Valentina Vannicola. L’inferno di Dante

Valentina Vannicola, #1 Canto III, Antinferno. L’Entrata dell’Inferno, 2011 | © Valentina Vannicola

 

Dal 17 Giugno 2021 al 26 Settembre 2021

Roma

Luogo: MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo

Indirizzo: Via Guido Reni 4/A

Orari: da martedì a domenica 11 – 19, la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo

Curatori: Simona Antonacci

Costo del biglietto: È obbligatorio acquistare il biglietto online su maxxi.archeoares.it Possibilità di acquisto last minute in biglietteria previa verifica disponibilità di capienza nel rispetto del distanziamento fisico

Telefono per informazioni: 800266300

Sito ufficiale: http://www.maxxi.art


In occasione delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante, il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo presenta la mostra L’Inferno di Dante di Valentina Vannicola, a cura di Simona Antonacci, in programma presso il Centro Archivi Architettura del MAXXI dal 17 giugno al 26 settembre 2021.
Il progetto quest’anno entrerà a far parte delle Collezioni di Fotografia del Museo.

Dall’ingresso attraverso la porta dell’Inferno, passando per le anime dei dannati in attesa sulle rive dell’Acheronte, quelle dei non credenti sospese nel limbo, quelle dei simoniaci, condannati a essere capovolti nella terra, e ancora il corpo solo vegetale dei suicidi e le anime trascinate dalla bufera di Paolo e Francesca, l’autrice ci conduce in un viaggio immaginifico attraverso i Cerchi dell’inferno. La serie si compone di quindici fotografie, ambientate nella maremma laziale e realizzate coinvolgendo come attori gli stessi abitanti.

Nel lavoro di Valentina Vannicola, riconducibile al genere della staged photography, la componente letteraria funziona come traccia da seguire, approfondire e reinterpretare: è una sorta di input per avviare un processo inventivo libero e personale che conduce alla visualizzazione di un’immagine che prende forma in prima battuta in un bozzetto. L’immagine viene poi concretizzata nello scatto finale, risultato di un complesso lavoro di produzione in cui l’autrice assume il ruolo di sceneggiatrice, costumista, regista, oltre che fotografa. La sequenza rigorosa e le inquadrature meticolosamente studiate costruiscono un racconto sintetico, serrato, ma anche sottilmente simbolico, che interpreta le parole di Dante come fossero una sceneggiatura e le restituiscono in forma di immagini.
Dopo la mostra Premio Graziadei per la fotografia, con i lavori delle ultime due vincitrici del Premio Alba Zari e Rachele Maistrello, prosegue l’approfondimento del MAXXI sulle giovani autrici attraverso questo focus in Centro Archivi.

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