Signs of Protest - from Page to Street
A.H.Bey, Signs of Protest - from Page to Street, Biblioteca degli Incontri Internazionali d’Arte, Palazzo Taverna, Roma
Dal 14 Giugno 2012 al 30 Settembre 2012
Roma
Luogo: Palazzo Taverna
Indirizzo: via di Monte Giordano 36
Orari: da lunedi a venerdì 10-14; la biblioteca rimarrà chiusa nel mese di agosto
Curatori: Marcello Smarrelli
Telefono per informazioni: +39 06 68804009
E-Mail info: incarte@tin.it
Sito ufficiale: http://www.incontriinternazionalidarte.it
Roma, 13 giugno 2012 - gli Incontri Internazionali d'Arte presentano Signs of Protest - From Page to Street di Adelita Husni-Bey, a cura di Marcello Smarrelli e realizzato in collaborazione con la Fondazione Pastificio Cerere e Civita nell’ambito del programma di residenze 6ARTISTA.
Il progetto dell’artista Italo-Libica fa parte de Il Cielo, ciclo di interventi site specific - avviato nel 2001 - che si succedono sul soffitto della Biblioteca degli Incontri Internazionali d’Arte, nella sede storica dell’Associazione a Palazzo Taverna. L’iniziativa vuole essere un omaggio a Graziella Lonardi Buontempo, fondatrice degli Incontri Internazionali d’Arte e ideatrice del ciclo Il Cielo.
Nel suo progetto per Il Cielo, dal titolo Signs of Protest - from Page to Street, Adelita Husni-Bey prende una chiara posizione nei confronti deirecenti tagli alla cultura e all’educazione che hanno caratterizzato i governi di tutta Europa, provocando un’onda diprotesta e il risveglio dei movimenti studenteschi. Per testimoniare l’importanza della cultura e della diffusione del sapere molti sono scesi per le strade reggendocartelli (la parola 'sign' in inglese è sinonimo sia di segno, di marchio che di cartellone), che riportavano citazioni di testi sull’educazione, l’abuso dipotere, l’ineguaglianza. Tra questi anche il movimento dei ‘Book Block’, ragazzi chereggono gigantografie di copertine di libri che sono stati influenti per delineare icontorni della contestazione, disegnate su scudi fai-da te che solitamente aprono icortei. La cultura diventa, così, un mezzo fisico e non solo metaforico con il quale esercitare un’azione di lotta.
Dal 1968 ad oggi la commistione tra pensiero filosofico e protesta di strada non si è mai persa, ed è in questo contesto che nasce il progetto di Adelita Husni-Bey per Il Cielo. Concentrandosi su alcuni testi filosofici e teorici che figurano nella collezione l’artista inserisce nelle pagine di alcuni volumi, conservati nell’archivio degli Incontri Internazionali, dieci disegni che rappresentano azioni di protesta svoltesi recentemente, realizzati ad inchiostro su carta trasparente. I disegni si integreranno all’interno del libro senza impedirne la fruizione, interrompendo solo temporaneamente il flusso della lettura e riportando il lettore all’utilizzo di quello stesso pensiero in un altro contesto, spostando la lettura da un piano privato e personale ad uno pubblico e di “azione”. L’invisibilità è una parte centrale del lavoro, gli studiosi che normalmente frequentano l’archivio degli Incontri Internazionali potrebbero trovarsi improvvisamente davanti a questi strani reperti incongrui.
I testi scelti sono dei richiami agli ideali generalizzati del movimento, i titoli in se richiamano la logica di lotta al capitalismo che sottintende l'atto fisico della protesta:
1. Keniston Giovani all'opposizione, mutamento, benessere, violenza Einaudi Pepaerbacks 1972
2. Johan Huizinga La crisi della civiltà Einaudi Editore 1970
3. Hans Magnus Enzensberger Contro l'industria culturale, materiali per una strategia socialista Guaraldi editore 1971
4. Georges Bataille L'azzurro del cielo Einaudi Letteratura 1969
5. Frantz Fanon I dannati della terra Einaudi Editore 1970
6. David Cooper La morte della famiglia, il nucleo familiare nella società capitalistica Nuovo Politecnico Einaudi 1972
7. Foucault Nascita della clinica, il ruolo della medicina nella costituzione delle scienze umane Einaudi Paperbacks 5_1969
8. Dario Fo Tutti uniti! Tutti Insieme ma scusa quello non è il padrone? (lotte operaie 1911-1922) Bertani editore 1972
9. AA.VV. Chi insegna a chi? Cronache della repressione nella scuola Serie politica 30 Einaudi 1972
10. AA.VV Dialettica della liberazione, integrazione e rifiuto nella società opulenta Nuovo Politecnico Einaudi 1972
Adelita Husni-Bey è un’artista Italo-Libica nata nel 1985. Ha studiato presso il Chelsea College of Art & Design, BA Fine Arts Hons (2003-2007) e la Goldsmiths University, Masters in Sociology and Urban Cultures (2009-2010). La sua ricerca si basa principalmente sulla riscoperta di frammenti di utopie praticabili e del loro contesto storico. Una pratica che richiede lunghi periodi di ricerca teorica e archivistica, ma soprattutto implica partecipazione attiva, sia di coloro che detengono tale memoria sia dei documenti che ne custodiscono la narrazione. Gli studi di sociologia, oltre a quelli dell’Accademia di Belle Arti, hanno permesso all’artista di sviluppare un forte senso d’impegno e coerenza, portandola a sviluppare progetti che si pongono in maniera critica rispetto ai prevalenti sistemi organizzativi delle società capitaliste in ambiti specifici quali il lavoro, l’educazione e l’edilizia abitativa. Attraverso questi progetti Adelita Husni-Bey cerca di ridefinire il ruolo dell’artista come figura ‘attiva’, non mero produttore di oggetti formali, ma generatore di dispositivi, favorendo, sia nel processo che nel display, l’effettiva costruzione di immaginari sociali alternativi. È attualmente impegnata nella creazione dell’archivio di una co-operativa sociale rasa al suolo nei lavori per le Olimpiadi di Londra.
Principali esposizioni: TRACK- A Contemporary City Conversation, presented by S.M.A.K museum, a cura di Mirjam Varadinis e Philippe Van Cauteren, Ghent; Right to Refusal a cura di Eva Kraus e Doreen Mende, Magazin4/ Kunstverein Bregenz, Bregenz; A Holiday from Rules a cura di Vincenzo De Bellis, 6ARTISTA, MACRO Roma; 100 di 50 a cura di Marco Scotini e Giacinto Di Pietrantonio, Milano; American Mountains a cura di Jamie George e Richard Whitby, alla Nunnery di Londra La Montagna Verde: dove? nel deserto, per dove? verso il nulla, a cura di Gabi Scardi presso Viafarini/ DOCVA, Milano
Premi e borse di studio: Adelita ha partecipato al XVI corso di Arti Visive presso la Fondazione Antonio Ratti, ha ricevuto la sponsorship del British Council, vinto la II edizione del progetto 6ARTISTA e l'ultima edizione del Premio Giovani Collezionisti a Roma Contemporary, con un’acquisizione da parte del MAXXI, e ottenuto finanziamenti tramite il fondo Movin up, per la mobilità dei giovani artisti. L’artista è recentemente stata invitata a frequentare l’Independent Study Program del Whitney a New York.
Il progetto dell’artista Italo-Libica fa parte de Il Cielo, ciclo di interventi site specific - avviato nel 2001 - che si succedono sul soffitto della Biblioteca degli Incontri Internazionali d’Arte, nella sede storica dell’Associazione a Palazzo Taverna. L’iniziativa vuole essere un omaggio a Graziella Lonardi Buontempo, fondatrice degli Incontri Internazionali d’Arte e ideatrice del ciclo Il Cielo.
Nel suo progetto per Il Cielo, dal titolo Signs of Protest - from Page to Street, Adelita Husni-Bey prende una chiara posizione nei confronti deirecenti tagli alla cultura e all’educazione che hanno caratterizzato i governi di tutta Europa, provocando un’onda diprotesta e il risveglio dei movimenti studenteschi. Per testimoniare l’importanza della cultura e della diffusione del sapere molti sono scesi per le strade reggendocartelli (la parola 'sign' in inglese è sinonimo sia di segno, di marchio che di cartellone), che riportavano citazioni di testi sull’educazione, l’abuso dipotere, l’ineguaglianza. Tra questi anche il movimento dei ‘Book Block’, ragazzi chereggono gigantografie di copertine di libri che sono stati influenti per delineare icontorni della contestazione, disegnate su scudi fai-da te che solitamente aprono icortei. La cultura diventa, così, un mezzo fisico e non solo metaforico con il quale esercitare un’azione di lotta.
Dal 1968 ad oggi la commistione tra pensiero filosofico e protesta di strada non si è mai persa, ed è in questo contesto che nasce il progetto di Adelita Husni-Bey per Il Cielo. Concentrandosi su alcuni testi filosofici e teorici che figurano nella collezione l’artista inserisce nelle pagine di alcuni volumi, conservati nell’archivio degli Incontri Internazionali, dieci disegni che rappresentano azioni di protesta svoltesi recentemente, realizzati ad inchiostro su carta trasparente. I disegni si integreranno all’interno del libro senza impedirne la fruizione, interrompendo solo temporaneamente il flusso della lettura e riportando il lettore all’utilizzo di quello stesso pensiero in un altro contesto, spostando la lettura da un piano privato e personale ad uno pubblico e di “azione”. L’invisibilità è una parte centrale del lavoro, gli studiosi che normalmente frequentano l’archivio degli Incontri Internazionali potrebbero trovarsi improvvisamente davanti a questi strani reperti incongrui.
I testi scelti sono dei richiami agli ideali generalizzati del movimento, i titoli in se richiamano la logica di lotta al capitalismo che sottintende l'atto fisico della protesta:
1. Keniston Giovani all'opposizione, mutamento, benessere, violenza Einaudi Pepaerbacks 1972
2. Johan Huizinga La crisi della civiltà Einaudi Editore 1970
3. Hans Magnus Enzensberger Contro l'industria culturale, materiali per una strategia socialista Guaraldi editore 1971
4. Georges Bataille L'azzurro del cielo Einaudi Letteratura 1969
5. Frantz Fanon I dannati della terra Einaudi Editore 1970
6. David Cooper La morte della famiglia, il nucleo familiare nella società capitalistica Nuovo Politecnico Einaudi 1972
7. Foucault Nascita della clinica, il ruolo della medicina nella costituzione delle scienze umane Einaudi Paperbacks 5_1969
8. Dario Fo Tutti uniti! Tutti Insieme ma scusa quello non è il padrone? (lotte operaie 1911-1922) Bertani editore 1972
9. AA.VV. Chi insegna a chi? Cronache della repressione nella scuola Serie politica 30 Einaudi 1972
10. AA.VV Dialettica della liberazione, integrazione e rifiuto nella società opulenta Nuovo Politecnico Einaudi 1972
Adelita Husni-Bey è un’artista Italo-Libica nata nel 1985. Ha studiato presso il Chelsea College of Art & Design, BA Fine Arts Hons (2003-2007) e la Goldsmiths University, Masters in Sociology and Urban Cultures (2009-2010). La sua ricerca si basa principalmente sulla riscoperta di frammenti di utopie praticabili e del loro contesto storico. Una pratica che richiede lunghi periodi di ricerca teorica e archivistica, ma soprattutto implica partecipazione attiva, sia di coloro che detengono tale memoria sia dei documenti che ne custodiscono la narrazione. Gli studi di sociologia, oltre a quelli dell’Accademia di Belle Arti, hanno permesso all’artista di sviluppare un forte senso d’impegno e coerenza, portandola a sviluppare progetti che si pongono in maniera critica rispetto ai prevalenti sistemi organizzativi delle società capitaliste in ambiti specifici quali il lavoro, l’educazione e l’edilizia abitativa. Attraverso questi progetti Adelita Husni-Bey cerca di ridefinire il ruolo dell’artista come figura ‘attiva’, non mero produttore di oggetti formali, ma generatore di dispositivi, favorendo, sia nel processo che nel display, l’effettiva costruzione di immaginari sociali alternativi. È attualmente impegnata nella creazione dell’archivio di una co-operativa sociale rasa al suolo nei lavori per le Olimpiadi di Londra.
Principali esposizioni: TRACK- A Contemporary City Conversation, presented by S.M.A.K museum, a cura di Mirjam Varadinis e Philippe Van Cauteren, Ghent; Right to Refusal a cura di Eva Kraus e Doreen Mende, Magazin4/ Kunstverein Bregenz, Bregenz; A Holiday from Rules a cura di Vincenzo De Bellis, 6ARTISTA, MACRO Roma; 100 di 50 a cura di Marco Scotini e Giacinto Di Pietrantonio, Milano; American Mountains a cura di Jamie George e Richard Whitby, alla Nunnery di Londra La Montagna Verde: dove? nel deserto, per dove? verso il nulla, a cura di Gabi Scardi presso Viafarini/ DOCVA, Milano
Premi e borse di studio: Adelita ha partecipato al XVI corso di Arti Visive presso la Fondazione Antonio Ratti, ha ricevuto la sponsorship del British Council, vinto la II edizione del progetto 6ARTISTA e l'ultima edizione del Premio Giovani Collezionisti a Roma Contemporary, con un’acquisizione da parte del MAXXI, e ottenuto finanziamenti tramite il fondo Movin up, per la mobilità dei giovani artisti. L’artista è recentemente stata invitata a frequentare l’Independent Study Program del Whitney a New York.
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