SANTUARIO SIRIACO DEL GIANICOLO. DALLE LEGGENDE DELLE ORIGINI DI ROMA A L LA TARDA ANTICHITÀ
Dal 13 Ottobre 2024 al 10 Novembre 2024
Roma
Luogo: Santuario Siriaco del Gianicolo
Indirizzo: Via Dandolo 47
Orari: 9.30 – 12.30
Enti promotori:
- MIC - SOPRINTENDENZA SPECIALE DI ROMA ARCHEOLOGIA BELLE ARTI PAESAGGIO
Costo del biglietto: VISITA LIBERA E GRATUITA, PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA VIA MAIL
E-Mail info: ss-abap-rm.santuariosiriaco@cultura.gov.it
Riapre le sue porte al pubblico il Santuario Siriaco del Gianicolo con quattro giornate di visite gratuite, tra ottobre e novembre, in un luogo che dalle origini di Roma fino alla tarda antichità è stato testimone della ascesa e della caduta delle religioni pagane.
Situato nel Rione Trastevere alle falde di Villa Sciarra, secondo le fonti antiche il luogo del bosco e della fonte sacri alla ninfa Furrina, dove Caio Gracco si diede la morte nel 121 avanti Cristo, il santuario venne costruito nel IV secolo dopo Cristo e sorge sui resti di edifici precedenti, del I-II secolo dopo Cristo.
«È una riapertura molto attesa – spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma – che dopo cinque anni permetterà al pubblico di accedere a questa area archeologica, prima che diventi oggetto di importanti interventi PNRR: verranno realizzati la messa in sicurezza e il restauro delle strutture e sarà possibile allestire uno spazio espositivo e un punto di accoglienza nella ex casa del custode».
Scoperto nel 1906 contestualmente a iscrizioni legate al culto di divinità orientali, il Santuario è stato oggetto per oltre cento anni di indagini archeologiche e studi per capirne la funzione. Il complesso, inizialmente considerato un luogo di culti siriaci, dopo gli ultimi studi e scavi avvenuti a partire dal 2000 è oggi interpretato come dedicato a Osiride.
A suffragare questa ipotesi è una statuetta in bronzo, alta 50 cm, di una figura maschile avvolta nelle spire di un serpente, scoperta in un ambiente sotterraneo e identificabile, per caratteristiche e tipo di deposizione, con Osiride - statuetta oggi esposta al Museo Nazionale Romano.
«Siamo felici di riaprire le porte del cosiddetto Santuario Siriaco nell'ambito del piano di valorizzazione della Soprintendenza Speciale di Roma - dice Rocco Bochicchio, responsabile del sito – si tratta di un luogo dal grande fascino, collegato alla permanenza di culti pagani in un'area commerciale e produttiva connessa con gli scali fluviali e i mercati dell’antica Roma».
La particolarità del complesso risiede nel fatto che, con ogni probabilità, non era un tempio pubblico ma un edificio privato, al cui interno si svolgeva il culto, dopo che con l’Editto di Tessalonica del 380 Teodosio aveva proibito ogni forma di paganesimo.
Situato nel Rione Trastevere alle falde di Villa Sciarra, secondo le fonti antiche il luogo del bosco e della fonte sacri alla ninfa Furrina, dove Caio Gracco si diede la morte nel 121 avanti Cristo, il santuario venne costruito nel IV secolo dopo Cristo e sorge sui resti di edifici precedenti, del I-II secolo dopo Cristo.
«È una riapertura molto attesa – spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma – che dopo cinque anni permetterà al pubblico di accedere a questa area archeologica, prima che diventi oggetto di importanti interventi PNRR: verranno realizzati la messa in sicurezza e il restauro delle strutture e sarà possibile allestire uno spazio espositivo e un punto di accoglienza nella ex casa del custode».
Scoperto nel 1906 contestualmente a iscrizioni legate al culto di divinità orientali, il Santuario è stato oggetto per oltre cento anni di indagini archeologiche e studi per capirne la funzione. Il complesso, inizialmente considerato un luogo di culti siriaci, dopo gli ultimi studi e scavi avvenuti a partire dal 2000 è oggi interpretato come dedicato a Osiride.
A suffragare questa ipotesi è una statuetta in bronzo, alta 50 cm, di una figura maschile avvolta nelle spire di un serpente, scoperta in un ambiente sotterraneo e identificabile, per caratteristiche e tipo di deposizione, con Osiride - statuetta oggi esposta al Museo Nazionale Romano.
«Siamo felici di riaprire le porte del cosiddetto Santuario Siriaco nell'ambito del piano di valorizzazione della Soprintendenza Speciale di Roma - dice Rocco Bochicchio, responsabile del sito – si tratta di un luogo dal grande fascino, collegato alla permanenza di culti pagani in un'area commerciale e produttiva connessa con gli scali fluviali e i mercati dell’antica Roma».
La particolarità del complesso risiede nel fatto che, con ogni probabilità, non era un tempio pubblico ma un edificio privato, al cui interno si svolgeva il culto, dopo che con l’Editto di Tessalonica del 380 Teodosio aveva proibito ogni forma di paganesimo.
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