La presenza italiana in Albania tra il 1924 4 il 1943. La ricerca archeologica, la conservazione, le scelte progettuali
![Terme di Diocleziano Terme di Diocleziano](http://www.arte.it/foto/600x450/13/36555-3266_-_Roma_-_Terme_di_Diocleziano_-_Foto_Giovanni_Dall_Orto_17-June-2007.jpg)
Terme di Diocleziano
Dal 19 Marzo 2016 al 15 Maggio 2016
Roma
Luogo: Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano
Indirizzo: viale Enrico De Nicola 79
Orari: tutti i giorni dalle 9 alle 19.45, chiuso il lunedì e il 1° maggio
Curatori: Roberta Belli Pasqua, Luigi Maria Caliò, Anna Bruna Menghini
Enti promotori:
- Soprintendenza Speciale per il Colosseo
- Museo Nazionale Romano
- Area Archeologica di Roma
- Politecnico di Bari: Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura
- Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio
- Centro di Studi per la Storia dell’Architettura
- Con il patrocinio dell'Ambasciata della Repubblica di Albania in Italia
Costo del biglietto: intero € 8, ridotto € 3.50. Il biglietto è valido per 4 siti (Palazzo Massimo, Palazzo Altemps, Crypta Balbi, Terme di Diocleziano)
L’attività di archeologi e architetti italiani in Albania tra gli anni Venti e Quaranta, attraverso immagini d’epoca, carte tematiche, progetti e documenti originali: questo il tema della mostra “La presenza italiana in Albania tra il 1924 e il 1943”, allestita dal 19 marzo al 15 maggio 2016 alle Terme di Diocleziano. Un’occasione per conoscere il complesso legame che unisce l’Italia e l’Albania, fondato su numerosi progetti di ricerca nel campo dell’architettura e dell’archeologia, ancora oggi presenti sul territorio albanese.
Archeologia
Alla presenza di archeologi italiani in Albania, è dovuta la scoperta, a metà degli anni Venti, di alcuni dei principali siti archeologici del territorio, come quelli di Phoinike e Butrinto, frutto di una collaborazione multidisciplinare con ingegneri, architetti e artisti presenti sui cantieri di scavo.
Urbanistica
I rapporti tra Albania e Italia si intensificano in un’epoca inquieta e contradditoria come gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso: dal 1925, anche su impulso di trattati economici tra i due paesi, enti italiani avviano la costruzione per opere pubbliche e infrastrutturali e, successivamente, durante l’occupazione dal 1939 al 1943, si assiste alla nascita di piani regolatori e opere in diverse città albanesi e in particolare a Tirana, grazie all’architetto Gherardo Bosio, direttore dell’Ufficio Centrale per l’Edilizia e l’Urbanistica.
Il progetto della mostra nasce nell’ambito delle ricerche condotte dal Politecnico di Bari in Albania, ancora oggi impegnato nello studio e nella valorizzazione del patrimonio archeologico, monumentale e architettonico del paese. A queste ricerche e progetti, in particolare sul sito di Byllis, è dedicata una sezione della mostra.
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