Shirin Neshat. Dreamers trilogy: llusions & Mirrors, Sarah, Roja
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© Shirin Neshat and Gladstone Gallery, New York and Brussels | Shirin Neshat, Roja
Dal 03 Ottobre 2021 al 09 Gennaio 2022
Ponzano Romano | Roma
Luogo: Chiesetta Santa Maria ad Nives
Indirizzo: Piazza S. Maria
Orari: martedì-domenica 11-13 / 16-19; prenotazione obbligatoria
Curatori: Graziano Menolascina e Annina Nosei
Costo del biglietto: Per accedere è necessario esibire la Certificazione verde Covid-19 (Green Pass) in formato analogico o digitale
Telefono per informazioni: +39 338 810 4448
E-Mail info: info@pracartecontemporanea.it
Il PRAC è lieto di annunciare domenica 3 ottobre 2021, alle ore 10:00, l’apertura del nuovo progetto espositivo “Dreamers trilogy: llusions & Mirrors, Sarah, Roja” ideato dall’artista iraniana Shirin Neshat, curato da Graziano Menolascina ed Annina Nosei e supportato dalla Gladstone Gallery di New York e Bruxelles per gli spazi della prestigiosa Chiesetta Santa Maria ad Nives nel cuore del Borgo Medievale di Ponzano Romano.
Shirin Neshat internazionalmente nota per i lavori filmici e le serie fotografiche con cui esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella cultura iraniana. Le sue eleganti e rigorose costruzioni filmiche le sono valse, nel 2009, il Leone d’Argento per la migliore regia alla Mostra del Cinema di Venezia con il lungometraggio Uomini senza donne. Sempre a Venezia, ma nell’ambito della Biennale d’Arte, già nel 1999 Neshat aveva ricevuto il Leone d’Oro come migliore artista internazionale.
Dreamers é un’opera video composta da tre cortometraggi, i quali narrano il mondo dei sogni delle donne iraniane, in netto contrasto con la dura realtà della loro cultura. Queste opere attingono all’esperienza di Shirin Neshat in quanto donna fuori dagli schemi, attraversando luoghi e culture senza mai volerne far parte.
I Personaggi e le loro narrazioni sognanti sono proiezioni dell’artista stessa, in cui riflette i suoi sogni e i suoi incubi, esplorando le ansie alla radice dell’esperienza transculturale del migrante e del rifugiato, come un segmento crescente della popolazione del mondo contemporaneo.
Neshat apprende dal lavoro di Man Ray l’uso di una lastra di vetro davanti all’obiettivo della fotocamera per distorcere l’immagine, una tecnica che Neshat impiega in Illusions & Mirrors per indicare lo spazio onirico deformato e indistinto, alterando così l’immagine del mondo reale.
Illusions & Mirrors, 2013, il primo video della suite, ha come protagonista l’attrice Natalie Portman. La quale è guidata da una figura sfocata lontana sull’archetipo onirico della spiaggia, con le onde che si infrangono sul bagnasciuga e le dune di sabbia accarezzate dal vento, verso una dimora signorile in rovina. Neshat rinuncia al linguaggio parlato e usa invece gli effetti visivi per creare un’atmosfera surreale.
Sarah, 2016, secondo video della suite, vede come protagonista Sarah è interpretata da Sara Issakharian, un’artista di origine iraniana. L’opera è ambientata in una fitta foresta luogo misterioso e inconoscibile. Il cortometraggio è composto da un susseguirsi di scene non lineari e i cambiamenti della prospettiva della telecamera, creano una sensazione disorientante di un sogno ricorrente.
Roja, 2016, ultimo video della suite, la narrazione è più esplicitamente focalizzata sull’Iran e sui sogni di Neshat. Sia Roja che Sarah non presentano attori; nel caso della scrittrice Roja Roja Heydarpour, lei stessa un’immigrata iraniana di prima generazione in America. In quanto tali, entrambi i lavori riecheggiano la biografia di Neshat. Roja, in particolare, può essere letta come l’inconscio che cerca di conciliare la sua identità; il suo rapporto con la cultura americana e la sua identificazione con un paese d’origine che non esiste più, se non come isola di nostalgia e memoria.
Attraverso questi tre video installazioni, Neshat ricrea una costellazione instabile e affascinante dello spazio onirico, invitando il pubblico a viaggiare con lei attraverso una vita interiore verso una destinazione definita dall’incertezza.
Shirin Neshat internazionalmente nota per i lavori filmici e le serie fotografiche con cui esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella cultura iraniana. Le sue eleganti e rigorose costruzioni filmiche le sono valse, nel 2009, il Leone d’Argento per la migliore regia alla Mostra del Cinema di Venezia con il lungometraggio Uomini senza donne. Sempre a Venezia, ma nell’ambito della Biennale d’Arte, già nel 1999 Neshat aveva ricevuto il Leone d’Oro come migliore artista internazionale.
Dreamers é un’opera video composta da tre cortometraggi, i quali narrano il mondo dei sogni delle donne iraniane, in netto contrasto con la dura realtà della loro cultura. Queste opere attingono all’esperienza di Shirin Neshat in quanto donna fuori dagli schemi, attraversando luoghi e culture senza mai volerne far parte.
I Personaggi e le loro narrazioni sognanti sono proiezioni dell’artista stessa, in cui riflette i suoi sogni e i suoi incubi, esplorando le ansie alla radice dell’esperienza transculturale del migrante e del rifugiato, come un segmento crescente della popolazione del mondo contemporaneo.
Neshat apprende dal lavoro di Man Ray l’uso di una lastra di vetro davanti all’obiettivo della fotocamera per distorcere l’immagine, una tecnica che Neshat impiega in Illusions & Mirrors per indicare lo spazio onirico deformato e indistinto, alterando così l’immagine del mondo reale.
Illusions & Mirrors, 2013, il primo video della suite, ha come protagonista l’attrice Natalie Portman. La quale è guidata da una figura sfocata lontana sull’archetipo onirico della spiaggia, con le onde che si infrangono sul bagnasciuga e le dune di sabbia accarezzate dal vento, verso una dimora signorile in rovina. Neshat rinuncia al linguaggio parlato e usa invece gli effetti visivi per creare un’atmosfera surreale.
Sarah, 2016, secondo video della suite, vede come protagonista Sarah è interpretata da Sara Issakharian, un’artista di origine iraniana. L’opera è ambientata in una fitta foresta luogo misterioso e inconoscibile. Il cortometraggio è composto da un susseguirsi di scene non lineari e i cambiamenti della prospettiva della telecamera, creano una sensazione disorientante di un sogno ricorrente.
Roja, 2016, ultimo video della suite, la narrazione è più esplicitamente focalizzata sull’Iran e sui sogni di Neshat. Sia Roja che Sarah non presentano attori; nel caso della scrittrice Roja Roja Heydarpour, lei stessa un’immigrata iraniana di prima generazione in America. In quanto tali, entrambi i lavori riecheggiano la biografia di Neshat. Roja, in particolare, può essere letta come l’inconscio che cerca di conciliare la sua identità; il suo rapporto con la cultura americana e la sua identificazione con un paese d’origine che non esiste più, se non come isola di nostalgia e memoria.
Attraverso questi tre video installazioni, Neshat ricrea una costellazione instabile e affascinante dello spazio onirico, invitando il pubblico a viaggiare con lei attraverso una vita interiore verso una destinazione definita dall’incertezza.
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