Piranesi. La fabbrica dell'utopia
Dal 16 Giugno 2017 al 15 Ottobre 2017
Roma
Luogo: Museo di Roma di Palazzo Braschi
Indirizzo: Piazza Navona 2
Orari: Mar - Dom 10 - 19 | La biglietteria chiude un'ora prima
Curatori: Luigi Ficacci, Simonetta Tozzi
Enti promotori:
- Roma Capitale
- Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Costo del biglietto: Intero 9 € | Ridotto 7 € | Scuole 4 € | Famiglie 22 € | Museo di Roma + Mostra per non residenti a Roma 15 / 11 € | Residenti 10 / 14 € | Gratuito al di sotto dei 6 anni; ai portatori di handicap e al loro accompagnatore; alle guide turistiche dell'Unione Europea; agli interpreti turistici dell'Unione Europea quando occorra la loro opera a fianco della guida, mediante esibizione di valida licenza rilasciata dalla competente autorità; ai membri dell'ICOM e altre categorie
Telefono per informazioni: +39 060608
E-Mail info: museodiroma@comune.roma.it
Sito ufficiale: http://www.museodiroma.it
Con una scelta espositiva di oltre 200 opere grafiche, equamente ripartite tra la Fondazione Giorgio Cini e le collezioni del Museo di Roma di Palazzo Braschi, è data piena illustrazione alla variegata attività di Giovan Battista Piranesi (1720-1778), il grande incisore e architetto votato alla riscoperta dell’archeologia, che applicò la matrice vedutistica della propria formazione veneta a una immediata passione per le grandiose rovine di Roma, dove si trasferì nel 1740.
La mostra “Piranesi. La fabbrica dell’utopia” promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, con l’organizzazione dell’Associazione MetaMorfosi e Zètema Progetto Cultura, è a cura di Luigi Ficacci e Simonetta Tozzi e presenta un’ampia selezione delle opere più significative del grande veneziano, straordinario incisore all’acquaforte e figura centrale per la cultura figurativa del Settecento europeo.
L’esposizione sarà ospitata dal Museo di Roma Palazzo Braschi dal 16 giugno al 15 ottobre 2017. Catalogo De Luca Editori d’Arte.
La sua vastissima produzione acquafortistica, caratterizzata da visioni prospettiche scenograficamente esasperate e da violenti effetti luministici, ne fecero uno degli artisti di maggior successo in un mercato artistico in veloce espansione qual era quello romano nel periodo culminante del Grand Tour internazionale.
Il percorso fra le sue opere più celebri vede quindi esposte le grandi Vedute di Roma, dalle amplificate prospettive architettoniche, i fantasiosi Capricci eseguiti ancora sotto l’influsso di Tiepolo, le celeberrime e suggestive visioni della serie delle Carceri, fino alle varie raccolte di antichità romane. Un immaginario di grande impatto emotivo sulla cultura del tempo, protrattosi fino ai giorni nostri coinvolgendo arte, letteratura, teoria e pratica architettonica, fino alla moderna cinematografia.
I materiali presentati provenienti dalle collezioni del Museo di Roma testimoniano la qualità delle raccolte in esemplari di grande qualità e freschezza. Dalla Fondazione Cini provengono, inoltre, le realizzazioni tridimensionali di alcune invenzioni piranesiane mai realizzate e ricavate dal ricchissimo repertorio delle Diverse Maniere di adornare i Cammini (1769) o di alcuni pezzi antichi, riprodotti e divulgati da Piranesi nella serie dei Vasi candelabri cippi sarcofagi tripodi…(1978), come il celeberrimo tripode del Tempio di Iside a Pompei, vero e proprio masterpiece dell’arredo neoclassico e Impero. Le ‘ri-creazioni’ piranesiane tridimensionali sono state realizzate dall’Atelier Factum Arte di Madrid, diretto da Adam Lowe, tramite modellazione in 3D e procedimento stereolitografico, in occasione della mostra organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini nel 2010 Le arti di Piranesi. Architetto, incisore, antiquario, vedutista, designer.
Accanto a questi materiali saranno esposti i marmi, oggi conservati nelle collezioni della Sovrintendenza Capitolina, derivati dalla celebre Forma Urbis severiana, la prima pianta di Roma fatta scolpire su pietra da Settimio Severo, che Piranesi tentò di ricostruire nella sua originaria composizione.
Sarà infine creata, grazie al contributo e alla tecnologia del Laboratorio di Robotica Percettiva, dell’Istituto TECIP - Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa una sala “immersiva” delle celebri prigioni piranesiane rese in versione tridimensionale, in cui si potrà rivivere tutto il fascino di queste visioni fantastiche e irreali, che sono ormai divenute un vero e proprio caposaldo del nostro immaginario collettivo.
Un ricco e accattivante repertorio visivo di grande godibilità per il pubblico più vasto, dunque, che sarà completato da accurate e artistiche restituzioni fotografiche dell’unica, effettiva realizzazione architettonica lasciataci da Piranesi, la Chiesa di S. Maria del Priorato appunto, in un gruppo di opere appositamente realizzate dal fotografo Andrea Jemolo.
Nella settecentesca cornice di Palazzo Braschi, ultima dimora eseguita su committenza papale per volere di Pio VI Braschi (1775-1799), sarà così restituito un capitolo fondamentale della storia culturale romana e non solo che, in un’epoca di apparente declino, registra da un lato il rimando nostalgico alla grandiosità di un passato ormai perduto, dall’altro un estremo straordinario momento di splendore.
Vedi anche:
• FOTO: L'incredibile fabbrica piranesiana
Giovedì 5 ottobre alle ore 17, Andrea Minuz, professore associato della Sapienza Università di Roma ed esperto di interrelazioni tra il cinema e le arti, terrà una conferenza sull’influenza di Piranesi nel cinema, offrendo una panoramica storica di riferimento all’immaginario onirico e visionario dell’artista del Settecento nella filmografia di ogni tempo.
L’intervento, che da Ėjzenštejn e Fritz Lang arriverà fino al cinema di Christopher Nolan che, in particolare con Inception, Muniz rilegge in un’ottica di parallelismo con il maestro veneto, sarà preceduto dal saluto introduttivo del Sovrintendente Claudio Parisi Presicce. Sono inoltre previsti gli interventi di Pietro Folena, presidente di MetaMorfosi, e di Luigi Ficacci, curatore, con Simonetta Tozzi, della mostra.
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