Potato Variations
Lorenzo Lupano, Potato Variations, Extraspazio, Roma
Dal 19 Marzo 2012 al 27 Aprile 2012
Roma
Luogo: Extraspazio
Indirizzo: via San Francesco di Sales 16/a
Orari: dal martedì al sabato 15.30-19.30 e su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 06 68210655
E-Mail info: info@extraspazio.it
Sito ufficiale: http://www.extraspazio.it
e x t r a s p a z i o inaugura lunedì 19 marzo Potato Variations, prima mostra personale in galleria di Lorenzo Lupano (Roma, 1970).
Per accedere a Potato Variations attraversiamo un corridoio buio nel quale incontriamo una nicchia contenente una minuscola camera da letto. Lo spazio angusto e il lettino in miniatura sono occupati da un inquietante ingombro nero.
Benvenuti nel mondo sghembo di Lorenzo Lupano.
In alto, alcune scimmie galleggiano nel riverbero livido di due piccoli laghi turchesi. Giù sul pavimento troviamo le zampe ancora divaricate di una rana gigante. Sembra quasi sia stata sdraiata comodamente supina e poi improvvisamente disintegrata: le gambe qui e oggi, il resto chissà dove e quando. Accanto, patate grandi come angurie germogliano un verde acido e luminoso e sui muri piccole frane di terra trascinano in galleria, nel bagliore di rape bianche, radici secche.
Armato di ditale, ago da tappezziere, pinze, trapano, sega elettrica e videocamera, Lupano piega, storce, taglia, cuce e incolla un gran numero di materiali facendo il verso al mondo per come gli appare, cercando di estorcere, emulando, almeno qualche frammento di verità.
A volte si paragona a una talpa che esplora un vasto territorio sconosciuto ma in un modo opposto all’accidioso protagonista senza nome delle Memorie dal sottosuolo di Fëdor Michailovi? Dostoevskij, il quale sostiene che l'esser troppo consapevoli è una malattia, un'autentica, assoluta malattia,
Lorenzo Lupano si diverte a ingaggiare una sorta di lotta corpo a corpo con la realtà per carpirne i segreti.
Di questo gioco apparentemente leggero ma affatto innocente fa parte la tecnica di boicottare ogni sistematicità della propria esplorazione con calcolate distrazioni e amnesie, nella speranza di trovare, a sorpresa, piste inattese.
Lupano conosce bene i precedenti illustri di un gioco a rischio come questo. Per il suo lavoro si appropria, adattandoli alle proprie esigenze, di metodi come quello del J. S. Bach che si diverte a guastare la perfetta struttura simmetrico – modulare delle Variazioni Goldberg (di qui il titolo della mostra) con una canzoncina ‘very pop’ come Cavoli e rape rosse mi hanno sviato da te.
Per ridurre il rischio preziosità (ma forse anche per enfatizzarla) di una serie di piccoli disegni e annotazioni strappati dai suoi diari, ci costringe a inchinarci per vederli da vicino, tanto li monta in basso sulla parete e li lascia in balia dello straccio bagnato che pulisce il pavimento; chissà se non cancelli o aggiunga degli elementi, cambi la rotta, così, a caso o a sorpresa.
Incontriamo coincidenze tra l’arte e la realtà per come ci appare nel troppo piccolo e troppo grande, troppo lento e troppo veloce dell’attuale catalogazione di Lupano, lasciata provvisoria intenzionalmente e con apparente incuria del tempo.
E mentre su una parete la visiera del berretto rosso dell’artista, lunga come la lancetta di un orologio da campanile, gira lentamente senza segnare alcuna ora, due sculture chiamate Miopi (scatole fornite da occhi a imbuto come cineprese disegnate da un bambino), fissano perplesse il vuoto alla ricerca di un senso e, proiettata in un angolo, la miniatura del cappotto di Lupano si agita ferma sul posto.
Guido Schlinkert
Lorenzo Lupano è nato a Roma nel 1970. Vive e lavora a Roma. Tra le sue mostre personali ricordiamo: Tendre Torture, True Hate, La Rochelle (2008); Hai visto mai, Officina 14, Roma (2007); Terrapieno, L'Affiche, Milano (2006). Tra le collettive cui ha preso parte: Aggetti - Progettazioni - Proiezioni - Prominenze - Protuberanze – Sporgenze, e x t r a s p a z i o, Roma (2010); Hangar .09 Flying Circus, Creative Room, Roma (2009); 2Video ad Altomonte, Palazzo Battaglia, Altomonte (2009); Roma Caput Pop, Mondopop, Roma (2008); Lorenzo Lupano, Lucio Mele, Fabio Viale, Il Segno, Roma (2006); Il museo dei balocchi, GAMUD, Udine (2006).
Per accedere a Potato Variations attraversiamo un corridoio buio nel quale incontriamo una nicchia contenente una minuscola camera da letto. Lo spazio angusto e il lettino in miniatura sono occupati da un inquietante ingombro nero.
Benvenuti nel mondo sghembo di Lorenzo Lupano.
In alto, alcune scimmie galleggiano nel riverbero livido di due piccoli laghi turchesi. Giù sul pavimento troviamo le zampe ancora divaricate di una rana gigante. Sembra quasi sia stata sdraiata comodamente supina e poi improvvisamente disintegrata: le gambe qui e oggi, il resto chissà dove e quando. Accanto, patate grandi come angurie germogliano un verde acido e luminoso e sui muri piccole frane di terra trascinano in galleria, nel bagliore di rape bianche, radici secche.
Armato di ditale, ago da tappezziere, pinze, trapano, sega elettrica e videocamera, Lupano piega, storce, taglia, cuce e incolla un gran numero di materiali facendo il verso al mondo per come gli appare, cercando di estorcere, emulando, almeno qualche frammento di verità.
A volte si paragona a una talpa che esplora un vasto territorio sconosciuto ma in un modo opposto all’accidioso protagonista senza nome delle Memorie dal sottosuolo di Fëdor Michailovi? Dostoevskij, il quale sostiene che l'esser troppo consapevoli è una malattia, un'autentica, assoluta malattia,
Lorenzo Lupano si diverte a ingaggiare una sorta di lotta corpo a corpo con la realtà per carpirne i segreti.
Di questo gioco apparentemente leggero ma affatto innocente fa parte la tecnica di boicottare ogni sistematicità della propria esplorazione con calcolate distrazioni e amnesie, nella speranza di trovare, a sorpresa, piste inattese.
Lupano conosce bene i precedenti illustri di un gioco a rischio come questo. Per il suo lavoro si appropria, adattandoli alle proprie esigenze, di metodi come quello del J. S. Bach che si diverte a guastare la perfetta struttura simmetrico – modulare delle Variazioni Goldberg (di qui il titolo della mostra) con una canzoncina ‘very pop’ come Cavoli e rape rosse mi hanno sviato da te.
Per ridurre il rischio preziosità (ma forse anche per enfatizzarla) di una serie di piccoli disegni e annotazioni strappati dai suoi diari, ci costringe a inchinarci per vederli da vicino, tanto li monta in basso sulla parete e li lascia in balia dello straccio bagnato che pulisce il pavimento; chissà se non cancelli o aggiunga degli elementi, cambi la rotta, così, a caso o a sorpresa.
Incontriamo coincidenze tra l’arte e la realtà per come ci appare nel troppo piccolo e troppo grande, troppo lento e troppo veloce dell’attuale catalogazione di Lupano, lasciata provvisoria intenzionalmente e con apparente incuria del tempo.
E mentre su una parete la visiera del berretto rosso dell’artista, lunga come la lancetta di un orologio da campanile, gira lentamente senza segnare alcuna ora, due sculture chiamate Miopi (scatole fornite da occhi a imbuto come cineprese disegnate da un bambino), fissano perplesse il vuoto alla ricerca di un senso e, proiettata in un angolo, la miniatura del cappotto di Lupano si agita ferma sul posto.
Guido Schlinkert
Lorenzo Lupano è nato a Roma nel 1970. Vive e lavora a Roma. Tra le sue mostre personali ricordiamo: Tendre Torture, True Hate, La Rochelle (2008); Hai visto mai, Officina 14, Roma (2007); Terrapieno, L'Affiche, Milano (2006). Tra le collettive cui ha preso parte: Aggetti - Progettazioni - Proiezioni - Prominenze - Protuberanze – Sporgenze, e x t r a s p a z i o, Roma (2010); Hangar .09 Flying Circus, Creative Room, Roma (2009); 2Video ad Altomonte, Palazzo Battaglia, Altomonte (2009); Roma Caput Pop, Mondopop, Roma (2008); Lorenzo Lupano, Lucio Mele, Fabio Viale, Il Segno, Roma (2006); Il museo dei balocchi, GAMUD, Udine (2006).
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