Vetrine d'artista - Fiorenza Ferrari
![Fiorenza Ferrari, Villa Zanelli, 2018, acquerello, cm. 50x35 Fiorenza Ferrari, Villa Zanelli, 2018, acquerello, cm. 50x35](http://www.arte.it/foto/600x450/24/114231-2018_Villa_Zanelli_50x35_acquerello_.jpg)
Fiorenza Ferrari, Villa Zanelli, 2018, acquerello, cm. 50x35
Dal 01 Aprile 2021 al 04 Maggio 2021
Savona
Luogo: Banca Carige
Indirizzo: Corso Italia 19
Curatori: Silvia Bottaro
Ha frequentato il Liceo Artistico savonese “A. Martini”. La lezione dei Maestri R. Bertagnin , G. Parini e G. Pollero è stata la base su cui la sua sensibilità innata verso il disegno, la raffinata e difficile tecnica dell’acquerello (percorsa soprattutto dagli anni ’90 del secolo scorso) ha trovato “lievito” da cui progredire fino ad oggi. La sua prima mostra personale è stata realizzata nel 1974, nella Galleria S. Lorenzo di Cairo Montenotte sul tema prevalentemente naturalistico. E’ stata una delle molte giovani “voci” del panorama artistico ligure esplicitata attraverso la vetrina della Galleria Sant’Andrea a Savona, direttore Luigi Pennone, era il 1979.
Sono numerose le partecipazioni a mostre di rilievo tra cui: “Under my skin “ galleria la Vaccarella di Roma 23/30 gennaio 2016; Mostra “Italia e Americhe attraverso le migrazioni “ Biblioteca Universitaria di Genova, a cura delle Fondazione Casa America e Fondazione De Ferrari dal 7 dicembre 2016 al 17 dicembre 2016. Con l’Associazione “R. Aiolfi” no profit, Savona ha aderito a diverse esposizioni presentando sempre il suo “occhio” rivolto dall’io al Mondo. Il critico Luciano Dresda ha identificato il suo fare arte (sempre con un tratto molto garbato e raffinato)come “Simbolismo immaginario”. Certo è che il naturalismo è per la Nostra fonte di ispirazione: il suo sguardo personale diviene universale. Così dall’albero maestoso, alle corolle delicate dei suoi fiori in un “carosello” di colori delicati, mai gridati, come versi di una poesia intima, a volte gioiosa, altre molto riflessiva. Il suo abbraccio all’umano (morbidi, leggeri i suoi nudi dalle forme sinuose e qui, mi sia consentito, ritrovo la lezione dello scultore Bertagnin, genero di Arturo Martini) ed al mondo diventa il nostro abbraccio ricco di pathos. Come in uno specchio ci sono molti incroci di sguardi tra uomini e animali (i cavalli), incontri rivelatori: la Natura prima di parlare, guarda! Il suo disegno, la sua tavolozza (ricca di sfumature, trasparenze intime, financo spirituali, luce rasentante) sono una pratica per creare scenari di memoria mai banali e sempre rivolti al domani. Così l’intricata presenza delle vele ci riportano alle radici di questa Terra percorsa dagli esploratori per mare, ma, pure, alle sue città costruite sulle banchine (Savona ne è un esempio), fino alla ricerca della luce, dei riverberi lasciati dalla velocità delle due ruote di una bicicletta (un tema retaggio dal futurismo) passando nella pozzanghera del lastricato di una strada: percorsi ispirati dalla natura e trasferiti sulla tela col cuore quale, pare di poter dire, in un certo senso, morbida denuncia del contemporaneo che non ha rispetto per l’altro, per la Natura. Fiorenza Ferrari si fa portavoce di una verità, solo in apparenza ovvia, ovvero Natura e Cultura sono inscindibili, inseparabili, inestricabili.
Silvia Bottaro
Sono numerose le partecipazioni a mostre di rilievo tra cui: “Under my skin “ galleria la Vaccarella di Roma 23/30 gennaio 2016; Mostra “Italia e Americhe attraverso le migrazioni “ Biblioteca Universitaria di Genova, a cura delle Fondazione Casa America e Fondazione De Ferrari dal 7 dicembre 2016 al 17 dicembre 2016. Con l’Associazione “R. Aiolfi” no profit, Savona ha aderito a diverse esposizioni presentando sempre il suo “occhio” rivolto dall’io al Mondo. Il critico Luciano Dresda ha identificato il suo fare arte (sempre con un tratto molto garbato e raffinato)come “Simbolismo immaginario”. Certo è che il naturalismo è per la Nostra fonte di ispirazione: il suo sguardo personale diviene universale. Così dall’albero maestoso, alle corolle delicate dei suoi fiori in un “carosello” di colori delicati, mai gridati, come versi di una poesia intima, a volte gioiosa, altre molto riflessiva. Il suo abbraccio all’umano (morbidi, leggeri i suoi nudi dalle forme sinuose e qui, mi sia consentito, ritrovo la lezione dello scultore Bertagnin, genero di Arturo Martini) ed al mondo diventa il nostro abbraccio ricco di pathos. Come in uno specchio ci sono molti incroci di sguardi tra uomini e animali (i cavalli), incontri rivelatori: la Natura prima di parlare, guarda! Il suo disegno, la sua tavolozza (ricca di sfumature, trasparenze intime, financo spirituali, luce rasentante) sono una pratica per creare scenari di memoria mai banali e sempre rivolti al domani. Così l’intricata presenza delle vele ci riportano alle radici di questa Terra percorsa dagli esploratori per mare, ma, pure, alle sue città costruite sulle banchine (Savona ne è un esempio), fino alla ricerca della luce, dei riverberi lasciati dalla velocità delle due ruote di una bicicletta (un tema retaggio dal futurismo) passando nella pozzanghera del lastricato di una strada: percorsi ispirati dalla natura e trasferiti sulla tela col cuore quale, pare di poter dire, in un certo senso, morbida denuncia del contemporaneo che non ha rispetto per l’altro, per la Natura. Fiorenza Ferrari si fa portavoce di una verità, solo in apparenza ovvia, ovvero Natura e Cultura sono inscindibili, inseparabili, inestricabili.
Silvia Bottaro
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