Rinascere dalle distruzioni. Ebla, Nimrud, Palmira
Dal 07 Ottobre 2016 al 11 Dicembre 2016
Roma
Luogo: Colosseo
Indirizzo: piazza del Colosseo 1
Orari: 8.30–18.30 dal 8 al 29 ottobre; ultimo ingresso 17.30. 8.30–17.30 dal 30 ottobre al 11 dicembre; ultimo ingresso 16.30. Il monumento chiude un’ora dopo l’orario dell’ultimo ingresso
Curatori: Francesco Rutelli, Paolo Matthiae
Enti promotori:
- Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma
- Patrocinio di Unesco
Costo del biglietto: intero € 12, ridotto € 7,50 comprensivo delle mostre in corso nell’area archeologica Foro Romano – Palatino – Colosseo. Riduzioni e gratuità secondo la normativa vigente. Lo stesso biglietto consente l’accesso al Colosseo, al Foro romano e al Palatino. È valido 2 giorni per un solo ingresso al Colosseo e un solo ingresso al Foro Romano-Palatino
Telefono per informazioni: +39.06.39967700
Sito ufficiale: http://www.archeoroma.beniculturali.it
Il Toro di Nimrud con la testa dalle fattezze umane non esiste più. Polverizzato. Del soffitto del Tempio di Bel a Palmira restano frammenti. La sala dell’archivio di Stato del Palazzo di Ebla, che custodiva 17.000 tavolette cuneiformi, versa in grave stato di abbandono.
Con un eccezionale lavoro di ricostruzione in scala 1:1 realizzato in Italia, i tre monumenti rivivono al Colosseo - dal 7 ottobre all’11 dicembre 2016 - nella mostra “Rinascere dalle distruzioni. Ebla, Nimrud, Palmira”.
Questi tre importantissimi manufatti distrutti, danneggiati o sviliti dalle guerre e dalla furia iconoclasta nel vicino Oriente si ergono nuovamente davanti ai milioni di visitatori del Colosseo. Lo scopo è sensibilizzare il pubblico internazionale alla conoscenza, alla cultura e alla salvaguardia di luoghi e monumenti, patrimonio dell’umanità. Un modo anche per favorire il dibattito sulla ricostruzione di quanto viene distrutto, e sul restauro di quanto resta.
L’esposizione, che ha il Patrocinio dell’Unesco, è ideata e curata da Francesco Rutelli e Paolo Matthiae con l’impegno dell’Associazione Incontro di Civiltà e il fondamentale sostegno della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, promossa e realizzata dalla Soprintendenza Speciale per Il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma, con Electa. Il significato della mostra, che va oltre la sfera culturale, è sottolineato dalla visita in anteprima del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla presenza del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni e del Ministro dei Beni e della Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini.
La rinascita di questi monumenti, clamorose testimonianze delle antiche civiltà del Medio Oriente e del loro profondo rapporto culturale con il Mediterraneo, è stata possibile grazie al lavoro altamente qualificato e specializzato svolto da tre aziende italiane, con il ricorso a tecnologie innovative. Tutta la lavorazione è stata eseguita sotto la guida di un comitato scientifico di archeologi e storici dell’arte.
A tale proposito un eccezionale prestito suggella la riflessione che la mostra propone. Sono due altorilievi provenienti da Palmira, violentemente danneggiati dalla furia iconoclasta. I ritratti panneggiati di un uomo e una donna, scolpiti nella pietra, riportano profonde ferite. Dopo la mostra saranno presi in consegna dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per essere restaurati e riconsegnati poi al Museo Nazionale di Damasco.
La mostra si completa con un affascinante video installazione firmata da Studio Azzurro, che contribuisce a immergere lo spettatore nelle atmosfere assolate dei paesi dei tre monumenti ricostruiti: Siria e Iraq. Gli occhi delle persone incontrate e riprese in quelle terre, da custodi di una memoria condivisa, sono adesso divenuti gli attoniti testimoni della sua distruzione. Media Partner della mostra è Sky ARTE HD.
Rinascere dalle distruzioni Il patrimonio culturale, materiale e immateriale, è un patrimonio universale dell’Umanità. I beni del patrimonio sono i fon- damenti dell’identità dei popoli, ma, al tempo stesso, sono la fonte del dialogo, della convivenza e della comprensione tra i popoli, perché la diversità delle culture è una ricchezza inestimabile dell’Umanità nel suo complesso. I beni del patrimonio culturale, giunti fino a noi nonostante le infinite distruzioni perpetrate nelle tempeste della storia, senza distinzione di lingua, cultura, sesso e religione, devono essere conservati e tutelati per le generazioni presenti e future.
Nella storia le distruzioni dei beni artistici, archivistici, architettonici, urbanistici, talora solo serie, spesso assai gravi, assai spesso catastrofiche, hanno colpito il patrimonio culturale dell’Umanità in ogni parte del pianeta. Quanto è giunto fino a noi di quel patrimonio è fatalmente solo una percentuale irrisoria di quanto il talento umano ha creato dalle più remote età della Preistoria e dagli inizi della Civiltà.
La Convenzione di Londra firmata il 16 novembre 1945, atto istitutivo dell’UNESCO, proclamava che l’economia e la politica possono creare tensioni tra le Nazioni e gli Stati, mentre la cultura è il fondamento della Pace.
È in nome della Pace che i beni del patrimonio culturale dell’Umanità si caratterizzano per l’universalità, l’uguaglianza e l’intangibilità.
Quando danneggiati o distrutti, è dovere dell’Umanità, come è avvenuto per il centro storico di Dresda in Germania, per il Palazzo Peterhof presso San Pietroburgo in Russia, per l’Abbazia di Montecassino in Italia, che siano ricostruiti con totale fedeltà agli originali nello stato del tempo delle distruzioni, secondo le più sofisticate tecniche contemporanee.
La mostra propone la ricostruzione 1:1 di tre importanti monumenti distrutti nel corso dei tragici eventi che da oltre 5 anni stanno insanguinando il Vicino Oriente – il toro androcefalo dal Palazzo Nord-Ovest di Nimrud (Iraq), la Sala d’Archivio di Ebla (Siria) e il soffitto della cella del Tempio di Bel a Palmira (Siria). Il Palazzo Nord-Ovest può essere considerato la Versailles del mondo assiro, il luogo dove venne inventato il rilievo storico, con la rappresentazione delle imprese militari del sovrano su grandi lastre di alabastro: a guardia della Sala del Trono il possente toro a testa umana doveva intimorire nemici umani e divini.
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