Klavdij Sluban. Sneg

Klavdij Sluban, Divagation-sur le pas de Basho, Hokkaido, Japon
Dal 23 Marzo 2023 al 13 Maggio 2023
Roma
Luogo: Galleria del Cembalo - Palazzo Borghese
Indirizzo: Largo della Fontanella di Borghese 19
Telefono per informazioni: +39 06 83796619
E-Mail info: info@galleriadelcembalo.it
Sito ufficiale: http://www.galleriadelcembalo.it
Il 23 marzo 2023 la Galleria del Cembalo ha il piacere di inaugurare nelle proprie sale Sneg, una mostra fotografica con scatti di Klavdij Sluban, artista francese di origine slovena dedicatosi fin da giovane alla fotografia studiando a Parigi, instancabile viaggiatore che si muove in gran parte lungo gli itinerari tracciati dalle linee ferroviarie che dall’Europa portano a Est – come la Transiberiana – alla ricerca delle sue origini e del senso della Storia. La mostra sarà visitabile fino al 13 maggio 2023.
Le fotografie esposte sono una selezione tratta da due serie dell’autore: Autres rivages. La mer Baltique e Japan; tutto rigorosamente in bianco e nero, più precisamente in pellicola, nero, grigio e bianco, un esposimetro manuale in fondo a una tasca, usato raramente. Ad accomunare i due progetti fotografici è una presenza costante e consistente: la neve (sneg in sloveno, lingua materna dell’autore), soggetto silenzioso dei suoi scatti.
Le immagini di Autres rivages sono il frutto di un viaggio lungo la penisola Balcanica e i Paesi bagnati dal Mar Baltico: mai completamente a fuoco, mostrano quelli che sembrano essere scorci ripresi casualmente in Polonia, Kaliningrad, Finlandia, Russia, Svezia e altre località dell’Europa dell’Est. Di contro il Giappone che Sluban restituisce con le sue fotografie è diverso da quello che siamo abituati a vedere: non giardini curati con alberi in fiore né grattacieli, ma vaste aree ricoperte di neve che ricordano piuttosto remote zone dell’Europa dell’Est, luoghi apparentemente inospitali, inaccessibili, solitari e isolati. In questa desolazione di fondo, a tratti fanno la loro comparsa dei volti, immobili quanto la neve ma pieni di compostezza ed espressività.
Per il fotografo il viaggio si trasforma in un pellegrinaggio: l’attenzione, posta sulla vita che lo circonda, collega intimamente il viaggio alla fotografia. La sua è una ricerca personale rigorosa e coerente spesso ricca di riferimenti letterari. Nelle parole di Sluban: “Io propongo un viaggio nel quale l’occhio si lascia guidare tra la realtà del momento presente e le stratificazioni successive della Storia. Un viaggio nutrito di ricchezze passate che hanno impregnato i luoghi attraversati: San Pietroburgo dove Nabokov ha trascorso la sua infanzia, Kaliningrad, antica Köninsberg, città in cui vissero Kant e Copernico, lasciando la loro impronta nel pensiero filosofico europeo”.
Le fotografie esposte sono una selezione tratta da due serie dell’autore: Autres rivages. La mer Baltique e Japan; tutto rigorosamente in bianco e nero, più precisamente in pellicola, nero, grigio e bianco, un esposimetro manuale in fondo a una tasca, usato raramente. Ad accomunare i due progetti fotografici è una presenza costante e consistente: la neve (sneg in sloveno, lingua materna dell’autore), soggetto silenzioso dei suoi scatti.
Le immagini di Autres rivages sono il frutto di un viaggio lungo la penisola Balcanica e i Paesi bagnati dal Mar Baltico: mai completamente a fuoco, mostrano quelli che sembrano essere scorci ripresi casualmente in Polonia, Kaliningrad, Finlandia, Russia, Svezia e altre località dell’Europa dell’Est. Di contro il Giappone che Sluban restituisce con le sue fotografie è diverso da quello che siamo abituati a vedere: non giardini curati con alberi in fiore né grattacieli, ma vaste aree ricoperte di neve che ricordano piuttosto remote zone dell’Europa dell’Est, luoghi apparentemente inospitali, inaccessibili, solitari e isolati. In questa desolazione di fondo, a tratti fanno la loro comparsa dei volti, immobili quanto la neve ma pieni di compostezza ed espressività.
Per il fotografo il viaggio si trasforma in un pellegrinaggio: l’attenzione, posta sulla vita che lo circonda, collega intimamente il viaggio alla fotografia. La sua è una ricerca personale rigorosa e coerente spesso ricca di riferimenti letterari. Nelle parole di Sluban: “Io propongo un viaggio nel quale l’occhio si lascia guidare tra la realtà del momento presente e le stratificazioni successive della Storia. Un viaggio nutrito di ricchezze passate che hanno impregnato i luoghi attraversati: San Pietroburgo dove Nabokov ha trascorso la sua infanzia, Kaliningrad, antica Köninsberg, città in cui vissero Kant e Copernico, lasciando la loro impronta nel pensiero filosofico europeo”.
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