Zimoun. Emerging Microstructures
Dal 03 Febbraio 2013 al 28 Febbraio 2013
Roma
Luogo: Auditorium Parco della Musica di Roma
Indirizzo: viale Pietro de Coubertin 30
Curatori: Anna Cestelli Guidi
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 80241281
E-Mail info: relazionipubblico@musicaperroma.it
Sito ufficiale: http://www.auditorium.com
La mostra Emerging Microstructures di Zimoun è il secondo appuntamento del nuovo progetto espositivo della Fondazione Musica per Roma dedicato all’arte del suono per lo spazio espositivo AuditoriumArte: One Space/One Sound.
L’artista svizzero Zimoun (Berna, 1977) occuperà interamente lo spazio esterno con un’installazione sonora, mentre all’interno sarà possibile ascoltare i video di altri due lavori sonori. Utilizzando componenti semplici e funzionali, Zimoun costruisce installazioni sonore architettoniche minimali, realizzate tramite sistemi preparati e materiali quotidiani che esplorano ritmi meccanici. Le eleganti sculture sonore combinano elementi visivi, spaziali e sonori in opere complesse e semplici al tempo stesso che animano lo spazio con la tensione tra il minimalismo della loro struttura e la caoticità della vita.
Il lavoro di Zimoun è stato presentato in tutto il mondo, recentemente al Nam June Paik Art Center in Korea; the Kuandu Museum of Fine Arts, Taipei; Art Basel; Galerie Denise René Paris; the Ringling Museum of Art, Florida; bitforms gallery New York; Kunsthalle Bern; Kunstmuseum Liechtenstein; Contemporary Art Museum MNAC Bucarest. Nel 2003 insieme a Marc Beekhuis Zimoun fonda Leerraum, una piattaforma per lo scambio creativo tra artisti, designers e architetti che studia forme e strutture basate su principi riduttivi e un attento e radicale uso dei materiali.
Progetto One Space/One Sound
One Space/One Sound è il nuovo progetto di installazioni sonore per lo spazio AuditoriumArte commissionate da Fondazione Musica per Roma.
Si tratta di una rassegna periodica che prevede tre appuntamenti l’anno con artisti che lavorano con il suono, ponendo grande attenzione al loro percorso, età e provenienza.
Il progetto è rivolto a installazioni che hanno il suono come loro componente fondamentale, sia per la relazione con lo spazio che per la relazione con l’immagine visiva, scavalcando così la separazione tradizionale, oramai obsoleta, tra le discipline artistiche.
Tratto comune di quest’arte del suono, nonostante le formalizzazioni più diverse, è proprio l’intrinseca relazione tra il suono, l’esperienza visiva e la percezione architettonico/spaziale. Si potrebbe quasi parlare di una spazializzazione sonora e, viceversa, di una sonorità tangibile, per raggiungere una nuova esperienza percettiva.
L’artista svizzero Zimoun (Berna, 1977) occuperà interamente lo spazio esterno con un’installazione sonora, mentre all’interno sarà possibile ascoltare i video di altri due lavori sonori. Utilizzando componenti semplici e funzionali, Zimoun costruisce installazioni sonore architettoniche minimali, realizzate tramite sistemi preparati e materiali quotidiani che esplorano ritmi meccanici. Le eleganti sculture sonore combinano elementi visivi, spaziali e sonori in opere complesse e semplici al tempo stesso che animano lo spazio con la tensione tra il minimalismo della loro struttura e la caoticità della vita.
Il lavoro di Zimoun è stato presentato in tutto il mondo, recentemente al Nam June Paik Art Center in Korea; the Kuandu Museum of Fine Arts, Taipei; Art Basel; Galerie Denise René Paris; the Ringling Museum of Art, Florida; bitforms gallery New York; Kunsthalle Bern; Kunstmuseum Liechtenstein; Contemporary Art Museum MNAC Bucarest. Nel 2003 insieme a Marc Beekhuis Zimoun fonda Leerraum, una piattaforma per lo scambio creativo tra artisti, designers e architetti che studia forme e strutture basate su principi riduttivi e un attento e radicale uso dei materiali.
Progetto One Space/One Sound
One Space/One Sound è il nuovo progetto di installazioni sonore per lo spazio AuditoriumArte commissionate da Fondazione Musica per Roma.
Si tratta di una rassegna periodica che prevede tre appuntamenti l’anno con artisti che lavorano con il suono, ponendo grande attenzione al loro percorso, età e provenienza.
Il progetto è rivolto a installazioni che hanno il suono come loro componente fondamentale, sia per la relazione con lo spazio che per la relazione con l’immagine visiva, scavalcando così la separazione tradizionale, oramai obsoleta, tra le discipline artistiche.
Tratto comune di quest’arte del suono, nonostante le formalizzazioni più diverse, è proprio l’intrinseca relazione tra il suono, l’esperienza visiva e la percezione architettonico/spaziale. Si potrebbe quasi parlare di una spazializzazione sonora e, viceversa, di una sonorità tangibile, per raggiungere una nuova esperienza percettiva.
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