intorno all’osservatore», afferma Adam STCLAIR,la cui mostra, ospitata al al Museo del Tessile di Chieri fino al 26 ottobre, offre scorci sulla sua esperienza di viaggio in quell’area tormentata nel cuore dell’Asia centrale. Oltre a raffinati tappeti e stole, sono esposti strumenti tradizionali quali aghi uncinati per il ricamo a punto catenella, pettini e kani impiegati a telaio per oltre un secolo e persino un Corano Kashmiri. Le fotografie ritraggono bambini e adulti in abiti tradizionali, ambienti domestici e paesaggi, manufatti di alto artigianato e particolari di quegli stessi lavori d’arte tessile. Una produzione audiovisiva restituisce i suoni che erano parte integrante della vita quotidiana del Kashmir al tempo in cui furono effettuate le riprese – musica trasmessa da una stazione radio locale, l’adhān(chiamata islamica alla preghiera) da diverse moschee di Srinagar, il suono ubiquo della voga prodotto sul lago Dal da chi cerca un incontro o la fuga dal coprifuoco.
«Questa esposizione dalle diverse anime racchiude ‘storie personali’ che restituiscono il senso di cosa significa vivere in Kashmir, dove conflitto e lavoro ad ago coesistono-spiega di Melanie ZEFFERINO, Presidente della Fondazione Chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile, e curatrice del ciclo di eventi “Ars et Industria”-Scriveva la storica e scrittrice di viaggi gallese Jan Morris che “il Kashmir è sempre stato più di un mero luogo. Esso ha la qualità di un’esperienza, di uno stato mentale o forse di un ideale”. Anche Adam STCLAIR vede il Kashmir come una realtà dalle molteplici sfaccettature, e le diverse tradizioni tessili del Kashmir, seppure diffuse anche in alcune regioni limitrofe, sono presentate per la prima volta al Museo del Tessile in questa intrigante mostra, contestualizzandole attraverso immagini di grande impatto.Tutto ciò non solo nell’ottica di esaltare il valore estetico ed etnografico dei manufatti esposti, ma anche di riconoscere, attraverso la cultura materiale, la diversità come valore per l’essere umano».
Il giorno dell’inaugurazione della mostra, sabato 16 ottobre, sarà possibile visitare presso la sede del Museo del Tessile di Chieri anche il laboratorio di ricamo diretto da Anna Ghigo, Presidente dell’Associazione Amici del Ricamo Bandera, tecnica di tradizione chierese che contempla anche il punto catenella tipico del lavoro ad ago nel Kashmir.
Fotografo, attore, antropologo e docente, Adam STCLAIR (Norwich, 1967), si è laureato in Archeologia e Antropologia allaUniversity of Manchester. Ha lavorato in diversi ambiti, dalla ricerca urbanistica alla pratica museale alle industrie creative fra Austraila, Stati Uniti e Regno Unito. Ha trascorso diversi anni in India mentre era impegnato nella sua ricerca universitaria e, dal 2018, vive e lavora a Torino. Si focalizza sull’impatto sociale e storico della fotografia, sugli aspetti legati alla rappresentazione, al viaggio e alla visione di chi lo compie, ma anche sui diversi linguaggi con cui è possibile raccontare le storie delle persone.
L’evento, che riceve il sostegno del Churchill British Centre di Torino, fa parte del ciclo di conferenze «ARS ET INDUSTRIA», organizzato dallaFondazione Chierese per il Tessile e Museo del Tessile con il patrocinio del Comune di Chieri, della Città Metropolitana di Torino, della Regione Piemonte, e il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando CivICA-progetti di cultura e innovazione civica.
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