Alessandro Cardinale. Sub-Track
Dal 08 Febbraio 2014 al 14 Marzo 2014
Siena
Luogo: Palazzo Chigi Zondadari
Indirizzo: via Banchi di Sotto 42/44
Orari: da martedì a sabato 11-13 / 17-19.30; domenica e lunedì su appuntamento
Curatori: Gaia Pasi
Telefono per informazioni: +39 339 1020676
E-Mail info: gaiapasi@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.galleriazak.com
Sub-Track è la mostra personale di Alessandro Cardinale (Camposanpiero (PD) 1977) che inaugura la seconda tappa di "Zak in Tour" il progetto che la Galleria Zak Project Space propone in risposta alla crisi. Zak per tutto il 2014 organizzerà le sue mostre in spazi liberi ed inutilizzati ma idonei ad accogliere l’arte, luoghi che saranno comunicati al pubblico di volta in volta ad ogni evento; sabato 8 febbraio 2014 sarà il Palazzo Chigi Zondadari sito nel cuore di Siena, in via banchi di sotto 42/44 ad ospitare la galleria Zak e i lavori dell’artista Alessandro Cardinale.
E’ dal 2000 che Alessandro Cardinale lavora nell’ambito dell’istallazione e della figurazione, sviluppando il tema della luce e della percezione dello spazio; per Sub-Track la curatrice Gaia Pasi ha pensato ad un percorso suddiviso in tre aree distinte dove sono presentati i lavori prodotti dall’artista negli ultimi anni: la serie delle Graffiature (2011/2013), i Frammenti di memoria (2012/2013), e Nu-Shu (2013/2014).
Le Graffiature sono opere realizzate con un ago che graffia la superficie completamente dipinta con acrilico nero di un plexiglass; andando a togliere il materiale in eccesso, come si fa con la scultura, con una miriade di graffi l’immagine si rivela grazie alla luce che attraversa la lastra conferendo profondità e prospettiva al disegno.
I Frammenti di memoria, escono sottoforma di ombre da delle piccole scatole di legno appese in parete; una volta accesa la luce contenuta all’interno della scatola, la memoria si espande e un ritaglio di giornale proietta la sua silhouette sul muro raccontando un momento accaduto ma non descritto tra le sue righe.
Questi lavori fanno parte di un progetto itinerante di ricerca su eventi di vita comune, osservati dall’artista e riportati dai giornali quotidiani che creano un confronto tra i fatti ufficiali o di cronaca e la vita che contemporaneamente ad essi scorre intorno. Si tratta di un tentativo di salvare la memoria, non solo scritta e raccolta dai quotidiani ma quella che soggiace all’ufficialità, quella vissuta e spesso mai narrata.
Nu-Shu è un lavoro che nasce dopo l’esperienza della V Biennale di Pechino del 2012 dove Alessandro Cardinale vince la sezione internazionale come migliore artista straniero.
Come spiega l’artista “la condizione femminile in Cina è tristemente famosa: soprattutto in passato e nelle aree delle campagne a causa di un forte pregiudizio sessista la vita delle donne era considerata di valore gran lunga inferiore rispetto a quella maschile. In passato i matrimoni erano combinati, le ragazze venivano sradicate dalla propria famiglia e condotte ad una nuova vita di “semi schiavitù dalla famiglia del marito. Le donne vivevano nell’analfabetismo forzato ma potevano comunicare tra di loro e condividere le proprie sofferenze tramite il linguaggio segreto NU SHU (la lingua delle donne). Un linguaggio sconosciuto agli uomini, creato nella regione dello Hunan migliaia di anni fa e tramandato in forma orale da allora fino ad oggi. In diretta relazione al linguaggio segreto del Nu Shu esisteva il concetto di Laotong: un legame speciale tra due fanciulle speciali che venivano scelte in tenera età e unite nella condivisione di una serie di valori (otto caratteri) che le legavano indissolubilmente per tutta la vita. Le sculture della serie Nu Shu fanno riferimento a questo linguaggio criptico ed al concetto di Laotong: partendo da delle barre verticali di legno singolarmente scolpite ed apparentemente incomprensibili, faccio in modo che in una visione d’insieme, più attenta e concentrata del lavoro, si componga l’immagine: i volti di due donne, percepiti come delle apparizioni fugaci che altrettanto fugacemente possono scomparire dinanzi al fruitore”.
E’ dal 2000 che Alessandro Cardinale lavora nell’ambito dell’istallazione e della figurazione, sviluppando il tema della luce e della percezione dello spazio; per Sub-Track la curatrice Gaia Pasi ha pensato ad un percorso suddiviso in tre aree distinte dove sono presentati i lavori prodotti dall’artista negli ultimi anni: la serie delle Graffiature (2011/2013), i Frammenti di memoria (2012/2013), e Nu-Shu (2013/2014).
Le Graffiature sono opere realizzate con un ago che graffia la superficie completamente dipinta con acrilico nero di un plexiglass; andando a togliere il materiale in eccesso, come si fa con la scultura, con una miriade di graffi l’immagine si rivela grazie alla luce che attraversa la lastra conferendo profondità e prospettiva al disegno.
I Frammenti di memoria, escono sottoforma di ombre da delle piccole scatole di legno appese in parete; una volta accesa la luce contenuta all’interno della scatola, la memoria si espande e un ritaglio di giornale proietta la sua silhouette sul muro raccontando un momento accaduto ma non descritto tra le sue righe.
Questi lavori fanno parte di un progetto itinerante di ricerca su eventi di vita comune, osservati dall’artista e riportati dai giornali quotidiani che creano un confronto tra i fatti ufficiali o di cronaca e la vita che contemporaneamente ad essi scorre intorno. Si tratta di un tentativo di salvare la memoria, non solo scritta e raccolta dai quotidiani ma quella che soggiace all’ufficialità, quella vissuta e spesso mai narrata.
Nu-Shu è un lavoro che nasce dopo l’esperienza della V Biennale di Pechino del 2012 dove Alessandro Cardinale vince la sezione internazionale come migliore artista straniero.
Come spiega l’artista “la condizione femminile in Cina è tristemente famosa: soprattutto in passato e nelle aree delle campagne a causa di un forte pregiudizio sessista la vita delle donne era considerata di valore gran lunga inferiore rispetto a quella maschile. In passato i matrimoni erano combinati, le ragazze venivano sradicate dalla propria famiglia e condotte ad una nuova vita di “semi schiavitù dalla famiglia del marito. Le donne vivevano nell’analfabetismo forzato ma potevano comunicare tra di loro e condividere le proprie sofferenze tramite il linguaggio segreto NU SHU (la lingua delle donne). Un linguaggio sconosciuto agli uomini, creato nella regione dello Hunan migliaia di anni fa e tramandato in forma orale da allora fino ad oggi. In diretta relazione al linguaggio segreto del Nu Shu esisteva il concetto di Laotong: un legame speciale tra due fanciulle speciali che venivano scelte in tenera età e unite nella condivisione di una serie di valori (otto caratteri) che le legavano indissolubilmente per tutta la vita. Le sculture della serie Nu Shu fanno riferimento a questo linguaggio criptico ed al concetto di Laotong: partendo da delle barre verticali di legno singolarmente scolpite ed apparentemente incomprensibili, faccio in modo che in una visione d’insieme, più attenta e concentrata del lavoro, si componga l’immagine: i volti di due donne, percepiti come delle apparizioni fugaci che altrettanto fugacemente possono scomparire dinanzi al fruitore”.
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