The painting is a place | Peter Flaccus

The painting is a place | Peter Flaccus, Palazzo Merulana, Roma

 

Dal 06 Aprile 2023 al 07 Maggio 2023

Roma

Luogo: Palazzo Merulana

Indirizzo: Via Merulana 121

Orari: dal mercoledì alla domenica dalle 12 alle 20 (ultimo ingresso alle 19)

Curatori: Francesco Cochetti

Costo del biglietto: Intero € 10,00 Ridotto € 8,00 (Giovani under 26, adulti over 65, insegnanti in attività, possessori di Cartax2, possessori Lazio Youth card ) Gratuito (bambini e ragazzi under 7, un insegnante ogni 10 studenti, un accompagnatore ogni 10 persone, disabile con accompagnatore, possessori Pass Palazzo Merulana e Pass Palazzo Merulana Young, membri ICOM, guide turistiche con patentino) Diritto di prenotazione euro 2,00

Telefono per informazioni: +39 06 39967800

E-Mail info: info@palazzomerulana.it

Sito ufficiale: http://www.palazzomerulana.it


Palazzo Merulana, in sinergia con Fondazione Elena e Claudio Cerasi e CoopCulture, è lieto di ospitare la mostra del pittore Peter Flaccus, “The painting is a place”, a cura di Francesco Cochetti.

Americano di nascita e di formazione, Peter Flaccus, all’inizio degli anni ’90, ha scelto di trasferirsi a Roma, dove l’incontro con l’arte classica ha determinato una svolta nel suo percorso creativo, con l’abbandono della pittura a olio a favore di una tecnica antica, la pittura a encausto.

“Nei nostri gesti vivono i gesti dei nostri antenati”: questo è il tema che Peter Flaccus svolge nella pratica dei suoi dipinti. Il suo uso della tecnica a encausto persegue un metodo e un ritmo di lavoro che, a partire dai greci, hanno segnato in modo discontinuo la coscienza degli artisti occidentali.

Il termine dal greco enkaiein “bruciare”, si riferisce al trattamento termico che conclude un processo in cui la cera d’api, fusa, mescolata a pigmenti e resina viene poi distesa su una superficie e manipolata.

In queste opere Peter Flacus applica la cera calda e colorata a una tavola finché si raffredda e fissa; quindi aggiunge altri strati di colore per grattarli qua e là, finché i gesti di coprire e scoprire creano una superficie luminosa che insieme riflette e assorbe la luce esterna.

Plinio, nella sua storia naturale, descrive il metodo e l’insolita resistenza delle superfici prodotte con questa tecnica e nota come la pittura applicata alle navi in questo modo diventa inattaccabile dall’azione del sole, dell’acqua marina o del vento.
Così i dipinti di Peter Flaccus producono l’effetto straordinario, immediatamente percepibile, di una presenza umana radiosa, insieme all’apparire momentaneo delle stratificazioni del tempo – che è il tempo che serve al pittore a far emergere l’immagine in superficie, il tempo necessario al manifestarsi delle sue intenzioni; così il tempo dei pittori del passato e dei gesti del passato, compreso il suo, resta sospeso negli strati più profondi dell’opera.

Il pittore si allontana dalle convenzioni della pittura come finestra e come rilievo – la rappresentazione e l’accumulazione di materiale – per avvicinarsi al rapporto puro tra colore e luce. Colore e luce acquisiscono in questo modo una funzione propria, mettendosi in relazione reciproca solo all’interno della singola opera, indipendentemente da ogni riferimento esterno.

Guardando i movimenti del pittore nel tempo, l’occhio si sposta di traccia in traccia, creando così degli effetti di profondità e apparizione emergente. Sotto la superficie luminosa dell’opera, l’occhio attraversa aree mutevoli di trasparenza e opacità. A volte si vede la superficie della base di legno altre volte un taglio riempito di cera s’impone all’attenzione come cicatrice.
Immagini organiche associate a colori romani – seppia chiara, grigio, rosso e ocra – producono un senso di fossilizzazione culturale, come se l’applicazione luminosa della cera avesse trattenuto rovine. La caducità della memoria, o la sua accelerazione, vengono catturate nei gesti del pittore che restano dentro questi strati di colore e ne possiedono la qualità.

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