Bridge Art #full(y)_grounding_residency 2018
Dal 23 Febbraio 2018 al 24 Febbraio 2018
Noto | Siracusa
Luogo: Convitto delle Arti Noto Museum
Indirizzo: corso Vittorio Emanuele 31
Orari: 11-20
Curatori: Lori Adragna, Valeria Valenza
Enti promotori:
- Patrocinio del Comune di Noto
E-Mail info: bridgeart@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.bridgeart.it/
Venerdì 23 febbraio alle ore 18.30, Bridge art - format di arte contemporanea e residenze, patrocinato dal Comune di Noto, è felice di inaugurare presso i prestigiosi spazi del Convitto delle Arti Noto Museum, l'esposizione dei lavori di Stefania Migliorati (ITA) e Jonida Xherri (ALB), artiste vincitrici del Bando per l’assegnazione della residenza #full(y)_grounding 2018 sul tema Confine di contatto / Contact boundary. In occasione del vernissage si potrà gustare un aperitivo offerto da Tenuta La Favola, main sponsor del progetto. La bipersonale, allestita nell’Ex convento settecentesco convertito di recente a polo culturale e delle Arti contemporanee, si potrà visitare il 23 e il 24 febbraio (dalle 11.00 alle 20.00).
Le artiste presenteranno un compendio di opere frutto dello scambio relazionale e della ricerca sul territorio netino, effettuati durante il periodo di residenza che ha preso il via l’8 gennaio e si concluderà il 25 febbraio 2018 all’interno di Tenuta La Favola, vitivinicola a impatto zero all’avanguardia in tecniche di produzione biologica. Le residenze fanno parte di un ampio progetto d’arte con l’obiettivo di creare una fucina-laboratorio di sperimentazione delle più recenti ricerche del contemporaneo in un sito sensibile ai temi ambientali e alla bio diversità, una piattaforma multiculturale che si fa ponte tra realtà straniere e italiane.
Stefania Migliorati nel suo progetto di residenza dal titolo Art & Tours - Art In Plain Sight - come la piattaforma online da lei fondata nel 2010 – si è focalizzata sul tema della convivenza dell’uomo con animali e piante che si sono adattati a vivere nei cosiddetti “corridoi ecologici” delle aree urbane, anche in ambienti altamente antropizzati. L’artista restituisce nella sala del museo un'installazione a tre componenti (due pannelli e una maschera zoo antropomorfica) ispirata agli stormi di passeri che lasciate le campagne, dimorano tra i ficus degli arredi intorno alla Cattedrale di Noto. Osservazione che dimostra la complessità degli ecosistemi e al tempo stesso spinge a riflettere sui problemi legati a cambio d'uso del territorio, alla globalizzazione, nonché ai cambiamenti climatici, evidenziando la necessità di affrontare le emergenze ambientali. “Provare a comprendere le ragioni per cui gli animali si spostano, cambiano i propri comportamenti o addirittura si estinguono, aprevarie questioni che riguardano anche il nostro senso di responsabilitàecologica”, afferma Migliorati. Le mappe, i disegni e le fotografie sono invece un omaggio alla resistente biodiversitàdel Val di Noto, esempio positivo di coabitazione sinantropica come la Riserva Orientata di Vendicari -che in passato ospitava le Saline utili alla Tonnara lì a due passi-, a partire dal 1984 quando è stata istituita. Una serie di fotografie di piccole dimensioni, inoltre, riproduce esempi di sinantropia nella flora e fauna del territorio esplorato dalla artista durante il periodo di residenza; mentre alcune stampe su carta dorata ritraggono immagini di natura selvatica e interstiziale ad approfondire il concetto di “Terzo paesaggio” di Gilles Clément. Infine, un video della serie In Plain Sight, fungerà da trait d’union tra i lavori inserendoli nel contesto della più ampia ricerca sullo spazio pubblico.
Jonida Xherri nel suo progetto di residenza che già a partire dal titolo Benvenuti si è focalizzato sul tema dell’accoglienza, individua nel filo che unisce le sue opere, la metafora di una interconnessione, l’intreccio di legami che annullano le differenze auspicando la possibile unione di tutti i confini. È un percorso centrato sui temi sociali e sullo scambio relazionale quello dell’artista, che mira a una fruizione attiva e polisensoriale dei suoi lavori. In tale ottica la Xherri ha coinvolto diverse comunità territoriali lavorando finora con 16 gruppi, quasi 400 persone: tra queste i Camminanti, gli ospiti di “Casa Tobia”, i migranti minori non accompagnati del progetto “I Care”, il “Centro Incontri Anziani”, gli studenti del Liceo di Scienze Umane, dello Scientifico, del Liceo Artistico e della scuola media Aurispa. Nei prossimi giorni sono organizzati laboratori con i detenuti del carcere e con le donne del corso di preparazione al parto. Mercoledì 21 febbraio dalle ore 9.00 alle 12.00 è prevista in tal senso un’azione nella piazza XVI Maggio nello spiazzo antistante il Teatro Tina Di Lorenzo. Qui tutti coloro che si sono incontrati con l’artista saranno invitati a intrecciare il filo insieme ai passanti. “L’incontro con i vari gruppi che hanno collaborato al progetto - spiega l’artista albanese - non si è limitato alla fase del laboratorio, ma è andato molto più oltre di quanto io avessi sperato, trasformandosi in un vero e proprio ‘legame di amicizia’ che continuerà nel tempo”. Come restituzione del lavoro saranno posti nel museo 16 tappeti piccoli (uno per ogni gruppo) uniti insieme a costituirne uno più grande. Le treccine sono state realizzate dai partecipanti al progetto, il disegno e il montaggio sono opera dell’artista. Un video restituirà la documentazione dei laboratori.
Durante la presentazione la Xherri inviterà i presenti a sedersi con lei offrendo il tè tradizionale albanese “çaj mali” e il dolce tipico “bakllava” preparato insieme con la madre.
Mercoledì 21 febbraio ore 9-12 azione performativa in piazza XVI Maggio davanti al Teatro Tina Di Lorenzo.
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