Josh Smith
Dal 04 Giugno 2015 al 20 Settembre 2015
Roma
Luogo: MACRO Testaccio
Indirizzo: piazza Orazio Giustiniani 4
Orari: da martedì a domenica 16-22
Curatori: Ludovico Pratesi
Enti promotori:
- Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
- Galleria Massimo De Carlo
- Milano
Costo del biglietto: intero € 13.50, ridotto € 11.50; residenti € 12.50 / 10.50
Telefono per informazioni: +39 060608
E-Mail info: macro@comune.roma.it
Sito ufficiale: http://www.museomacro.org
Dal 5 giugno al 20 settembre 2015 i due padiglioni del MACRO Testaccio accolgono la prima mostra personale in un museo italiano dell’artista americano Josh Smith, nato nel Tennessee nel 1976 ma residente a New York.
La mostra, curata da Ludovico Pratesi, è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con la Galleria Massimo De Carlo, Milano.
La ricerca di Josh Smith si fonda su tecniche come la pittura su carta, il collage, l’incisione e l’edizione di libri d’artista, che Smith considera a tutti gli effetti delle opere in sé.
La mostra è concepita come un’antica quadreria, che riunisce un centinaio di dipinti dello stesso formato, realizzati per l’occasione, che ricostruiscono la multiforme personalità dell’artista, attivo dal 2003. Una sorta di omaggio all’opulenza e al fasto del barocco romano, che permette al pubblico di approfondire i diversi aspetti della pittura di Josh Smith.
Partendo da una riflessione legata al proprio nome, l’artista produce una serie di opere, utilizzando tecniche diverse, dall’olio all’acrilico, dall’acquarello all’incisione, costruendo dei veri e propri assemblaggi di forme e colori, spesso ispirate ad immagini o a tematiche figurative.
E’ una pittura che unisce l’energia cromatica e gestuale dei maestri dell’arte statunitense, da De Kooning a Guston fino a Schnabel o Basquiat, con uno studio profondo della storia dell’arte europea, intrisa di riferimenti a Paul Cezanne o Kurt Schwitters. Attento studioso di grafica e di editoria, ha dedicato una importante parte della sua produzione alla creazione di libri d’artista.
La mostra documenta le diverse fasi del suo lavoro, che indaga il rapporto tra autorialità e serialità attraverso le serie dei Name Paintings - speculazioni formali attorno ai caratteri J,O,S,H,S,M,I,T e H -, gli Abstract paitings , i Collages e i Palette Paintings, eseguiti con un procedimento legato alla pulizia dei pennelli. Opere realizzate negli ultimi sei anni, dal 2009 al 2015 (di cui un importante nucleo inedito) che risentono di una tradizione astratta che ha origine negli anni Ottanta, in linea con artisti come Terry Winters, Albert Oehlen e Christopher Wool, tra i primi a spingere il gesto pittorico verso una produzione seriale. Inoltre gli Stage paintings, con la loro struttura minimalista si accompagnano ad un centinaio di sgabelli da bar, suddivisi tra i due padiglioni, che permettono ai visitatori di sedersi per cogliere con più attenzione i dettagli dell’arte di Josh Smith.
La sede del MACRO Testaccio appare idonea al progetto in quanto prosegue una tradizione legata alla presentazione dell’arte americana delle ultime generazioni, che ha visto la collettiva New York Minute (2009) e la personale di Sterling Ruby (2013).
Per l’occasione verrà realizzato un catalogo bilingue curato dall’artista, edito da Mousse.
Josh Smith
Nato nel 1976 a Knoxville nel Tennessee, ha avuto molte mostre personali negli Stati Uniti e in Europa, come The American Dream alla Brant Foundation di Greenwich, CT in 2011, Who Am I at De Hallen di Haarlem nel 2009 e Hidden Darts al Museum Moderner Kunst di Vienna nel 2008. Ha partecipato a molte collettive come The Painting Factory: Abstraction after Warhol al Museum of Contemporary Art di Los Angeles, Le Printemps de Septembre a Tolosa, The Generational: Younger Than Jesus al New Museum di New York, Uncertain States of America alla Serpentine Gallery di Londra, alla Lyon Biennial nel 2007. Nel 2011 ha partecipato alla Biennale di Venezia ILLUMInazioni, invitato da Bice Curiger. Ha esposto alla Saatchi Gallery di Londra, alla Luhring Augustine di New York, da Eva Presenhuber a Zurigo e da Massimo De Carlo a Milano. Hanno scritto sul suo lavoro curatori internazionali come Massimiliano Gioni, Francesco Bonami, Hans Ulrich Obrist, Bice Curiger, Roberta Smith .
La mostra, curata da Ludovico Pratesi, è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con la Galleria Massimo De Carlo, Milano.
La ricerca di Josh Smith si fonda su tecniche come la pittura su carta, il collage, l’incisione e l’edizione di libri d’artista, che Smith considera a tutti gli effetti delle opere in sé.
La mostra è concepita come un’antica quadreria, che riunisce un centinaio di dipinti dello stesso formato, realizzati per l’occasione, che ricostruiscono la multiforme personalità dell’artista, attivo dal 2003. Una sorta di omaggio all’opulenza e al fasto del barocco romano, che permette al pubblico di approfondire i diversi aspetti della pittura di Josh Smith.
Partendo da una riflessione legata al proprio nome, l’artista produce una serie di opere, utilizzando tecniche diverse, dall’olio all’acrilico, dall’acquarello all’incisione, costruendo dei veri e propri assemblaggi di forme e colori, spesso ispirate ad immagini o a tematiche figurative.
E’ una pittura che unisce l’energia cromatica e gestuale dei maestri dell’arte statunitense, da De Kooning a Guston fino a Schnabel o Basquiat, con uno studio profondo della storia dell’arte europea, intrisa di riferimenti a Paul Cezanne o Kurt Schwitters. Attento studioso di grafica e di editoria, ha dedicato una importante parte della sua produzione alla creazione di libri d’artista.
La mostra documenta le diverse fasi del suo lavoro, che indaga il rapporto tra autorialità e serialità attraverso le serie dei Name Paintings - speculazioni formali attorno ai caratteri J,O,S,H,S,M,I,T e H -, gli Abstract paitings , i Collages e i Palette Paintings, eseguiti con un procedimento legato alla pulizia dei pennelli. Opere realizzate negli ultimi sei anni, dal 2009 al 2015 (di cui un importante nucleo inedito) che risentono di una tradizione astratta che ha origine negli anni Ottanta, in linea con artisti come Terry Winters, Albert Oehlen e Christopher Wool, tra i primi a spingere il gesto pittorico verso una produzione seriale. Inoltre gli Stage paintings, con la loro struttura minimalista si accompagnano ad un centinaio di sgabelli da bar, suddivisi tra i due padiglioni, che permettono ai visitatori di sedersi per cogliere con più attenzione i dettagli dell’arte di Josh Smith.
La sede del MACRO Testaccio appare idonea al progetto in quanto prosegue una tradizione legata alla presentazione dell’arte americana delle ultime generazioni, che ha visto la collettiva New York Minute (2009) e la personale di Sterling Ruby (2013).
Per l’occasione verrà realizzato un catalogo bilingue curato dall’artista, edito da Mousse.
Josh Smith
Nato nel 1976 a Knoxville nel Tennessee, ha avuto molte mostre personali negli Stati Uniti e in Europa, come The American Dream alla Brant Foundation di Greenwich, CT in 2011, Who Am I at De Hallen di Haarlem nel 2009 e Hidden Darts al Museum Moderner Kunst di Vienna nel 2008. Ha partecipato a molte collettive come The Painting Factory: Abstraction after Warhol al Museum of Contemporary Art di Los Angeles, Le Printemps de Septembre a Tolosa, The Generational: Younger Than Jesus al New Museum di New York, Uncertain States of America alla Serpentine Gallery di Londra, alla Lyon Biennial nel 2007. Nel 2011 ha partecipato alla Biennale di Venezia ILLUMInazioni, invitato da Bice Curiger. Ha esposto alla Saatchi Gallery di Londra, alla Luhring Augustine di New York, da Eva Presenhuber a Zurigo e da Massimo De Carlo a Milano. Hanno scritto sul suo lavoro curatori internazionali come Massimiliano Gioni, Francesco Bonami, Hans Ulrich Obrist, Bice Curiger, Roberta Smith .
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