Presentazione volume Giuliano Briganti - Roberto Longhi
Dal 06 Maggio 2022 al 06 Maggio 2022
Roma
Luogo: Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Indirizzo: Viale Belle Arti 131
Telefono per informazioni: +39 06 32298221
Sito ufficiale: http://lagallerianazionale.com
enerdì 6 maggio, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea presenta il volume Giuliano Briganti - Roberto Longhi, curato da Giovanni Agosti e pubblicato da Archinto. L’evento è impreziosito dalle letture di Massimo Popolizio.
Il lungo e ininterrotto dialogo tra i due intellettuali prende corpo nell’antologia di scritti che in quasi quarant’anni Briganti ha dedicato al grande studioso: una sorta di esame di coscienza, in pubblico, sulla natura dei rapporti tra maestro e allievo.
I testi, raccolti da Giovanni Agosti, coprono l’arco temporale che corre dalla celebrazione di Longhi, nel 1955, sulle pagine della «Fiera letteraria», fino ai molti interventi pubblicati sulle pagine de «la Repubblica», quotidiano cui Briganti ha dedicato decenni della sua attività, cercando di mettere a punto uno stile di informazione accessibile e chiaro, non vanamente polemico, ma sempre percorso da una forte tensione civile.
In questo campionario di scritture non manca una prova narrativa, in cui il ricorso al sogno è un altro modo per affrontare l’ombra del Maestro. Sullo sfondo, scorre il panorama della storia dell’arte in Italia nel secondo Novecento, tra editoria, università e inesorabile, progressiva, perdita di autorevolezza culturale.
Massimo Popolizio leggerà alcuni passi tratti da Le strade dell’Anatolia, una prosa d’invenzione di Giuliano Briganti nonché un “regalo” per sua moglie, ripubblicato ora nel libro. Il racconto, «un piccolo racconto dove non vi è altro insegnamento che quello offerto dalla libera fantasia», venne accluso al catalogo della mostra organizzata da Luisa Laureati nel 1989 presso la Galleria dell’Oca, dal titolo di ispisrazione calviniana Se una sera d’autunno un artista volesse inventare un oggetto da regalare… che coinvolse venti artisti: Carla Accardi, Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giosetta Fioroni, Giuseppe Gallo, Luisa Gardini, Piero Gilardi, Eliseo Mattiacci, Maurizio Mochetti, Elisa Montessori, Nunzio, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Piero Pizzi Cannella, Annie Ratti, Giuseppe Salvatori, Salvo, Mario Schifano, Marco Tirelli, Carmine Tornincasa.
Giuliano Briganti (1918-1992), laureatosi a Roma con Pietro Toesca con una tesi su Pellegrino Tibaldi, è stato allievo di Roberto Longhi e suo assistente a Firenze nei primi anni Quaranta del Novecento. Ha insegnato Storia dell’arte moderna, prima, e contemporanea, poi, all’università di Siena e, dal 1983 Storia dell’arte moderna all’università di Roma. Ha scritto alcuni libri fondamentali: La Maniera italiana (1961), Pietro da Cortona o della pittura barocca (1962), Gaspar van Wittel e l’origine della veduta settecentesca (1966) e I pittori dell’immaginario (1977). Dal 1965 al 1968 è stato collaboratore de «L’Espresso» e, dal 1976 fino alla morte, de «la Repubblica».
Archinto nel 2007 ha pubblicato Affinità, a cura di Laura Laureati, cronistoria di incontri che hanno segnato la vita dell’uomo e dello studioso.
Roberto Longhi (1890-1970), allievo di Pietro Toesca e Adolfo Venturi, è stato uno storico e critico d’arte. Fin dagli esordi si è rivelato personalità di primo piano nella cultura italiana, anche attraverso la collaborazione a riviste quali «La Voce» e «Vita artistica» e alla creazione di nuove riviste come «Proporzioni» e «Paragone». Importantissimi i saggi dedicati a Caravaggio (Ultimi studi su Caravaggio e la sua cerchia, 1943 e il catalogo della Mostra del Caravaggio e dei Caravaggeschi del 1951) e Piero della Francesca (1927 e nuove edizioni fino al 1962). Professore di Storia dell’arte alle università di Bologna e Firenze, ha contribuito, spesso con apporti critici fondamentali, all’organizzazione di grandi mostre.
Il lungo e ininterrotto dialogo tra i due intellettuali prende corpo nell’antologia di scritti che in quasi quarant’anni Briganti ha dedicato al grande studioso: una sorta di esame di coscienza, in pubblico, sulla natura dei rapporti tra maestro e allievo.
I testi, raccolti da Giovanni Agosti, coprono l’arco temporale che corre dalla celebrazione di Longhi, nel 1955, sulle pagine della «Fiera letteraria», fino ai molti interventi pubblicati sulle pagine de «la Repubblica», quotidiano cui Briganti ha dedicato decenni della sua attività, cercando di mettere a punto uno stile di informazione accessibile e chiaro, non vanamente polemico, ma sempre percorso da una forte tensione civile.
In questo campionario di scritture non manca una prova narrativa, in cui il ricorso al sogno è un altro modo per affrontare l’ombra del Maestro. Sullo sfondo, scorre il panorama della storia dell’arte in Italia nel secondo Novecento, tra editoria, università e inesorabile, progressiva, perdita di autorevolezza culturale.
Massimo Popolizio leggerà alcuni passi tratti da Le strade dell’Anatolia, una prosa d’invenzione di Giuliano Briganti nonché un “regalo” per sua moglie, ripubblicato ora nel libro. Il racconto, «un piccolo racconto dove non vi è altro insegnamento che quello offerto dalla libera fantasia», venne accluso al catalogo della mostra organizzata da Luisa Laureati nel 1989 presso la Galleria dell’Oca, dal titolo di ispisrazione calviniana Se una sera d’autunno un artista volesse inventare un oggetto da regalare… che coinvolse venti artisti: Carla Accardi, Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giosetta Fioroni, Giuseppe Gallo, Luisa Gardini, Piero Gilardi, Eliseo Mattiacci, Maurizio Mochetti, Elisa Montessori, Nunzio, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Piero Pizzi Cannella, Annie Ratti, Giuseppe Salvatori, Salvo, Mario Schifano, Marco Tirelli, Carmine Tornincasa.
Giuliano Briganti (1918-1992), laureatosi a Roma con Pietro Toesca con una tesi su Pellegrino Tibaldi, è stato allievo di Roberto Longhi e suo assistente a Firenze nei primi anni Quaranta del Novecento. Ha insegnato Storia dell’arte moderna, prima, e contemporanea, poi, all’università di Siena e, dal 1983 Storia dell’arte moderna all’università di Roma. Ha scritto alcuni libri fondamentali: La Maniera italiana (1961), Pietro da Cortona o della pittura barocca (1962), Gaspar van Wittel e l’origine della veduta settecentesca (1966) e I pittori dell’immaginario (1977). Dal 1965 al 1968 è stato collaboratore de «L’Espresso» e, dal 1976 fino alla morte, de «la Repubblica».
Archinto nel 2007 ha pubblicato Affinità, a cura di Laura Laureati, cronistoria di incontri che hanno segnato la vita dell’uomo e dello studioso.
Roberto Longhi (1890-1970), allievo di Pietro Toesca e Adolfo Venturi, è stato uno storico e critico d’arte. Fin dagli esordi si è rivelato personalità di primo piano nella cultura italiana, anche attraverso la collaborazione a riviste quali «La Voce» e «Vita artistica» e alla creazione di nuove riviste come «Proporzioni» e «Paragone». Importantissimi i saggi dedicati a Caravaggio (Ultimi studi su Caravaggio e la sua cerchia, 1943 e il catalogo della Mostra del Caravaggio e dei Caravaggeschi del 1951) e Piero della Francesca (1927 e nuove edizioni fino al 1962). Professore di Storia dell’arte alle università di Bologna e Firenze, ha contribuito, spesso con apporti critici fondamentali, all’organizzazione di grandi mostre.
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