Mario Ferrante. Kepos il giardino degli angeli caduti: l'arte è morta, viva l'arte!

Mario Ferrante. Kepos il giardino degli angeli caduti: l'arte è morta, viva l'arte!
Dal 15 Novembre 2014 al 15 Dicembre 2014
Cava de' Tirreni | Salerno
Luogo: Marte - Mediateca, Arte, Eventi
Indirizzo: c.so Umberto I, 137
Curatori: Augusto Ozzella, Giuliana Sarno
Enti promotori:
- Regione Campania
- Città di Cavade'Tirreni
Telefono per informazioni: +39 089 9481133
E-Mail info: info@marteonline.com
Sito ufficiale: http://www.marteonline.com/
Sabato 15 novembre ore 18, al MARTE di Cava de'Tirreni, la nuova personale di Mario Ferrante: Kepos il giardino degli angeli caduti: l'arte è morta, viva l'arte! A cura di Augusto Ozzella e Giuliana Sarno. Sonorizzazione di Luigi Bernardo e Angelo Cusano. Intervengono al vernissage, Franco Di Mare (giornalista e conduttore RAI), Biagio Iacolare (vice presidente della Regione Campania), Sarina Biraghi de "Il Tempo", Augusto Ozzella e Giuliana Sarno (curatori mostra), Pasquale Senatore (assessore alla Cultura, Comune di Cava de'Tirreni), Marco Galdi (sindaco di Cava de'Tirreni). Modera Matilde Nardacci.
Una retrospettiva su un ventennio d'arte, da Rio a Napoli. Il percorso della mostra mette in evidenza, attraverso un allestimento guidato da poetiche didascaliche, momenti che hanno segnato l'arte di Ferrante, dall'inizio degli anni '90 al 2014. La rassegna muove da "Negro no coracao", un viaggio pittorico che attraversa il Brasile come luogo di riflessione e momento di stimolo e conoscenza di culture, per arrivare poi a "Moving people" che apre le porte a città metropolitane quali Napoli, luogo di custodia d'arte, fino a "Kepos", l'ultimo viaggio in esposizione che ha l'ambizione di porsi in un momento di pausa e ripensamento retrospettivo e speculare: immagini che duplicano la realtà, imprigionando l'anima nell'immagine riflessa, proprio come accade con lo specchio, ove si assiste al tema del doppio. Tre storie, che percorse insieme, raccontano l'anima e la vita attraverso la morte dell'arte. Contestualmente, il maestro presenta il progetto internazionale di OFFICINA ITALIANA DELLE ARTI, promosso in collaborazione con l'associazione culturale COSMOART.
Mario Ferrante. Nasce nel 1957 a Roma ma le sue radici affondano nella coinvolgente cultura brasiliana che permea tutte le sue opere. Vive e lavora tra Roma e Benevento, dove ha stabilito una sua bottega d'arte, frequentata da giovani allievi. I suoi primi anni da artista lo vedono impegnato in mostre collettive ma ben presto approda alla sua prima mostra personale ambientata nel chiostro di Chiostro di Sant'Andrea delle Fratte a Roma. Da questo momento inizia un largo consenso di pubblico e di critica che gli consentono di scalare le vette del mondo artistico. Entra a far parte degli artisti commercializzati dal Gruppo poligrafico e Zecca dello Stato, continuando ad esporre a Palazzo Venezia a Roma, the National Art Club a New York, Ambasciata del Brasile a Berlino. La sua arte si esprime anche attraverso la realizzazione di sculture in bronzo, tra cui la più importante, dedicata al Principe longobardo Arechi II, fa mostra di sé nel cuore della città di Benevento a pochi passi dalla chiesa di Santa Sofia. Da non dimenticare il bronzo realizzato per il Premio Bearzot, donato al Papa, Benedetto XVI. Alcune sue tele sono state immortalate nella pellicola cinematografica intitolata "Manuale d'amore 3": possono intravedersi nella scena con Robert De Niro e Monica Bellucci. Il 2013 rappresenta per Mario Ferrante un anno significativo: Italia, Montecarlo, Berlino, infine Brasile a Rio de Janeiro dove l'Us Acli premia il mitico Pelè con il Premio Bearzot (una scultura in bronzo creata dal Maestro Ferrante).
Una retrospettiva su un ventennio d'arte, da Rio a Napoli. Il percorso della mostra mette in evidenza, attraverso un allestimento guidato da poetiche didascaliche, momenti che hanno segnato l'arte di Ferrante, dall'inizio degli anni '90 al 2014. La rassegna muove da "Negro no coracao", un viaggio pittorico che attraversa il Brasile come luogo di riflessione e momento di stimolo e conoscenza di culture, per arrivare poi a "Moving people" che apre le porte a città metropolitane quali Napoli, luogo di custodia d'arte, fino a "Kepos", l'ultimo viaggio in esposizione che ha l'ambizione di porsi in un momento di pausa e ripensamento retrospettivo e speculare: immagini che duplicano la realtà, imprigionando l'anima nell'immagine riflessa, proprio come accade con lo specchio, ove si assiste al tema del doppio. Tre storie, che percorse insieme, raccontano l'anima e la vita attraverso la morte dell'arte. Contestualmente, il maestro presenta il progetto internazionale di OFFICINA ITALIANA DELLE ARTI, promosso in collaborazione con l'associazione culturale COSMOART.
Mario Ferrante. Nasce nel 1957 a Roma ma le sue radici affondano nella coinvolgente cultura brasiliana che permea tutte le sue opere. Vive e lavora tra Roma e Benevento, dove ha stabilito una sua bottega d'arte, frequentata da giovani allievi. I suoi primi anni da artista lo vedono impegnato in mostre collettive ma ben presto approda alla sua prima mostra personale ambientata nel chiostro di Chiostro di Sant'Andrea delle Fratte a Roma. Da questo momento inizia un largo consenso di pubblico e di critica che gli consentono di scalare le vette del mondo artistico. Entra a far parte degli artisti commercializzati dal Gruppo poligrafico e Zecca dello Stato, continuando ad esporre a Palazzo Venezia a Roma, the National Art Club a New York, Ambasciata del Brasile a Berlino. La sua arte si esprime anche attraverso la realizzazione di sculture in bronzo, tra cui la più importante, dedicata al Principe longobardo Arechi II, fa mostra di sé nel cuore della città di Benevento a pochi passi dalla chiesa di Santa Sofia. Da non dimenticare il bronzo realizzato per il Premio Bearzot, donato al Papa, Benedetto XVI. Alcune sue tele sono state immortalate nella pellicola cinematografica intitolata "Manuale d'amore 3": possono intravedersi nella scena con Robert De Niro e Monica Bellucci. Il 2013 rappresenta per Mario Ferrante un anno significativo: Italia, Montecarlo, Berlino, infine Brasile a Rio de Janeiro dove l'Us Acli premia il mitico Pelè con il Premio Bearzot (una scultura in bronzo creata dal Maestro Ferrante).
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