Gian Maria Tosatti. Per un museo della polvere

Gian Maria Tosatti. Per un museo della polvere, Museo Archeologico Provinciale di Salerno
Dal 10 Settembre 2014 al 10 Ottobre 2014
Salerno
Luogo: Museo Archeologico Provinciale di Salerno
Indirizzo: via San Benedetto 28
Orari: da martedì a domenica 9-19.30
Curatori: Antonello Tolve, Stefania Zuliani
Telefono per informazioni: +39 089 231135
E-Mail info: info@museoarcheologicosalerno.it
Sito ufficiale: http://www.museoarcheologicosalerno.it
La Fondazione Filiberto Menna – Centro Studi d'Arte Contemporanea, in collaborazione con la Provincia di Salerno e con il Comune di Salerno, soci fondatori della Fondazione, è lieta di annunciare il progetto Per un museo della polvere di Gian Maria Tosatti, quarta mostra del ciclo Tempo Imperfetto a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani. L'esposizione, che verrà inaugurata negli spazi del Museo Archeologico Provinciale di Salerno mercoledì 10 settembre alle ore 18, sarà visitabile dal 10 settembre al 10 ottobre 2014 (tutti i giorni dalle 09.00 alle 19.30, lunedì escluso).
Parte di un ciclo di opere e interventi con cui l’artista interroga l'archeologia del presente e la nostalgia del futuro, mirando a conservare, a preservare e a ripensare l'attualità attraverso le stratificazioni del passato, Per un museo della polvere, il progetto realizzato da Gian Maria Tosatti per gli spazi del Museo Archeologico Provinciale di Salerno, muove da un discorso orientato a decifrare e a condensare in reliquia la contemporaneità. Allacciandosi a La Peste, primo step del ciclo espositivo Sette Stagioni dello Spirito – a cura di Eugenio Viola – tenutosi negli spazi della Chiesa dei SS. Cosma e Damiano, nella zona dei Banchi Nuovi a Napoli, Tosatti propone a Salerno un lavoro che, scrivono i curatori, «se da una parte mostra una solida passione del reale (Badiou), dall'altra tende a “creare storia con gli stessi detriti della storia” (Benjamin) adottando l'approccio archeologico proposto da Giorgio Agamben, lettore e interprete di Michel Foucault, per rappresentare uno spazio utile a leggere l'oggetto stesso di un sapere che, lo suggerisce Foucault nel suo volume L'archéologie du savoir (1969), tende a ricercare e a interrogare l'attualità mediante un dispositivo che getta sul passato l’interrogarsi sul presente».
Composto di una base in legno lavorato e dorato, una teca in plexiglass riempita di polvere – di una «sostanza del presente prima ancora di essere residuo del passato» (Tosatti) – e una struttura metallica che sigilla l'intero contenitore, La mia parte nella seconda guerra mondiale decontestualizza archeologicamente i residui ritrovati nell'antica chiesa per collocarli in un luogo deputato e custodito, per spostare e depositare in un raccoglitore il detrito storico, la mole indigesta, il rimasuglio di una storia illeggibile ma intellegibile. «La polvere» suggerisce Tosatti, «è un elemento con cui mi trovo sempre a fare i conti, perché è ciò che conserva, come una coltre, i luoghi dimenticati che, come lo Stalker di Tarkovskij, vado a riattivare con la mia presenza in quanto artista. […]. È l'elemento attraverso cui, si scrive una storia, […] è l'elemento che definisce spesso una grandezza temporale e il suo contenuto in termini storici, o meglio, in termini di Storia e di storie. Saper districare le trame di questo romanzo è ciò che ho fatto […]» e, «in fondo, è quel che faccio ogni volta».
In occasione dell'inaugurazione della mostra l'artista sarà coinvolto in una conversazione critica dedicata alla sua ricerca e alle ragioni che hanno guidato la realizzazione del progetto realizzato per il Museo Archeologico Provinciale.
Il progetto Tempo imperfetto si avvale del patrocinio del DISPAC – Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell'Università di Salerno e dell'Accademia di Belle Arti di Macerata. Sponsor tecnici: Associazione ArteXa e Fonderie culturali.
Parte di un ciclo di opere e interventi con cui l’artista interroga l'archeologia del presente e la nostalgia del futuro, mirando a conservare, a preservare e a ripensare l'attualità attraverso le stratificazioni del passato, Per un museo della polvere, il progetto realizzato da Gian Maria Tosatti per gli spazi del Museo Archeologico Provinciale di Salerno, muove da un discorso orientato a decifrare e a condensare in reliquia la contemporaneità. Allacciandosi a La Peste, primo step del ciclo espositivo Sette Stagioni dello Spirito – a cura di Eugenio Viola – tenutosi negli spazi della Chiesa dei SS. Cosma e Damiano, nella zona dei Banchi Nuovi a Napoli, Tosatti propone a Salerno un lavoro che, scrivono i curatori, «se da una parte mostra una solida passione del reale (Badiou), dall'altra tende a “creare storia con gli stessi detriti della storia” (Benjamin) adottando l'approccio archeologico proposto da Giorgio Agamben, lettore e interprete di Michel Foucault, per rappresentare uno spazio utile a leggere l'oggetto stesso di un sapere che, lo suggerisce Foucault nel suo volume L'archéologie du savoir (1969), tende a ricercare e a interrogare l'attualità mediante un dispositivo che getta sul passato l’interrogarsi sul presente».
Composto di una base in legno lavorato e dorato, una teca in plexiglass riempita di polvere – di una «sostanza del presente prima ancora di essere residuo del passato» (Tosatti) – e una struttura metallica che sigilla l'intero contenitore, La mia parte nella seconda guerra mondiale decontestualizza archeologicamente i residui ritrovati nell'antica chiesa per collocarli in un luogo deputato e custodito, per spostare e depositare in un raccoglitore il detrito storico, la mole indigesta, il rimasuglio di una storia illeggibile ma intellegibile. «La polvere» suggerisce Tosatti, «è un elemento con cui mi trovo sempre a fare i conti, perché è ciò che conserva, come una coltre, i luoghi dimenticati che, come lo Stalker di Tarkovskij, vado a riattivare con la mia presenza in quanto artista. […]. È l'elemento attraverso cui, si scrive una storia, […] è l'elemento che definisce spesso una grandezza temporale e il suo contenuto in termini storici, o meglio, in termini di Storia e di storie. Saper districare le trame di questo romanzo è ciò che ho fatto […]» e, «in fondo, è quel che faccio ogni volta».
In occasione dell'inaugurazione della mostra l'artista sarà coinvolto in una conversazione critica dedicata alla sua ricerca e alle ragioni che hanno guidato la realizzazione del progetto realizzato per il Museo Archeologico Provinciale.
Il progetto Tempo imperfetto si avvale del patrocinio del DISPAC – Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell'Università di Salerno e dell'Accademia di Belle Arti di Macerata. Sponsor tecnici: Associazione ArteXa e Fonderie culturali.
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